Marcella Angeletti ha inventato tanti cappelli bellissimi per ogni testa e ogni circostanza , ma questa volta ha scelto la “nuance ” di grigio più adatta , per millesimare come fosse un “grand cru” dall’annata memorabile, una sua creazione geniale, dotata di decorazioni bianche dal nastro antracite che ne risalta lo stile.
E sono piume bianche leggere e sinuose agitate dal vento della speranza che si estendono per insistere sul cuore della raccomandazione di saggezza casalinga , a mo’ di slogan calcolato, invito al giusto stile di vita, in questo momento cruciale.
La designer non perde l’occasione per rivisitare un cappellino classico, come se la moda di un accessorio semplice, che ci piacerebbe portare anche in casa per recarci dalla cucina al salotto, fosse trasformato in un’arma di resistenza collettiva, capace di dare forza a tutti .
Andrà bene, finirà presto, quest’idea dà libero corso alla nostra immaginazione, annulla la nostra vulnerabilità, spazza via la paura, cosi da poter di nuovo disegnare un progetto di vita, attivare i nostri sogni per ritrovare una vita ancora più ricca di piacevoli sfumature.
CONSIGLIO FASHION :
E’ un modello che sta bene a tutte e tutti, ve lo consiglio per averlo indossato insieme agli altri invitati, al garden party della Marchesa Sylvia Caradessi del Villar Silenzi, l’anno scorso.
La pantera, simbolo della Maison Cartier e la sua storia
Vi è mai capitato di vedere, almeno in fotografia, una signora elegante che porta a passeggio una pantera ?
La Marchesa Casati, e il regno della pantera
nobildonna stravagante e collezionista d’arte che diventerà un’icona dei surrealisti ne portava due al guinzaglio a Venezia.
Siamo nei primi anni del ‘900 , l’animale è di moda.
Nel 1914, Cartier fa realizzare un dipinto ad acquarello dal pittore Georges Barbier “la dame à la panthère”, che rappresenta una signora elegante con ai suoi piedi una pantera nera come invito a una mostra di gioielli.
Jeanne Toussaint e le sue pantere
Il suo regno comincia rue de la paix nel 1933 , Jeanne Toussaint che conosce molto bene Louis Cartier da dieci anni, è nominata direttrice artistica della famosa maison di Parigi fondata nel 1847, è amica di Mademoiselle Chanel, ha creato per la stilista, una collezione di borse.
Jeanne Toussaint
Lei non è sposata, Louis Cartier, separato dalla moglie Andrée Caroline Worth nipote del genio della moda del Second Empire, intimidito dalla sua bellezza, è conquistato dal suo gusto, e dal suo intuito femminile .
Lei porta un po’ di colore e di fantasia nel mondo del nipote del fondatore, che è già una leggenda nel campo della gioielleria, amatore di pietre preziose, ha creato lo stile “guirlande”, poi art decò. Il loro legame sentimentale durerà fino alla morte di Louis nel 1942 .
Questa donna indipendente , non proprio demi mondaine ma un po’ emarginata perché ha rifiutato un destino di borghese, è ricca, i divani di casa sua sono ricoperti di pellicce di pantera, avrà sicuramente incrociato la Marchesa Casati Stampa di Soncino .
Nel 1917 è solo cliente, ordina un beauty case e ci fa mettere una pantera appoggiata sul coperchio.
Ci vorranno vent’anni prima che l’animale diventi un’ icona.
IL MOTIVO E IL REGNO DELLA PANTERA
Il motivo della pantera continua ad affermarsi nel corso degli anni nelle creazioni della Maison, le placche che vanno ad impreziosire borsette da sera si allargano e appaiono le macchie dell’animale sui gioielli.
Non è un caso se , nel 1914 e nel 1915 la tecnica di pavage quando si aggiunge l’onice al diamante viene usata per decorare due orologi, evoca il pelo del felino.
Ma come mai il team di orefici è in grado di realizzare felini così realistici?
Uno dei disegnatori della Maison Peter Lemarchand arrivato nel 1927, lavora in stretta collaborazione con Jeanne Toussaint , si reca regolarmente allo zoo di Vincennes per osservare la muscolatura e i movimenti della pantera .
Jeanne Toussaint
LA DUCHESSA DI WINDSOR
Nel 1947, è una celebrity che contatta la direttrice artistica , la Duchessa di Windsor, moglie di Edoardo VIII, che per lei ha rinunciato al trono d’Inghilterra, e che fa incidere un messaggio d’amore nei regali a Wallis , adora i gioielli al punto che ogni sua mise è studiata per far risaltare un pezzo importante, un modo per mettere a tacere le critiche. Grazie a lei diventa possibile portare gioielli anche di mattina .
