“OVER THE RAINBOW”, SIMBOLO DEL RISCATTO OMOSESSUALE.

"OVER THE RAINBOW", SIMBOLO DEL RISCATTO OMOSESSUALE.

“OVER THE RAINBOW”, SIMBOLO DEL RISCATTO OMOSESSUALE.

Canzone immortale e simbolo raccontata da Sonia Vettorato

Chi non ha ascoltato almeno una volta questo dolcissimo brano? Nato per il film “Il mago di Oz” ha visto la luce del 1939 e da allora ha avuto un crescente successo. Prova ne è che centinaia di cantanti e band ne hanno dato la loro versione. E’ stata utilizzata per film, spot pubblicitari, sigle di serie televisive…ha preso l’Oscar.

Molti non sanno però che ha rischiato di essere scartata dal film  per il suo messaggio di speranza diventato un simbolo del movimento omosessuale nel mondo. E ‘ stata portata al successo da Judy Garland, lei stessa icona  del movimento omosessuale.

Dotata di  talento, eccelleva come attrice e cantante e ballerina. Grazie al suo fascino che potrebbe competere con quello di Marylin Monroe, alla sua voce sensuale, alle sue abilità da ballerina e anche al suo aspetto fisico, fu una delle artiste più importanti del XX secolo.

La sua grande occasione arrivò proprio quando le venne offerto di interpretare Dorothy nel musical “Il mago di Oz”. In questo musical cantò “Somewhere over the rainbow”, la canzone di cui vi parlero’ questa volta. Il pubblico fu conquistato e fu l’inizio di una lunga e brillante carriera. Ma Judy cominciò ad assumere farmaci contro lo stress dei quali rimase dipendente per tutta la vita e diventandone la causa di morte 46 anni fa. Successe pochi giorni prima che con i moti di Stonewall la comunità LGBT americana segnasse il punto di partenza e di non ritorno del proprio movimento di liberazione.

Molti legano la morte di Judy a quella rivolta che l’ha seguita, come l’arcobaleno dopo la pioggia, del 28 giugno 1969  con un’arcobaleno sulla bandiera. “Over the Rainbow” e’ una combinazione unica di vulnerabilità e forza, come lo era lei.

"OVER THE RAINBOW", SIMBOLO DEL RISCATTO OMOSESSUALE.
Il Mago di Oz

Legato alla sua carriera artistica è anche uno dei primi  meeting della gay community: il  concerto del 1960 al Carnegie Hall di New York. Nei campus americani dai tardi anni 40, definirsi “amici di Doroty” era una chiara dichiarazione di omosessualità, un modo per riconoscersi e farsi riconoscere nelle piccole comunità semi clandestine.

Judy Garland fu sposata per sei anni con il regista Vincente Minnelli, dalla quale unione nacque Liza Minnelli, altra indiscussa icona. Vincente la tradiva in continuazione e con chiunque.

Judy adorava il padre Frank Gumm, anche lui omosessuale e  spudorato. Si parla di una presunta bisessualità della stessa Garland, legata ad una giovane caratterista del musical.

"OVER THE RAINBOW", SIMBOLO DEL RISCATTO OMOSESSUALE.
Judy Garland

Sfortunata in amore, dedita all’abuso di alcool e farmaci, la sua vita tormentata diventa specchio di altre vite tormentate e in cerca di riscatto, e le sue canzoni saranno  colonne sonore di intere generazioni di gay. Questa è una sua celebre affermazione:”Ho sempre preso ‘Il mago di Oz’ molto sul serio, sai. Credo nell’idea dell’arcobaleno. E ho trascorso la mia intera vita cercando di superarlo.”Over the Rainbow” scritta da Harold Arlen con testi di E.Y. Harburg.  significa infatti letteralmente “Oltre l’arcobaleno”.

