UN ANGOLO DI NAPOLI, NAPOLI A MILANO
COME ANDARE A MANGIARE DA NONNA E DA MAMMA
Parliamo di cucina? Parliamo dell’ennesimo ristorante che apre a Milano?
No, parliamo di casa…tutt’altra storia!!!
Ieri sera son capitata da A’Pizzella in Via Francesco Ferrucci 1, corso Sempione quasi sotto la Rai, praticamente ad un passo da casa, quindi quale miglior occasione e comodità?
Da un paio di settimane in zona ci avevano detto che aveva aperto una nuova trattoria napoletano ed ero curiosa di andare ad assaggiare i piatti della mia tradizione e che continuo a mangiare da mamma. E che nessuno eguaglia, neanche il miglior ristorante e non per affetto o bravura ma perche’ la cucina napoletana e’ una filosofia. In ogni famiglia c’e’ qualche piccolo segreto sulla medesima ricetta e non lo si dice ma, spesso, le discussioni su chi lo fa meglio sono all’ordine del giorno…e c’e’ da ridere.
Qual è il Gattò (gateau) originale, quali gli ingredienti del ripieno? E qui si scatena l’inferno.
La differenza tra Casatiello e Tortano? Uh! Non ne parliamo proprio.
Qui a Milano i napoletani sono tanti e altrettanti i ristoranti partenopei che nascono come funghi. La cucina napoletana e’ molto amata e la pizza e’ ovviamente, ormai, nota e riconosciuta come un piatto meraviglioso che accontenta tutti….ma c’è pizza e pizza!
Non sai dove andare…vai a mangiare una pizza. E’ buona anche quella del “kebabbaro” qui sotto casa, ma anche quella del napoletano dietro casa. Ma l’eccellenza? Quella che il vero napoletano DOC riconosce come quella che si fa a Napoli?
Com’e’ che a Napoli la pizza e’ diversa?
Dicono sia l’acqua della pasta, la mozzarella, il basilico “baobab” che qui a Milano devi comprare una piantina ogni due giorni se vuoi che sia con le foglie verdi e grandi, perché al terzo giorno già sbianca e si avvizzisce e comunque non e’ profumato. Non ti inebria.
Ho prenotato e sono andata con Susy Grossi, la mia grande amica astrologa, ottima cuoca multi regionale per cui il suo giudizio e’ sincero forse più del mio che son di parte ma anche assai critico perché conosco i sapori.
Il menù grazie a Dio non e’ una infinita lista di troppe cose, ma il giusto e tutto della tradizione. Indecisione però nel scegliere cosa la golosità gradiva di più : parmigiana, zucchine alla scapece, friarielli , ziti alla genovese, scialatielli con vongole … avrei mangiato tutto!
Quindi ci ha pensato Max a consigliare il meglio della giornata.
Ecco, su questo farei una nota; quando lo chef consiglia è perché già ti vuole bene, perché la sua passione te la vuole offrire col cuore e, se ti fidi, stai certo che avrai il meglio e non sara’ così solo la prima volta ma sempre.
Una crocchetta di patate per entrè…appena uscita dall’olio di frittura.
Attenzione perché la frittura a Napoli e’ un’arte e quella era una crocchetta veramente da leccarsi i baffi come le faceva mia nonna che, fiera, portava a tavola la “sperlunga” e vedevi e non vedevi più le crocchette nel giro di un nano secondo!
Accostate ad un’ottima scarola della “nonna” simile a quella con cui si riempie la pizza di scarola che a casa mia si fa con aggiunta di uva passa, pinoli e acciughe, oltre ad aglio , olio e olive di Gaeta. Io, ultimamente ho apportato una modifica, ma non la dico per nessun motivo al mondo!!!
Poi baccalà fritto su un letto di crema di broccoli e “ostie” sottilissime di pane fritto aromatizzato al rosmarino fuori menù .
Quando e’ arrivato sotto il naso c’è stata un’esplosione di profumi ben dettagliati e separati, mentre invece il sapore gustosissimo “mesciava” ottimamente il tutto.
Ed infine il trionfo della pastiera come la faceva mia nonna e la fa mia madre.
I locali sono da trattoria con mattoni a vista, ma i piatti sono presentati in modo moderno e le porzioni sono giuste.
Se vai a Napoli le porzioni son fin troppo esagerate. La cucina napoletana e’ molto ricca, saporita e condita, oltre che fritta. Max gli ha dato un tocco di raffinatezza nell’impiattare modernamente e in modo proporzionato con bei piatti rettangolari e mantenendo rigorosamente i sapori della tradizione.
Ma quello che più mi ha colpito e’ stato ritrovare un’atmosfera di casa, un’accoglienza tipica napoletana fatta di cuore e generosità. L’ospite è principe, lo chef ama non tanto i complimenti che fanno sempre piacere, ma soddisfare, coccolare e far sentire a casa, come in un vicolo di Napoli capiterebbe a qualcuno che si siede al suo tavolo anche per caso, anche fosse uno sconosciuto. Questa è una delle magie di Napoli.
L’accoglienza e’ una caratteristica del ristorante napoletano, ma qui da A’Pizzella è di piu’ che in altri.
Un paio di stralci dal menu per comprendere quanta tradizione e ricordi senti nell’atmosfera di questa trattoria napoletana.
Quando son rientrata a casa mi e’ venuto spontaneo cercare nella libreria le poesie di mio nonno e tra le tante ho scelto questa che esprime quello che io ho trovato in questa deliziosa trattoria napoletana dove, se lo desidero, posso telefonare e chiedere di mangiare qualcosa di casa mia perché Max farà il possibile per accontentarmi.