I duchi di Windsor il giorno del loro matrimonio, il 3 giugno 1937 (Central Press/Getty Images)
The wedding of Duke of Windsor, Prince Edward and Mrs. Wallis Warfield was celebrated at the Cande Castle, France on June 3, 1937, near Tour. After the ceremony, the duke and “her grace” agreed with the posing on the castle terrace. Left to right: Mr. Hermann Rogers witness of Mrs. Warfield, duchess, Duke of Windsor, and Major Metcalf, first former king of England’s witness. (AP Photo)
Wallis Simpson possiede uno smeraldo cabochon rettangolare di 116,75 carati , diventa una spilla in oro, con una maestosa pantera dal pelo tempestato di macchie in smalto nero seduta sulla gemma.
Un anno dopo la duchessa si reca di nuovo da Cartier, questa volta le due donne si mettono d’accordo per far montare uno zaffiro Kashmir, cabochon di 152,35 carati, grande come una palla di ping pong, la duchessa vuole un’altra pantera interamente coperta di pietre preziose.
Il risultato è strepitoso, questo capolavoro che scelse di portare durante un evento dove era presente la famiglia reale ebbe un significato politico e estetico, fu per lei come una dichiarazione d’indipendenza.
Ordinerà altre due felini, il primo è a forma di bracciale, morbido, si arrotola intorno al polso , la seconda pantera è una spilla , i due modelli sono coperti di onice e diamanti.
Altre signore eleganti s’innamorano presto del felino nato nell’immaginazione di Jeanne Toussaint.
IL SUPERGATTO, la pantera di Jeanne Toussaint
Il Supergatto esercita sempre più fascino sull’alta società.
Dalla messicana Maria Felix, a Daisy Fellowes , mondana e direttrice di Harper’s Bazar , che si fa realizzare il felino nella posizione della pecora, simbolo dell’ordine cavalleresco della Toison d’or, la ricca ereditiera e filantropa Barbara Hutton passando per Nina Dyer, principessa e moglie dell’Aga Khan che nel 1958 commissiona il primo bracciale rigido con 2 teste di pantera in diamanti zaffiri e smeraldi e una broche progettata con elementi che si possono trasformare in orecchini.
L’animale iconico perenne, non finisce d’ispirare i creatori, alle volte è presente sul bracciale di un orologio dove è attaccato o si vede sul quadrante dipinto come una miniatura elegante e colorata. Ma la pantera è anche presente in una preziosa collezione di occhiali .
LA MAISON E IL SIMBOLO DELLA PANTERA
Spesso la Maison crea dei capolavori, nel 2018 fu realizzato un prezioso orologio in edizione limitata, in oro rosa e diamanti, sul quadrante, a ogni movimento del polso si riversa una pioggia di sfere d’oro lasciando apparire una testa di pantera , è derivato dalla tecnica antica della clessidra e frutto di 5 anni di lavoro.
Ma per segnare l’ingresso nel XXI esimo secolo, nel 2014, viene creato una forma stilizzata, sfaccettata della pantera che ritroviamo in eleganti anelli e bracciali .
E’ quello che i curatori della mostra fotografica a Milano, aperta in via Gesù, hanno voluto rappresentare con un modello fosforescente, strutturato in una mega statua dell’animale esotico.
Il visitatore è subito colpito all’ingresso da questo modello tridimensionale, maestosamente futuristico, che si stacca dal fondo rosso tradizionale della famosa Maison.
Quella che nella mitologia greca allattò Dioniso, portatrice di luce e nel medioevo, guardiana del mistero, simbolo di coraggio valore e potere ha sempre rappresentato la femminilità in tutti i suoi aspetti.
E se la donna è un enigma di cui non si ha la chiave, il panorama mediatico ha contribuito a diffondere questo mito.
Non solo nella gioielleria, ma anche nella moda, da Versace a Krizia ( chiamata la pantera del made in Italy), a Dolce e Gabbana, passando per Gucci e Cavalli, l’identità della donna e il suo stile sono strettamente connessi.
Sul catwalk, nella sua definizione felina, non finiremo mai di vedere sfilare la donna pantera , sinuosa, dal look animalier, che si distingue e combatte per i propri ideali.