Il brano  nel 1981 ha vinto il Grammy Hall of Fame Award. I discografici statunitensi l’hanno eletta “miglior canzone del XX secolo”. Eppure rischiò di essere scartata dalla produzione de ” Il Mago di Oz” , il film del 1939 che l’avrebbe resa immortale grazie anche ai consigli del celebre Ira Gershwin autore di “But not For Me” che suggeriva a Harburg di semplificare l’armonia e i versi per avvicinarla al personaggio del plot.

Nel Libro la piccola Dorothy e’ immersa in uno scenario di completa desolazione; sconsolato panorama magistralmente restituito da uno squallore mono-cromatico che avvolge luoghi e persone. Il termine ‘gray’ drammaticamente reiterato senza mai un sinonimo (che ne avrebbe indebolito l’effetto), non ci lascia dubbi: tutto, lì intorno è grigio. Grigia è la prateria del Kansas, grigia la terra arata, grigio il sole, grigia la casa, grigio il cielo, grigi gli occhi e le labbra della zia Em, grigio lo zio Henry. Non a caso la prima parte del film sarà girata seppia (destinando lo sfavillante technicolor per l’ingresso di Dorothy nei luoghi fiabeschi).

Gli unici colori che Dorothy avrebbe potuto vedere in quel brullo scorcio sarebbero stati quelli dell’arcobaleno. E scegliendo con cura le parole che una bimba avrebbe potuto cantare per esprimere le suggestioni di quell’incanto, il paroliere scrive “Over the Rainbow”. […]

l team è rappacificato: la musica e il testo di “Over the Rainbow” hanno trovato la loro collocazione nel plot di The Wizard of Oz, uno dei primi musical integrated nella storia del genere. Ma i guai per la song non sono ancora finiti.

Alcuni della produzione sono convinti che la canzone rallenti il racconto; altri ancora adducono strampalate giustificazioni come quella che ritiene «disdicevole per una star della MGM esibirsi nel cortile di una fattoria!». Freed allora fa la voce grossa e, con insospettabile autorevolezza per un produttore al suo primo incarico, salva la canzone. Se non lo avesse fatto, avremmo perso una delle piu’ belle melodie di tutti i tempi.

E’ curioso che il tema di Over the Rainbow presenti una spiccatissima somiglianza sia armonica che melodica con il tema dell’intermezzo (noto come Sogno di Ratcliff) dell’opera Guglielmo Ratcliff di Pietro Mascagni, composto nel 1895 e durante la seconda guerra mondiale furono le truppe americane che combattevano sul fronte europeo contro il nazifascismo ad adottarla come inno e simbolo stesso degli Stati Uniti

Tantissimi sono i cantanti che si sono cimentati nell’esecuzione di  versioni strumentali e cantate : tra i tanti Eva Cassidy, Keith Jarrett , Chet Baker, Joe Satriani, i Deep Purple, i Jerry Lee Lewis,  Glenn Miller, Nick Cave, Aretha Franklin, Tom Waits, Celine Dion, , Mina, Sarah Vaughan, Mariah Carey, Kylie Minogue, Ray Charles, Malika Ayane, Tori Amos, Amanda Lear, Milva Barbra Streisand . E ‘ diventato tra l’altro uno standard jazz tra i piu’ eseguiti, partendo dalla bellissima versione di  Art Tatum si cimentarono tra gli altri Bud Powell ,Erroll Garner,André Previn Keith Jarrett .

Questa bellissima canzone e’ stata cantata da tantissimi cantanti anche italiani e di seguito la traduzione del testo

"OVER THE RAINBOW", SIMBOLO DEL RISCATTO OMOSESSUALE.
Malika Ayane

Cos’è l’arcobaleno? Vi emoziona, vi incanta?

Da sempre ha suscitato stupore : affascinante e misterioso, fenomeno durevole ed insieme effimero, l’arcobaleno è stato sempre collegato alle divinità da molte culture del mondo.

