CATTEDRALI: LA MIA. Ivory Coast, Abidjan – St Paul Cathedral

CATTEDRALI: LA MIA. Ivory Coast, Abidjan - St Paul Cathedral

CATTEDRALI: LA MIA

Ivory Coast, Abidjan – St Paul Cathedral

 

Un ricordo a cuore aperto

Quando Maria Cristina Koch, qualche settimana fa mi accenno’ che nel libro che mi ha regalato  “Curare la vita con la vita” c’era un paragrafo che s’intitolava “CATTEDRALI” tagliai corto dicendole che lo avrei letto con calma, ma in separata sede, non in quella e non in quel momento.

Arrivata a casa ho iniziato un rito, ma senza leggere quel paragrafo. Ho iniziato ad evidenziare altri capitoli e a mettere post-it, ma mi rendevo conto che sorvolavo su quello. Ho fatto passare qualche giorno e poi ho preso coraggio e l’ho letto. Stranamente non ho sottolineato quasi nulla e devo ammettere che per quanto il brano sia bello non ha suscitato quanto potessi immaginare poi.

L’ho riletto, l’ho riletto ancora e poi mi son detta che in qualche modo quel capitolo mi toccava, ma lo tenevo distante, consapevole del fatto che non c’e’ giorno da quando l’ho affrontato la prima volta, che non mi torni in mente quotidianamente.

Qualcosa mi turba, faccio fatica ad ammetterlo, lo rifiuto, ma quotidianamente ritorna.

Ritorna anche  che “CURARE LA VITA CON LA VITA” ha uno scopo ben preciso e cioe’ curativo!!!! Con tempi assolutamente anomali. Chiunque affronta un libro del genere  legge, incamera, metabolizza….poi gli effetti chissa’ quando si manifestano, chissa’ quando “questa azione terapeutica” agisce. Boh?

Non e’ vero. Boh non esiste. Boh e’ un rifiuto. Boh e’ una bugia con noi stessi…………

Ho scelto le parti piu’ esaustive di questo paragrafo ( pag 26), che si puo’ scaricare gratuitamente su www.lulu.com    www.scribd.com e leggerlo per intero, ma tanto basta per iniziare a pensare . A me ha creato subbuglio, ma attraverserò questo libro , voglio vedere dove mi porta.

 

E quindi alcuni brani  del capitolo in corsivo, il resto E’ LA MIA CATTEDRALE.

Da un brano di Raymond Carver (“Da dove sto chiamando“, Raymond Carver; Minimum fax, Roma 1999), la Dott.ssa Maria Cristina Koch lo ripropone in “Curare la vita con la vita” per una perfetta descrizione del lavoro terapeutico. Il terapeuta non sa, è un cieco che ha bisogno che l’altro disegni per lui e dia forma a ciò che contiene dentro di sé. Ma il terapeuta sa chiedere, porre domande, incalzare perché vuol sapere, forte del suo non sapere che è il suo strumento migliore. Anche l’altro vuol sapere, anche l’altro è incalzato dal bisogno di dar forma e il lavoro si avvia.

—”Cattedrali”, ha detto il cieco, “so che ci sono voluti centinaia di uomini e cinquanta o cento anni per costruirle, so che intere generazioni di una stessa famiglia a volte hanno lavorato a una cattedrale. Se vuoi sapere la verità, fratello, questo è su per giù tutto quel che so ma magari me ne puoi descrivere una tu, eh?—

Guarda caso si lo posso fare, guarda caso questo brano mi ha coinvolto, guarda caso l’intento di questo libro e’ quello che ognuno lo possa usare a suo uso e consumo per riflettere, per ricordare, per ricominciare, per lasciare andare, per “sputare” nel vero senso della parola, sensazioni che fanno bene e male allo stesso tempo, ma che poi possono cicatrizzare ferite aperte che stentano a chiudersi perché ce le teniamo strette strette dentro per paura di soffrire.

—Vorrei tanto che lo facessi. Mi piacerebbe un sacco. Se proprio vuoi saperlo, un’idea precisa non ce l’ho mica”. Io mi sono concentrato: come si fa a descriverla, anche a grandi linee? 