DURANTE I SALDI, SALDATE insieme SAGGEZZA E FANTASIA !
di Michelle Kling Hannover
Dalla semplice spesa quotidiana allo shopping durante i saldi , il bon ton aiuta a vivere meglio.
Salutare quando si entra in un negozio, ma anche quando si esce anche senza avere acquistato niente ; non mettere in causa le competenze del personale; impedire ai bambini presenti in una struttura commerciale di non comportarsi come fossero in un parco giochi, sono alcune delle regole del savoir vivre di oggi e di sempre.
Ognuno avrà cura di aspettare il proprio turno..non impazientirsi alla cassa se le macchine non funzionano. Meglio non insistere sulla qualità scadente di un prodotto, si rischierebbe di passare per maleducato. La negatività non è di buon gusto.
Durante i saldi l’affluenza ci lascia poco tempo per riflettere, teniamo sempre presente gli abbinamenti possibili di un capo e come inserirlo nel guardaroba e nella vita che conduciamo, in quale occasione potrebbe servire.
E’ difficile non farsi prendere dalle emozioni , e non facciamoci ingannare dai prezzi bassi e da oggetti inutili e presentati armoniosamente grazie al visual merchandising.
Chi non ha mai sognato di trovare l’accessorio ammirato in vetrina e ritrovarlo a prezzo scontato alcuni mesi dopo? E’ bello costruirsi un look tanto desiderato , basta non essere tanto schiavi della moda.
Ai giorni d’oggi il vintage non scandalizza più anzi è diventato un pregio. Personalmente ,( e la mia confessione va contro il marketing) il 50% che si trova nei miei numerosi armadi proviene dai saldi , compreso le sontuose toilette di alta moda.
Ragazzi di tutte le età, in questi tempi di crisi, vi consiglio di acquistare capi quanto più basic per poi aggiungerci un accessorio fashion anche per distinguersi dalla massa .
LE PAILLETTES , IL FASCINO DISCRETO DELLA LUMINOSITA’
di Michelle Kling Hannover
Tanti puntini luminosi che ci fanno sentire luminose come stelle che ci accompagnano nel regno dei sogni ., queste sono le petites pailles alias sequins che proviene dalla parola veneziana zecchino invece di cucire monete d’oro nel ‘500 della Serenissima, furono applicati piccoli pezzi luminosi .
Ma che cosa hanno di tanto speciale questi minuscoli pezzi al punto che Leonardo da Vinci inventò una macchina per tagliarli ?
Perch’ già allora le donne alla corte degli Sforza volevano sentirsi delle fate frosty chic come del resto le egiziane ai tempi di Tutankhamon
Magia della primavera in pieno inverno , un abito paillettato è il mezzo più veloce per illuminare la quotidianità , una sobrietà luminosa, una sicurezza galvanizzante le paillettes , il leitmotiv della moda in questo momento; e non solo per la sera ?
Rendono irresistibile , danno vertigini , per contrastare un livestyle della nostra epoca, troppo rigoroso che tende al grigio. Sono l’ultimo rifugio della bellezza e del meraviglioso couture , il finale di una poesia folle.
E ci vogliamo sentire tutte delle gypsy mordorees forti come le icone glamour del cinema che spariscono per ricomporsi nel mondo magico della moda dettata dalla settima arte.
Per saperne dosare l’intensità , il colore e le sfumature , non basta giocare allo stilista revival dotato di una fantasia pratica , bisogna essere dotati di semplicità classicheggiante .
Le paillettes servono a farsi ricordare , più che a farsi notare , è come portare tanti gioielli in una volta ma senza rischiare l’overdose in questo caso contrastiamo il pensiero di Mademoiselle Chanel , con moderazione “more is more ”
AGGHIACCIANTE polemica ovunque, MA L’OBIETTIVO e’ fare….BINGO!
Convivio NASCE DA UN’IDEA di Gianni Versace nel 1992 la solidarietà sostenuta dalla moda e dello spettacolo per raccogliere fondi per la ricerca sull’ HIV in Italia dove non esistono fondi governativi dedicati. in Italia, infatti, ogni anno 120.000 persone vengono infettate dall’HIV, 10 nuove infezioni al giorno, soprattutto tra i più giovani.
Andrea Gori, direttore dell’Unità operativa di malattie infettive dell’ospedale San Gerardo di Monza, università degli Studi di Milano-Bicocca e membro del direttivo Anlaids Lombardia- sostiene che Oggi se ne parla sempre meno, ma l’AIDS continua a colpire e uccidere.
