A metà febbraio iniziano i primi risvegli del cuore, dell’amore e della natura e nel Medioevo, soprattutto in Francia e Inghilterra, si riteneva che in quella data iniziasse l’accoppiamento degli uccelli simboleggiando col loro amoreggiare con gorgheggi e cinguettii la festa degli innamorati.
Pare anche che la giornata di san Valentino fosse dedicata agli innamorati già dai primi secoli del secondo Millennio . Il 14 febbraio 1400, fu fondato a Parigi la Fondazione dell’Amore ispirata ai principi dell’amor cortese. Il tribunale decideva le controversie amorose , i tradimenti, e la violenza contro le donne. I giudici venivano selezionati sulla base della loro familiarità con la poesia d’amore.
Ma e’ Monica l’artefice di queste delizie di colori, forme e sapori, interpretando le antiche tradizioni della festa più’ romantica dell’anno.
LE FRECCE DELL’AMORE, OGNI FRECCIA E’ UN COLPO DI FULMINE
Passare davanti alle vetrine del Panificio Cattaneo mi suscita sempre tante emozioni e adesso e’ la volta di Cupido.
Cupido e’ figlio di Venere. E’ un bambino biondo e riccioluto con le ali, è un piccolo arciere con l’arco dorato . Il suo compito e’ scoccare frecce d’amore.
Sua madre la Dea Venere, invidiosa della bellezza di Psiche comune mortale , chiese al figlio Cupido di usare le sue frecce d’oro per colpirla e farla innamorare di un uomo brutto e vile. Protestando Cupido accettò e rendendosi invisibile andò nella stanza della bella Psiche. Ma quando si accorse della sua bellezza titubo’ e nel preparare la freccia a lei destinata inciampo’ e si graffiò innamorandosi perdutamente di lei. Venere si arrabbio’ tantissimo e condanno’ Psiche all’infelicità matrimoniale.
Cupido preso dai sensi di colpa decise di smettere di lanciare frecce fino a ridurre la terra senza più amore, ne’ matrimoni, ne’ nascite. La terra era arida e senza nuova linfa vitale.
Dopo molti tempo Cupido, diventato uomo, si rese conto della situazione e chiese di avere Psiche per sé promettendo di riprendere a lanciar frecce per riportare la Terra alla normalità.
Psiche era ignara di essere destinata a Cupido e nessuno voleva sposarla. I genitori increduli che tanta bellezza non suscitasse interesse maschile ,consultarono un oracolo che consigliò di lasciarla sulla montagna più vicina, poiché la sua grazia non era fatta per esseri mortali.
Psiche fu abbandonata sulla montagna ma intervenne Zefiro, il vento d’Occidente, che la portò in salvo in un palazzo dove fu subito accudita da servi invisibili fino al giungere della notte, quando Cupido arrivò e fece l’amore con lei.
Così continuò a fare ogni notte, con la condizione che fosse buio per non farsi riconoscere.
Cupido permise a Zefiro di riportare Psiche dalle sue sorelle per poi farle giungere tutte e tre al palazzo durante il giorno, raccomandandosi di non svelare mai la sua identità.
Le due sorelle invidiose dissero a Psiche che lei era sposata con un serpente che l’avrebbe divorata presto e la convinsero ad ucciderlo nel sonno. Psiche, spaventata, seguì il consiglio ma scoprì nel letto, accanto a sé, la divinità Cupido, e nello stupore si ferì anch’ella con una delle frecce, innamorandosi di lui. Nel baciarlo, alla luce della lampada, una goccia d’olio cadde sulle spalle di Cupido che smascherato volò via. Psiche continuò a cercare il suo amato dappertutto, ma solo Venere, artefice del maleficio, poteva aiutarla. Ella non voleva una mortale così bella per suo figlio ed era sempre più astiosa, le impose, quindi, svariate prove impossibili e molto difficile mettendola in pericolo di vita. Se fosse sopravvissuta si sarebbe potuta sposare con Cupido
Cupido venne a sapere la situazione e si recò da Zeus chiedendo aiuto. Il Dio gli concesse di sposare finalmente Psiche . La fece portare sull’Olimpo e le diede da bere una coppa di ambrosia per donarle l’immortalità. Finalmente uniti nell’amore, entrambi immortali, ebbero una figlia di nome Voluptas (Edone), la dea dei piaceri sensuali.
La storia di Cupido e della sua Psiche rappresenta l’amore umano e quello divino, inteso come il percorso spirituale che l’anima umana (Psyche) deve intraprendere per tornare ad essere puramente “divina” dopo aver scontato i propri errori. La leggenda appare per la prima volta nella metamorfosi di ApuleioII sec d.C.
La ricorrenza di questo soggetto nelle arti dei secoli e’ stata rappresentata tantissime volte tra cui, nel Neoclassicismo, le opere relative di Antonio Canova
La scultura è perfettamente racchiusa in un cubo ideale le cui diagonali sono tracciate dalle ali e dalla gamba destra di Cupido e dal corpo di Psiche; nell’incontro delle diagonali si colloca l’incontro fra i visi dei due amanti. Il perno cui fa capo la struttura è infatti l’asse che si può condurre attraverso i due visi sino al ginocchio sinistro di Cupido, suo punto d’appoggio.
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