…………………..Non ci riesco proprio a spiegarti com’è fatta una cattedrale. Il fatto è che le cattedrali non è che significhino niente di speciale per me. Tutto lì”. E’ stato a quel punto che il cieco si è schiarito la gola, poi ha detto: “Ho capito, fratello. Non è un problema. Mi è venuta un’idea. Perché non ti procuri un pezzo di carta pesante? E una penna. Proviamo a fare una cosa. Ne disegniamo una insieme. Coraggio, fratello, trovali e portali qua” ha detto…………… ……………………………., ho trovato delle penne a sfera e ho trovato una busta di carta del supermercato .L’ho portata di là in soggiorno e mi sono seduto per terra vicino alle gambe del cieco. Ho spostato un po’ di roba, ho allisciato la busta e l’ho stesa sul tavolino.—

La prima volta che ho visto la Cattedrale di mio padre era schizzata su un tovagliolo di carta

—Il cieco si è tirato giù dal divano e si è seduto accanto a me sul tappeto. — 

Eravamo al mare, attendevamo con ansia l’arrivo per le vacanze di mio padre che ci raduno’ tutti intorno ad un tavolino e tiro’ fuori un tovagliolo di carta accuratamente piegato portato li’ per noi, esito di una riunione con altri  progettisti e lui lo aveva portato a noi per renderci partecipi, per raccontarci della sua grande avventura che stava per iniziare. Quanto amore in quell’attesa, quanto nel renderci partecipi.

—Ha passato le dita sulla busta. Ne ha sfiorato su e giù i margini. I bordi, perfino i bordi. Ne ha tastato per bene gli angoli.

“Perfetto”, ha detto. “Perfetto, facciamola”. Ha trovato la mia mano, quella con la penna. Ha chiuso la sua mano sulla mia. “Coraggio, fratello, disegna”, ha detto, “Disegna. Vedrai. Io ti vengo dietro.  Andrà tutto bene.—

Mio padre aveva avuto di recente il suo primo infarto, ma quell’avventura, quel viaggio dovevamo farlo tutti e 4 insieme. Lui progettava, viaggiava ( accompagnato sempre da mia madre), faceva il direttore dei lavori e noi eravamo con lui in ogni istante, anche a distanza. Insieme stavamo disegnando quegli anni della nostra vita.

—Comincia subito a fare come ti dico. Vedrai. Disegna”, ha detto il cieco. E così ho cominciato. Prima ho disegnato una specie di scatola che pareva una casa. Poteva essere anche la casa in cui abitavo. Poi ci ho messo sopra un tetto. Alle due estremità del tetto, ho disegnato delle guglie.

Roba da matti.

“Benone”, ha detto lui, “Magnifico. Vai benissimo”, ha detto. “Non avevi mai pensato che una cosa del genere ti potesse succedere, eh, fratello? Beh, la vita è strana, sai. Lo sappiamo tutti. Continua pure. Non smettere”.—

Le linee della Cattedrale, la sua forma erano dettate da uno studio approfondito sugli usi e i costumi del popolo africano e della comunità cattolica. Sono popoli che vivono ancora nelle tende e nelle capanne, che vivono in villaggi dove l’acqua si va a prendere al fiume a chilometri di distanza e la si porta in anfore di creta in testa, o in taniche di plastica,  e non c’e’ luce elettrica nei villaggi.

—Ci ho messo dentro finestre con gli archi. Ho disegnato archi rampanti. Grandi portali. Non riuscivo a smettere. Ho posato la penna e ho aperto e chiuso le dita. Il cieco continuava a tastare la carta. la sfiorava con la punta delle dita, passando sopra a tutto quello che avevo disegnato, e annuiva.

“Vai forte”, ha detto infine.—

La Cattedrale non aveva finestre con archi, ma grandi vetrate con forme che  richiamavano il profilo degli elefanti; la copertura era una enorme tenda di pianta triangolare a rappresentare la Trinità; quest’ultima moderna, portante e rivoluzionava, capovolgendo totalmente, le dinamiche della fisica. Cioè la  struttura era  sostenuta dall’alto, dal tetto;  invece che dal basso, ossia dalle  fondamenta.