Alcuni numeri, giusto per rendersi conto che il problema e’ attualissimo, drammatico e in crescita
3695 nuove diagnosi di HIV ogni anno.
1 nuovo caso ogni 100.000 residenti.
Fenomeno in crescita tra i giovani tra i 25 e i 29 anni tramite contatti eterosessuali.
120.000 persone sieropositive,
l’Italia si colloca al 12° posto, tre le nazioni europee, in termini di incidenza HIV.
I dati sono tratti dal Notiziario della Istituto Superiore della Sanità che dipingono una situazione drammatica, una costante “emergenza” sanitaria che va affrontata con le due armi realmente efficaci: l’informazione e la ricerca.
Dall’8 al 12 giugno “Convivio”, oltre 170 brand hanno donato i loro capi di abbigliamento, accessori e oggetti di design vendendoli al pubblico a metà prezzo per contribuire a sostenere la ricerca nella lotta all’AIDS
In un’area dedicata si e’potuto fare l’Easy Test in forma anonima e gratuita attraverso un tampone orale , rapido e indolore, che rivela in pochi minuti l’eventuale presenza di anticorpi HIV e HCV.
Inoltre sono stati distribuiti durante l’evento profilattici griffati con l’intento di specificare quanto la moda sia impegnata nella prevenzione.
Quest’anno per Convivio, Ego of White, Red & Green ha creato una campagna pubblicitaria di grande impatto e risonanza sui social dove polemiche e commenti negativi si sono davvero sprecati. Un deciso e potente cazzotto allo stomaco, ma molto efficace visto che la parola AIDS e’ ritornata alla ribalta non rinchiudendosi di nuovo solo negli ospedali.
UN CLAIM FORTE E CHIARO
Direttrice di Vogue Italia Franca Sozzani
«“L’Aids è di moda” è un messaggio che va molto oltre lo stigma della malattia, vuole portare allo scoperto un problema -. La malattia esiste». necessario non abbassare la guardia…..MEGLIO FASHION VICTIM CHE AIDS VICTIM
Sui social succede di tutto!!!!!
La locandina dell’evento mostrava, in origine, i volti delle due testimonial – due ‘icone’ della moda come la direttrice di Vogue Italia Franca Sozzani e la stilista Donatella Versace.
Donatella Versace
Il messaggio pubblicitario finisce nel mirino di commenti e polemiche tanto che la Versace si dissocia e dichiara che non ha mai autorizzato l’utilizzo della sua immagine per questa campagna, continuerà la sua lotta contro l’AIDS con impegno e con mezzi e parole più idonei ( non so se i mezzi idonei e soft possono essere sufficienti a richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica).
Ho apprezzato molto la Sozzani che al contrario, oltre a rimanere testimonial della campagna, ha rinnovato l’importanza del messaggio e l’obiettivo che con tanto clamore e’ stato raggiunto.
E’ innegabile che la campagna Convivio abbia raggiunto l’obiettivo di far parlare dell’evento, scegliendo un modo non tradizionale utilizzando la provocazione come “arma” e i social network come “campo di battaglia”.
Una campagna choc ma non trovo di cattivo gusto. La trovo forte, pungente, polemica, controversa, potente e significativa.
L’obiettivo era stupire e pare dal clamore, che sia riuscita nell’intento, ma hanno dovuto apportare una modifica……………………..un bel punto di domanda!!!!
Ci sono così tante pessime e brutte campagne pubblicitarie senza un fine che la meta’ basta, a volte provocatorie e di cattivo gusto veramente.
Altre invece, il cui precursore e’ stato Oliviero Toscani, che ha toccato spesso temi difficili con campagne pubblicitarie sempre molto forti e di cui si e’ parlato e chiacchierato tanto, ma con il chiaro intento di SENSIBILIZZARE anche se in modo polemico e provocatorio.
Benetton, 2003 sostiene il Programma Alimentario Mondiale.
Benetton, i baci inconsueti
Oliviero Toscani contro l’Aids
e contro l’Anoressia
Oliviero Toscani contro il bullismo
e contro la violenza e le differenze
La comunicazione e’ sempre un fatto delicato, soprattutto se i temi sono caldi come quello dell’Aids. Tempo fa non si parlava d’altro, era attuale e di moda. Campagne, associazioni, manifestazioni e di tutto di più. Noti personaggi dello spettacolo vittime di HIV hanno fatto coming out, sono morti e se ne parlava.
Poi, d’un tratto, non se ne e’ più parlato.
