IL CAVALIERE
……E mi inginocchiai, genuflesso, con le lacrime che piano piano scendevano dagli occhi sulla barba incolta da tempo, pregando per professione di fede…… Era una giornata come tante altre, battaglie, spade, scudi, cavalli, amici morti, feriti, compagni fraterni.
Ero stanco di tutto, delle perdite, delle vittorie, delle sconfitte.
Ero stanco di lacrime versate per chi non c’era più, per la lontananza dalla patria.
Presi una decisione, me ne andai, rinunciando a tutto.
Vagai per giorni, per settimane, mangiando ciò che capitava, dormendo sotto coperte di stelle. Il mio fido destriero sempre accanto, bello, forte, nero, un vero selvaggio ma con me fratello. Vagai ancora fino a quando arrivai in un paesino, semplice, umile, con un buon profumo di genuino.
Uno sguardo.
La notai subito.
Mi innamorai.
La corteggiai, ci innamorammo. Demmo luce ad una nuova vita. Imparai a coltivare la terra, i buoni frutti che Dio ci aveva concesso.
Poi un giorno la disfatta.
Una nuvola di polvere.
Invasori.
Un’altra lotta.
Salvai tante persone. Ma non riuscii a salvare chi di più prezioso avevo. Morta per salvare una vita che ancora doveva assaporare la vita vera Il mio dolore.
Fiamme negli occhi.
Energia nell’anima.
Uccisi, uccisi continuamente. Ma nulla mi riportò in vita colei che amavo.
Finita la battaglia, con ancora altri amici fraterni persi, con il nemico che scappava visto l’impossibilità di vincere, lasciai cadere la mia spada insanguinata, corsi come il vento fino al suo corpo. Cercai di sorreggerla, poche parole.
Ti amo.
Abbi cura di lui.
Un sospiro.
Poi il nulla.
La morte.
Piansi, piansi tanto. Poi cercai mio figlio. Piangeva. Spaventato. Incapace di capire ciò che era successo. Lo fissai negli occhi. Gli guardai dentro il cuore. Lui vide il calore del mio. Seppellì la mia dolce sposa. Una croce fatta con il legno dei rami di un albero secolare. Intagliati con l’arte di un mastro legnaio.
E mi inginocchiai, genuflesso, con le lacrime che piano piano scendevano dagli occhi sulla barba incolta da tempo, pregando per professione di fede…
Mio figlio poi in un lampo crebbe. Forte e sicuro. Determinato. Gli insegnai i valori della vita. Ciò che conoscevo. L’arte della difesa e del combattimento.
Divenne uomo.
Incontrò la donna della sua vita. Si sposò. A quel punto lo salutai, lo abbracciai, gli dissi di far tesoro di ciò che gli insegnai, i veri valori di un cavaliere. Uno degli ultimi a rispettare ed onorare la croce e la fede. La stessa fede che ci ha portato fino ad oggi.
Lui con le lacrime mi salutò.
Salii sul mio fedele destriero, anche lui con molte lune sulle spalle, ma vigoroso come un tempo, presi alcune cose e poi, con gioia di vedere una famiglia felice, e la tristezza di lasciarlo, salutai e iniziai un nuovo cammino.
Sessantacinque anni, forte come un ventenne, segnato dalla vita, dai dolori e dalle gioie, ma determinato nel mio cammino di fede. La mia casacca con croce divina e la mia spada con la benedizione di Dio. Nuove storie da vivere. Nuove emozioni.
Fino a quando dal cielo non mi chiameranno per combattere la battaglia più importante. Quella del bene contro il male. Ma anche quando me ne andrò da questa terra, il mio spirito proteggerà coloro che amo.
luglio 2016 Oxford Brogue
Pisaniello – San Giorgio e La principessa