—Ho ripreso la penna e lui ha ritrovato la mia mano. Ho continuato ad aggiungere particolari. Non sono certo un artista. Ma ho continuato a disegnare lo stesso……………—

Negli anni della Cattedrale mio padre ha avuto altri infarti e un intervento di By-Pass. Eravamo tutti consapevoli che quel progetto avrebbe potuto ucciderlo per  l’intensita’ ( 30 mesi di lavori ininterrotti) , i viaggi continui, la responsabilità, una tecnica nuova sperimentale di progettazione e di calcolo. Un’opera unica, l’apice della realizzazione di un progettista. Ma tutti insieme abbiamo deciso che a costo della vita quel progetto doveva realizzarsi. 

—E così abbiamo continuato. Le sue dita guidavano le mie mentre la mano passava su tutta la carta. Era una sensazione che non avevo mai provato prima in vita mia.—

Tornati dalle vacanze mio padre ha coinvolto me e mio fratello (studenti di architettura al primo anno) in quel progetto avveniristico visto per la prima volta su un tovagliolo di carta. Ci ha raccontato tutti i dettagli del progetto, tutti i significati in esso evidenti che rispecchiavano la cristianità. La tenda della copertura e’ azzurra come il cielo africano e al suo interno contiene 7 stralli, così si chiamano i cavi d’acciaio inguainati e affogati nel cemento armato. La loro tensione permette le controforze per sostenere tutta la struttura. Indicano le 4  virtù’ CARDINALI  (la prudenza – la giustizia – la fortezza – la temperanza) e le tre virtù TEOLOGALI (la fede – la speranza – la carità), ma anche i 7 sacramenti.

CATTEDRALI: LA MIA. Ivory Coast, Abidjan - St Paul Cathedral
Ing. Aldo Spirito durante i lavori mentre controlla la copertura in cui saranno inseriti gli stralli

Gli stralli uscendo dalla tenda di copertura si agganciano ai campanili che stilizzati indicano il Cristo in Croce e che altissimo abbraccia la città di Abidjan  capitale economica e governativa de  la République de Côte d’Ivoire  , ma visti lateralmente sembrano  la figura di un uomo che trascina il suo pesante fardello. La piazza dalla quale sorgono i campanili ha un’armonica forma di zanne d’elefante.

Modernità, tecnologie avanzate, spiritualità e tradizioni africane in una simbologia esasperata, concreta che man mano si sono compiute sulla terra rossa dell’Africa. Quando la copertura e’ stata agganciata ai campanili e sono state tolte le impalcature che la sorreggevano, tutti gli operai sono fuggiti fuori dalla costruzione temendone il crollo immediato. Rimase mio padre al centro, nel punto staticamente più pericoloso a dimostrare che quella struttura, concettualmente e staticamente costruita al contrario, reggeva. Che magnifico momento avrà vissuto e , se io lo racconto, e’ perché lui lo ha trasmesso con lo stesso coraggio di quel preciso istante in cui l’ultimo puntello e’ stato rimosso.

Poi lui ha detto: “Mi sa che ci siamo. Mi sa che ce l’hai fatta”, ha  detto. “Dà un po’ un’occhiata. Che te ne pare?”—

Nel 1985 La Cattedrale di Abidjan e’ stata consacrata da Papa Wojtyła Giovanni Paolo II, con una cerimonia lunghissima e con tutta la comunità cattolica presente che con musica e balli ha accompagnato l’olio sacro sparso sull’altare, e tutte le funzioni. Le panche all’interno potrebbero essere di più ma sono state disposte a debita distanza per permettere loro di ballare. Per gli africani e’ pura gioia il momento della messa. Con i loro vestiti ricchi di colori vivaci, cantano e ballano durante le funzioni.

—Ma io ho continuato a tenere gli occhi chiusi. Volevo tenerli chiusi ancora un po’. Mi pareva una cosa che dovevo fare. “Allora?”, ha chiesto. “La stai guardando?”