A dir la verità, io stessa ero convinta che col passare degli anni si fossero trovate cure e vaccini, visto che non sembrava più un argomento attuale.
Ecco quindi, una campagna pubblicitaria scioccante e provocatoria , ma efficace, che riporta alla ribalta il problema. E tanto più ha fatto scalpore e fatto parlare e discutere, tanto più ha raccolto visibilità e fondi per la ricerca.
Si e’ inaugurata l’8 giugno un’estate di arte e lusso easy a Milano, sognando una principessa contemporanea e irriverente. MAD Zone®, il concept store di via Brera 2, nato per dare spazio ai nuovi talenti con un mix inedito di moda, arte e design.
Un evento speciale, per inaugurare la presenza presso lo store MAD Zone® del marchio pregiato di accessori Leu Locati, firma di vere e proprie opere d’arte.
Un’occasione rara in cui la collezione di borse si mostra al di fuori dello storico laboratorio milanese, dove da oltre cento anni viene realizzata una pelletteria intramontabile che ha conquistato e tutt’ora affascina, generazioni di regine e principesse, da Grace Kelly, Carolina di Monaco a Diana Spencer e la Regina Elisabetta II d’Inghilterra.
Feeling like a Princess
‘Feeling Like a Princess – La quotidianità del lusso’: per dare uno sguardo al mondo del lusso contemporaneo con la gioia di scegliere la qualità e la bellezza e raccontare una storia attraverso gli oggetti..
Seguendo l’asse Milano-Roma i protagonisti sono il marchio di accessori milaneseLeu Locati, che ha creato dalla fine dell’Ottocento borse scelte da principesse e regine, attrici di ieri e di oggi in tutto il mondo, e le opere del ritrattista e illustratore romano Roberto Di Costanzo con la sua collezione ‘La Belle Societé’.
Entrambi sono l’emblema del passato calato nell’oggi. Di Costanzo ci riporta all’usanza di una volta dei ritratti che sembra così lontana nel tempo e nella tradizione, ma il tratto e’ moderno e i suoi racconti per ogni soggetto sono così vivaci e appassionati da renderlo odierno e fresco. I ritratti ad inchiostro di china e dipinti ad olio viaggiano tra Milano, Roma e Parigi modernizzando il codice del ritratto signorile d’altri tempi, cogliendo la personalità di ogni soggetto.
Roberto Di Costanzo
Catch Michelle, la collezione di abiti fantasiosi e surreali disegnati dalla stilista londinese Michelle Teleaga, arricchirà con un tocco di raffinata irriverenza il mondo MAD Zone®
Gli abiti della stilista londinese Michelle Teleaga
Tania Mazzoleni con le modelle
MAD Zone® diventa il nuovo store di riferimento per tracciare le tendenze più attuali.
I ritratti di Roberto Di Costanzo arrivano per la prima volta a Milano, dopo il successo a Roma e Parigi e le borse di Leu Locati sono per la prima volta, dopo oltre vent’anni, disponibili al pubblico in una vetrina al di fuori del misterioso e affascinante laboratorio di via Cosimo del Fante.
I ritratti di Roberto Di Costanzo
Il marchio Leu Locati e’ stato celebrato da un video prodotto da MAD Zone® per la regia di Marco Missano, classe 1984, che e’ stato proiettato per la prima volta durante l’inaugurazione dell’altra sera.
Il video per celebrare Leu Locati
Per chi ama il design sorprendenti e scultoree le lampade dell’architetto Marcello Albini, entrambe impreziosite da cristalli Swarovski: Medusa de La Murrina e Heidi prodotta da Italamp, indimenticabili riflessi di luce perfetti per entrare nel mood MAD Zone® .
MAD Zone® si forma di evento in evento. Ogni volta, e’ un episodio nuovo. Diventa salotto culturale creato per scoprire e acquistare pezzi unici e originali di nuovi talenti emergenti provenienti dal mondo dell’arte, della moda e del design che cercano la bellezza nelle sue varie forme. L’idea di uno spazio strano, camaleontico e coinvolgente nasce da Tania Mazzoleni, giornalista, imprenditrice e cool hunter, fulcro creativo di MAD Zone®capace di dare un senso alle tantissime storie in esso contenute e, a costruire progetti importanti e unici.
“Diventa quello che sei”
Tania crede ciecamente nell’estro creativo e afferma “Credo fermamente che la creatività non faccia errori: produce idee, più o meno apprezzate, che nascono da un processo che va comunque premiato per la propria originalità.”