Per i Cinesi l’arcobaleno era una fessura nel cielo sigillata da una divinità con pietre di sette diversi colori. I Greci credevano fosse il sentiero percorso da un messaggero che gli dei inviavano agli uomini. Per i Vichinghi l’arcobaleno era invece un ponte, che collegava la dimora degli dei e la terra degli uomini. Per gli Indù è l’arco di Indra, il dio del fulmine e del tuono.

C’è anche una curiosa leggenda che lega l’arcobaleno ai folletti.

In particolare in Irlanda si crede che un particolare folletto irlandese (il leprechaun) nasconda il suo prezioso pentolone pieno d’oro proprio alla fine di un arcobaleno.

Questa luce multicolore è anche un simbolo di speranza, dopo l’oscurità e i pericoli della tempesta.Secondo un antico racconto biblico, quando smise di piovere e le acque cominciarono a ritirarsi, Dio stesso pose il proprio arco sulla terra per suggellare la promessa di non inviare più il Diluvio sulla Terra.

Godiamoci la versione di questo bellissimo brano eseguito da Sonia Vettorato.

 

 

 "OVER THE RAINBOW", SIMBOLO DEL RISCATTO OMOSESSUALE.
Sonia Vettorato

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MIMI’ “ALMENO TU NELL’UNIVERSO” raccontata da Sonia Vettorato

MIMI' "ALMENO TU NELL'UNIVERSO" raccontata da Sonia Vettorato

MIMI’ “ALMENO TU NELL’UNIVERSO” raccontata da Sonia Vettorato 

Mia Martini a quasi 21 anni dalla sua scomparsa del 15 maggio 1995 rimane senza dubbio una delle migliori interpreti della canzone italiana . I suoi successi sono numerosissimi e tutti apprezzati non solo dal pubblico ma anche dalla critica. La sua voce, intensa e struggente colorata di mille sfumature, ci ha accompagnato per molti anni. Spesso l’abbiamo vista scomparire per lunghi periodi, poi l’ennesima risalita. Silenzi a volte voluti e a volte no. Testarda, professionista, diffidente verso il suo ambiente, sola. La sua vita era la musica. Nel suo canto la passione sanguigna del sud. Il percorso artistico di Mia Martini non è stato dei più facili. Il proprio successo lo ha costruito caparbiamente senza forzature, senza quei compromessi tipici di chi si adegua all’industria discografica, sempre coerente con le proprie idee, al punto di rinunciare alla celebrità facile , a stare sulla cresta dell’onda , anche alla vita.

Oggi vi propongo un brano che è stato reinterpretato da tanti altri artisti e tra tutti mi piace ricordare  le versioni di Mina e di Elisa.

Il brano che vi propongo e'”Almeno tu nell’universo” che Mimì (come veniva chiamata) presentò al Festival di Sanremo del1989.
Un pezzo che a mio parere e’un vero e proprio capolavoro.
Fu scritto da Bruno Lauzi e Maurizio Fabrizio nel 1972 e lasciato
da parte per ben 17 anni perchè ritenuto troppo avanti per quegli anni, ma quando fu rispolverato contribuì in maniera determinante al rilancio della grande interprete che da un po’ era in disparte.

MIMI' "ALMENO TU NELL'UNIVERSO" raccontata da Sonia Vettorato
Mia Martini

Il testo può essere interpretato come una canzone d’amore rivolta all’unico uomo che si distingue in una massa di esseri poco significativi e scarsamente meritevoli, ma più che altro sembra essere un’accusa alla società contemporanea.
Non tanto quindi una lettera d’amore per un destinatario non specificato, ma un modo per mettere a fuoco alcuni aspetti negativi della società di allora e che forse permangono anche in quella attuale.

Mia Martini parla di gente incoerente, ipocrita, che segue le mode e si lascia influenzare e comandare, di gente che passa indifferentemente dall’odio all’amore e viceversa, che non sa essere sincera e non vuole confrontarsi con la realtà.
Se non conoscessimo l’anno in cui è stata scritta potremmo pensare che questa sia una canzone dei nostri giorni.
Dobbiamo tristemente ammettere che le accuse della cantante colpiscono nel segno anche oggi.