Tenevo gli occhi ancora chiusi. Ero a casa mia. Lo sapevo. Ma avevo come la sensazione di non stare dentro a niente.—

La prima volta che sono entrata nella Cattedrale l’abbraccio di mio padre mi teneva stretta per le spalle, scendeva dai campanili un cono di luce fino a terra ed ebbi, io scettica, la sensazione che Dio faceva capolino per darci il benvenuto in quella casa per lui costruita con estremo amore e passione, a costo della vita. Fu un attimo che mi gelo’ il sangue ma che mi diede grande pace, certa in quel momento che nulla mai ci sarebbe successo. Mio padre, col suo languido sguardo, cercava il nostro consenso alla sua grande opera, come un compito fatto bene e premiato col massimo dei voti.

In contemporanea fu realizzato anche il Santuario alla Vergine Maria, ma questa e’ un’altra storia…………………..

—”E’ proprio fantastica”, ho detto.—

Due anni dopo mio padre e’ morto d’infarto e io, per quasi 30 anni,  non ho mai avuto la forza di parlare di tutto ciò.

Dopo la sua morte in molti hanno cercato di appropriarsi ingiustamente della paternità, anche solo in parte, di quest’opera solo perché hanno partecipato al progetto, ma non un solo disegno e’ uscito dallo Studio Ing. Aldo Spirito senza in calce la sua firma. Nessun calcolo, nessun bozzetto o schizzo o tavola e’ arrivato in cantiere senza il suo benestare. Lo dimostra il fatto che dopo la sua morte nessuno dei professionisti che lo hanno affiancato in questa avventura se l’e’ sentita di proseguire senza di lui; noi figli compresi  ancora acerbi studenti.

Perché raccontarlo, dunque, adesso?

Perché la vita e’ strana, perché  mi e’ capitato per le mani questo libro “Curare la vita con la vita”. Quale altra medicina ci potrebbe essere se non la stessa vita, la riflessione, il dialogo con se stessi e con gli altri. Quale miglior spunto di un libro donato con tanta nobiltà e consapevolezza che potesse essermi d’aiuto.

Perché per una serie di casi fortuiti recenti amici, incontrati per lavoro in tutt’altro settore, sono stati ad Abidjan e hanno fotografato la Cattedrale e, quando ho chiesto qualche foto, me le hanno date con estrema generosità.

Perché mio padre e’ presente sempre nel mio cuore, come e’ giusto che sia, ma raramente nella mia mente e perché, stranamente, lo sento intorno a me in questo momento e ho deciso di condividere questo bellissimo ricordo, convinta che parlarne mi curi una ferita da troppo tempo aperta.

Ringrazio la Dott.ssa Maria Cristina Koch per avermi dato il libro e aver scatenato l’animo;

L’Ing. Cesare Bonadonna per avermi inviato le sue foto© della Cattedrale fatte l’anno scorso;

Ringrazio anche Sistema Eduzione che, passo passo mi sta dando input che stanno migliorando la mia vita, a volte senza che nemmeno me ne accorgo, che non e’ del tutto vero. Sicuramente una metodologia di ragionamento porta a meditazioni profonde che ampliano la visione della propria quotidianità e la migliorano.

Gallery

CATTEDRALI: LA MIA. Ivory Coast, Abidjan - St Paul Cathedral
Cattedrale di Abidjan Ing. Aldo Spirito – foto di Cesare Bonadonna©
CATTEDRALI: LA MIA. Ivory Coast, Abidjan - St Paul Cathedral
Cattedrale di Abidjan Ing. Aldo Spirito – foto di Cesare Bonadonna©
CATTEDRALI: LA MIA. Ivory Coast, Abidjan - St Paul Cathedral
Cattedrale di Abidjan Ing. Aldo Spirito – foto di Cesare Bonadonna©
CATTEDRALI: LA MIA. Ivory Coast, Abidjan - St Paul Cathedral
Cattedrale di Abidjan Ing. Aldo Spirito – foto di Cesare Bonadonna©
CATTEDRALI: LA MIA. Ivory Coast, Abidjan - St Paul Cathedral
Cattedrale di Abidjan Ing. Aldo Spirito – foto di Cesare Bonadonna©

 

 

CATTEDRALI: LA MIA. Ivory Coast, Abidjan - St Paul Cathedral
Cattedrale di Abidjan, Ing. Aldo Spirito – foto di Cesare Bonadonna©

ciao Papa’

Read more

error: Contenuto protetto !!