Tania Mazzoleni con Stefano Ferri
Il segreto di MAD Zone® e’ quello di essere un Concept Store che perde il valore di spazio per lo shopping e diventa un luogo dove tutto può succedere.
L’allestimento e’ volto alla sensorialita’, ed entrando si ha la sensazione di entrare nel Paese di Alice, ci si rende conto che tutto quello che circonda va osservato con attenzione perché ha un fil rouge che in qualche modo conduce tutta l’atmosfera in un avvolgimento sensoriale e visivo. Colori, prodotti, piante, oggetti. Una vasca di pesci rossi si accompagna ad una borsa di struzzo Orangine. In effetti ci si domanda che c’entra ma quella borsa, la sua forma, a fianco alla trasparenza del vetro, col richiamo di colore dei pesci sta d’incanto in quel contesto.
Design e artisti stanziano in questo spazio, chiacchierano e incontrano il pubblico come se fosse assolutamente normale in un continuo dialogo tra moda, arte e design, oggetti, autori, creazioni e creativi.
Non può quindi stupire che sia presente un brand del lusso come Leu Locati, meno ancora può stupirmi l’unione di questa meravigliosa famiglia, dove per lusso intendo la preziosità della lavorazione artigianale di un tempo, realizzata come allora, fatta con lo stesso amore e passione di allora.
‘Feeling Like a Princess – La quotidianità del lusso’: e’ l’occasione per far conoscerel’avventura di Leu Locati , raccontata direttamente con gran cuore Daniele Amato, figlio di Paolo e Flavia Amato eredi Locati:
“Luigi Locati, più di un secolo fa, apre una piccola attività artigianale di decorazione delle copertine in pelle di libri sacri. È un artigiano attento a tutto ciò che lo circonda e con una spiccata sensibilità artistica e imprenditoriale. Fa coesistere mondi apparentemente diversi: la bellezza del decoro delle copertine dei libri, la realizzazione a mano delle cartelle per il clero, e i preziosi sacchettini di piccolo punto ricamati per le dame della nobiltà di quel tempo.”
Luigi, poi, abbandona il decoro dei libri per dedicarsi esclusivamente a lavorare la pelle e i tessuti per creare “contenitori” raffinatissimi e molto eleganti per le dame dell’epoca.
“Princess” a piccolo punto
Nel 1988 Paolo Amato chiamato dal suocero Gianni Fumagalli all’epoca presidente e titolare della società, sacrifica i suoi libri di matematica per fargli da spalla e iniziare a studiare il mestiere collaborando con gli operai, osservando tutte le fasi lavorative e le scelte commerciali del suocero.
Le pochette della regina Elisabetta II
“Paolo cerca di memorizzare tutto ciò che Gianni e gli operai gli spiegano, lavorano insieme in azienda, a casa, sempre . ogni momento e’ un arricchimento….. Ma in realtà viene programmato il futuro.”
A tutt’oggi, quando si entra in Leu Locati, vige un’energia e un’entusiasmo collaborativo che deriva, a parer mio, dall’unione familiare, dalla tradizione, dalla mano d’opera spesso cresciuta in quella realtà’, dall’onesta’ di una volta, dalla professionalità e dall’etica per cui una stretta di mano e’ come un patto firmato.
Daniele e Paolo Amato
Si aggiunge alla squadra , nel 2002, Flavia Fumagalli, la voce storica dell’azienda. Ancora mostra con malinconia e fierezza, tenerezza e commozione i registri dove ci sono modelli, appunti, modifiche, cerniere e conteggi scritti a matita dal padre, e guai, giustamente, a toccarli. E nel 2003 si aggiunge anche la figlia Fulvia, che passa ore in azienda e al banco ad imparare l’arte della pelletteria.
L’ultimo che raggiunge i banchi di lavoro in ditta e’ Daniele, che fin da piccolino ha respirato e masticato il mestiere che risale a più di un secolo fa.
I Leu Locati al completo: Fulvia con marito e figli, Daniele con Ilaria, Paolo e Flavia Amato
Aveva solo 7 anni quando ha disegnato i primi modelli di scarpe e detiene il titolo di designer di calzature più giovane al mondo. Da quattro anni partecipa al MICAM e il suo marchio A.D. Amato Daniele ha già guadagnato il suo spazio nel mercato.
Modello di Daniele per Leu Locati
Daniele, seppur giovanissimo, conferma la tradizione artigianale della Leu Locati appartenente agli ultimi “maestri” pellettieri della scuola milanese, nel cuore della vecchia Milano.
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