Per questo, se accanto a noi esiste una persona che si distacca dalla massa ed è capace di essere un punto di riferimento dice bene Mia, è proprio preziosa come un diamante, è il nostro Sole, la nostra guida…e a lei possono andare le nostre parole di ammirazione e gratitudine.

MIMI' "ALMENO TU NELL'UNIVERSO" raccontata da Sonia Vettorato
Almeno Tu nell’universo

12 maggio 1995   sono gia’ passati 21 anni…………..

“Nessuno risponde. Il campanello non smette di suonare, ma nessuno risponde. Nando Sepe, il suo manager, tiene il dito incollato sul citofono, ma nulla. Eppure la Citroën verde di Mimì è parcheggiata lì fuori, all’esterno di quella palazzina a Cardano del Campo, vicino a Varese. E in quella mattina del 14 maggio di venti anni fa, Sepe chiama la padrona di casa, si fa dare le chiavi di riserva. Ma la porta è chiusa dall’interno. Quando poche ore dopo i pompieri la sfondano, Mia Martini è stesa sul letto, le cuffie del walkman sulle orecchie. “L’espressione serena”, diranno. È morta da quarantotto ore. La notizia sbriciola i palinsesti televisivi. Renato Zero chiama Loredana Berté, la sorella di Mimì: “Spegni tutto, sto arrivando”. I cronisti appostati sotto casa della Bertè ricordano ancora le urla. E, di ricordo in ricordo, dopo vent’anni nessuno ha dimenticato quella voce magnetica, dolce, scura, emozionante e quelle melodie che Mia Martini ha regalato alla musica italiana.”

mia_martini dietro al vetro

Vi propongo l’interpretazione di “Almeno tu nell’universo” di Mimì, canta Patrizia Camnasio, una cantante intensa ed emozionante accompagnata da me al piano.

Biografia di Mia Martini

Alla prossima…………….di Sonia Vettorato

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MALAFEMMENA RACCONTATA DA SONIA VETTORATO

MALAFEMMENA RACCONTATA DA SONIA VETTORATO

Malafemmena, un successo di tutti i tempi che nasconde una storia curiosa, Sonia Vettorato non solo la racconta ma la suona accompagnando la splendida voce di Cristina Di Mauro.

Malafemmena è una canzone famosa in tutto il mondo ed è   cantata, ancora oggi, dai più grandi cantanti italiani nonostante sia stata scritta nel 1951 e’ ancora presente in recital , concerti, feste. Fu scritta e musicata dal grande Toto’ in napoletano.

Lui non la canto’ mai: fu data a Mario Abbate che la incise e in seguito fu portata al successo da Giacomo Rondinella.

Malafemmena
Malafemmena

Ne ebbe un grande successo anche l’interpretazione di Teddy Reno nel film Totò, Peppino e la… malafemmina di Camillo Mastrocinque del 1956.

Di cosa parla ? Racconta in termini drammatici, nonostante la melodia sia serena, dell’amore di uomo per una malafemmena che in questo caso non è una donna di malaffare bensì una donna affascinante e che fa soffrire, quasi insensibile, indifferente alle pene d’amore che infligge al proprio innamorato.

A lungo si è pensato che Totò l’avesse scritta per l’attrice Silvana Pampanini che l’aveva rifiutato. La figlia Liliana invece ( che ha anche scritto un libro intitolandolo proprio Malafemmena ) ha rivelato che la canzone era stata scritta per Diana Bandini la moglie di Totò e madre di Liliana. La moglie Diana sarebbe stata, infatti, colpevole di essere venuta meno a una promessa che i coniugi si erano scambiati: anche se ufficialmente separati avevano concordato di convivere nella stessa casa e condividere anche il talamo come fidanzati sino al raggiungimento del diciottesimo compleanno della figlia Liliana; ciò di fatto concedeva all’uomo Totò una situazione di considerevole vantaggio mentre alla ex moglie Diana non rimaneva che subire il potere e il controllo di un coniuge molto concentrato su stesso e farfallone. . Ma Diana stanca delle continue scappatelle di Totò, sposò l’avvocato Tufaroli facendo sprofondare il Principe nello sconforto assoluto.

