Ancora oggi ti vivo
in incantati giorni,
quelli chiari a primavera
con la luce subito violenta
che sorge dal mare fino al monte.
La porta del vento a maestrale
rimuove dal corbezzolo
sculture di ginepro,
un sintomo d’amore
di quanto ti sognavo
più bella di com’eri.
L’esilio di città matrigna
ingoiato per diventare grande.
lascia in bocca
il gusto dolce-amaro
di mandorle schiacciate
sotto il grande ulivo.
Piedi scalzi di bambina
corrono tra pietre
di muri cotti al sole,
triste mio fratello
conserva nei calzoni
frammenti di terra,
spiccioli da spendere in un anno intero.
Dai panni non si lava
la nostalgia di te,
quando estati troppo brevi
senza pioggia sulla terra ancora greve,
ci lasciano affamati
e in tasca fazzoletti stropicciati
con l’odore d’autunno solo immaginato….
Stamattina altri due alberi abbattuti in corso Sempione a Milano. Non e’ la prima volta che assisto a questo sfacelo. Ci lamentiamo tutti del poco verde, ma non si riesce a salvare quello esistente in una citta’, come Milano, dove c’e’ tanto cemento, smog, degrado.
Altri due alberi abbattuti in Corso Sempione
Il lavoro a cui ho assistito e’ stato incredibile ed eseguito da professionisti specializzati.
Tagliare prima i rami, poi i tronchi ed infine sradicare le radici e ricoprire le buche.
In effetti in una sezione di tronco tagliato si vede un colore rosso sangue anomalo e che, forse, definisce il marcio interno fin nelle radici.
Gli alberi sono stati abbattuti per sicurezza affinché con l’arrivo di possibili temporali estivi, vento e grandine, che negli ultimi anni “vittimizzano” Milano, non potessero essere pericolosi e crollare ferendo persone e danneggiare auto. Oltre a far ammalare anche gli altri.
Mentre sollevavano una grande sezione di tronco il braccio meccanico a polipo( o ragno specifico per raccogliere tronchi e grandi detriti) del camion si e’ rotto come un elastico. Hanno fermato tutto e, scatola degli attrezzi alla mano, hanno sistemato il danno per riprendere il lavoro. Le linea ATM 1, 19 e 12 hanno deviato il percorso per permettere i lavori.
Milano rivuole i suoi alberi Una campagna verde per restituire a 21 luoghi le piante abbattute o malate: da via XX Settembre a piazza Lega Lombarda, dall’Arena al Sempione e a corso Italia
E’ anche vero che questi alberi vecchissimi hanno radici poco profonde e quasi niente terreno.
Pero’ e’ un peccato, adesso c’e’ un grande spazio vuoto, e li “Champs Elysées” di Milano non hanno più quell’effetto compatto in entrambi lati come era anni fa.
ASCOLTO IL VENTO. MI SUSSURRA PAROLE VENUTE DA LONTANO.
Cammino in un parco, mi siedo, ascolto il vento. Mi sussurra parole venute da lontano, gocce d’acqua, salate, acqua di mare o lacrime? Guardo le nuvole e immagino come da bambino varie figure, e vedo una nuvola che sembra soffiare il vento stesso.
Sorrido, e parlo da solo, come se dovessi dialogare con il vento, sussurro dolci parole che spero possano essere portate lontane, lontane da qui, lontane, fino all’anima di chi sa di poterle ascoltare. Mi assento in me, ascolto e guardo, sento il calore del sole ed il profumo dei fiori e dei gelsomini, l’erba calpestata, il rumore della fontana che sgorga acqua con effetti e giochi, rimbalzando e schizzando sui bordi della sua vasca.
Mi coglie la malinconia, il ricordo dell’infanzia di quando da bambino con mia nonna andavo in un bellissimo parco nella Romagna, un parco dove si ergevano alberi di more giganteschi visti con gli occhi di fanciullo. E le coglievamo, ed ero felice, spensierato, incosciente; e poi mia nonna portava sempre con sè delle bottiglie di vetro vuote, che riempiva alla fonte di acqua naturale dove le persone facevano la fila, ed i bambini come me riempivano i palloncini di acqua e facevano i monelli burloni.
E i ricordi si susseguono, vedendo passare gli anni, sparire alberi, modificare il parco, ma ancor più importante, la mancanza della persona che mi ha cresciuto per i periodi estivi, portata via dal tempo e dai problemi, andata a miglior vita in celestiali parchi nel Paradiso, mia nonna. E le immagini si susseguono, e si erge la nebbia perché in quel parco non ci sono più tornato.
Ma i ricordi sono le mie foto dell’anima. Osservo oggi le generazioni moderne, prese dalla tecnologia sempre più dominante, da strani modelli di monopattini a batteria futuristici, elicotteri e strani quadrimotori a batteria con telecamere per spiare dall’alto. I valori dei giochi di gruppo come il vecchio “Ruba bandiera” o il nascondino, o il “ce l’hai” e molti altri ancora non sanno nemmeno cosa siano.
Mi perdo con lo sguardo nel vuoto, fissando l’orizzonte, cercando risposte che non arrivano. Una mia lacrima viene schiaffeggiata da una folata di vento, viene dispersa e portata via, un mio sorriso viene catturato da un raggio di sole rendendolo ancora più caldo, ed un mio bacio immolato al cielo viene sollevato dal calore della terra sorretto dal profumo dei fiori e portato fino al cielo, sperando che i miei cari lo possano riconoscere. E un sospiro di mancanza viene preso da un soffio gentile di caldo vento garbino sperando che vada a raggiungere il cuore di colei che amo.
Ora mi alzo, sfregandomi gli occhi, e portando il berretto sulla nuca inizio a riprendere il cammino, dopo un riposo fatto di ricordi, malinconia, amore e tristezza, verso la mia meta, il mio appartamento pieno di fantasia e di gioia, variopinto con l’arcobaleno, e riscaldato dalla felicità, sapendo che domani sarà un altro gioioso giorno di nuova vita.
Dopo una giornata di vento freddissimo e a raffiche, tuoni, pioggia senza fine e abbassamento repentino della temperatura, ecco!!!!! Qualcosa che quasi non si spiega da quanto e’ bello. Dura pochi secondi e poi ………
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