Spartito di Malafemmena
Spartito

Ecco il testo con relativa traduzione

Testo originale
Si avisse fatto a n’ato
chello ch’e fatto a mme
st’ommo t’avesse acciso,
tu vuò sapé pecché?
Pecché ‘ncopp’a sta terra
femmene comme a te
non ce hanna sta pé n’ommo
onesto comme a me!…
Femmena
Tu si na malafemmena
Chist’uocchie ‘e fatto chiagnere..
Lacreme e ‘nfamità.
Femmena,
Si tu peggio ‘e na vipera,
m’e ‘ntussecata l’anema,
nun pozzo cchiù campà.
Femmena
Si ddoce comme ‘o zucchero
però sta faccia d’angelo
te serve pe ‘ngannà…
Femmena,
tu si ‘a cchiù bella femmena,
te voglio bene e t’odio
nun te pozzo scurdà…
Te voglio ancora bene
Ma tu nun saie pecchè
pecchè l’unico ammore
si stata tu pe me…
E tu pe nu capriccio
tutto ‘e distrutto,ojnè,
Ma Dio nun t’o perdone
chello ch’e fatto a mme!…

 

Godetevi questa canzone, quasi un tango nell’interpretazione di Cristina di Mauro accompagnata da me al pianoforte.

 Traduzione
Se avessi fatto a un altro
quello che hai fatto a me
quest’uomo t’avrebbe ucciso,
tu vuoi sapere il perché?
Perché su questa terra
femmine come  te
non dovrebbero esistere per uomini
onesti come a me!…
Femmina
Tu sei una malafemmina
Questi occhi hai fatto piangere…
Lacrime per l’ infamia.
Femmina,
Sei peggio di una vipera,
mi hai avvelenato l’anima,
non posso più vivere.
Femmina
Sei dolce come lo zucchero
però questa faccia d’angelo
ti serve per ingannare….
Femmina,
tu sei la più bella femmina,
ti voglio bene e t’odio
non ti posso scordare…
Ti voglio ancora bene
Ma tu non sai il perché
perché l’unico amore
sei stata tu per me…
E tu per un capriccio
tutto hai distrutto, piccolina,
Ma Dio non ti perdona
quello che hai fatto a me!…
Femmina
Tu sei una malafemmina…

 

Toto - Malafemmena
Toto’

Ma chi è la vittima e chi il carnefice?

Dal testo della canzone uno immagina i patimenti di Totò che una donna  insensibile e crudele gli infligge decidendo di lasciarlo per sposarsi con un altro ma …è andata proprio così? Chi era davvero il Principe De Curtis? Un uomo che si innamorò della bellissima Diana a prima vista e per la quale si mise contro tutto e tutti, ma che finì col chiudere in gabbia, controllare, maltrattare, tradire, umiliare.

L’uomo che ci ha fatto tanto ridere, purtroppo sapeva anche come far piangere i suoi cari, in particolare la sua donna, con la quale, tuttavia, riuscì a innescare un’esplosione continua di passione e amore totale, senza il quale i due erano incapaci di vivere. Infatti Diana dopo la morte dell’amato Totò, visse di sensi di colpa per averlo lasciato, fino a spegnersi insieme al ricordo di lui, troppo palpabile, troppo vivo, troppo presente.

Una storia triste dove amore, passione, dolore e tradimento si miscelano senza fine.

Come e’ nata Malafemmena e il Principe Antonio De Curtis

articolo scritto da Sonia Vettorato  la sua pagina FB Il Sito di Sonia

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