MAD Zone®, RACCONTA STORIE DI MODA, ARTE E DESIGN

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Si e’ inaugurata l’8 giugno  un’estate di arte e lusso easy a Milano, sognando una principessa contemporanea e irriverente. MAD Zone®, il concept store di via Brera 2, nato per dare spazio ai nuovi talenti  con un mix inedito di moda, arte e design.

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Un evento speciale, per inaugurare la presenza presso lo store MAD Zone® del marchio pregiato di accessori Leu Locati, firma di vere e proprie opere d’arte.

 

Un’occasione rara  in cui la collezione di borse si mostra al di fuori dello storico laboratorio milanese, dove da oltre cento anni viene realizzata una pelletteria intramontabile che ha conquistato e tutt’ora affascina, generazioni di regine e principesse, da Grace Kelly, Carolina di Monaco a Diana Spencer e la Regina Elisabetta II d’Inghilterra.

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Feeling like a Princess

‘Feeling Like a Princess – La quotidianità del lusso’: per dare uno sguardo al mondo del lusso contemporaneo con la gioia di scegliere la qualità e la bellezza e raccontare una storia attraverso gli oggetti..

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Seguendo l’asse Milano-Roma i protagonisti sono il marchio di accessori milanese Leu Locati, che ha creato dalla fine dell’Ottocento borse scelte da principesse e regine, attrici di ieri e di oggi  in tutto il mondo, e le opere del ritrattista e illustratore romano Roberto Di Costanzo con la sua collezione ‘La Belle Societé’.

 

Entrambi sono l’emblema del passato calato nell’oggi. Di Costanzo ci riporta all’usanza di una volta dei ritratti che sembra così lontana nel tempo e nella tradizione, ma il tratto e’ moderno e i suoi racconti per ogni soggetto sono così vivaci e appassionati da renderlo odierno e fresco. I ritratti ad inchiostro di china e dipinti ad olio viaggiano tra  Milano, Roma e Parigi modernizzando il codice del ritratto signorile d’altri tempi, cogliendo la personalità di ogni soggetto.

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Roberto Di Costanzo

 Catch Michelle, la collezione di abiti fantasiosi e surreali disegnati dalla stilista londinese Michelle Teleaga, arricchirà con un tocco di raffinata irriverenza il mondo MAD Zone®

MAD Zone® diventa il nuovo store di riferimento per tracciare le tendenze più attuali.

I ritratti di Roberto Di Costanzo arrivano per la prima volta a Milano, dopo il successo a Roma e Parigi e le borse di Leu Locati sono per la prima volta, dopo oltre vent’anni, disponibili al pubblico in una vetrina al di fuori del misterioso e affascinante laboratorio di via Cosimo del Fante.

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I ritratti di Roberto Di Costanzo

 

Il marchio Leu Locati e’ stato celebrato da un video prodotto da MAD Zone® per la regia di Marco Missano, classe 1984, che e’ stato proiettato per la prima volta durante l’inaugurazione dell’altra sera.

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Il video per celebrare Leu Locati

Per chi ama il design sorprendenti  e scultoree le lampade dell’architetto Marcello Albini, entrambe impreziosite da cristalli Swarovski: Medusa de La Murrina e Heidi prodotta da Italamp, indimenticabili riflessi di luce perfetti per entrare nel mood MAD Zone® .

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MAD Zone® si forma di evento in evento. Ogni volta, e’ un episodio nuovo. Diventa salotto culturale creato  per scoprire e acquistare pezzi unici e originali di  nuovi talenti emergenti provenienti dal mondo dell’arte, della moda e del design che cercano la bellezza nelle sue varie forme. L’idea di uno spazio strano, camaleontico e coinvolgente nasce da Tania Mazzoleni, giornalista, imprenditrice e cool hunter, fulcro creativo di MAD Zone® capace di dare un senso alle tantissime storie in esso contenute e, a costruire progetti importanti e unici.

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“Diventa quello che sei”

Tania crede ciecamente nellestro creativo e afferma  “Credo fermamente che la creatività non faccia errori: produce idee, più o meno apprezzate, che nascono da un processo che va comunque premiato per la propria originalità.”

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Tania Mazzoleni con Stefano Ferri

Il segreto di MAD Zone® e’ quello di essere un Concept Store che perde il valore di spazio per lo shopping e diventa un luogo dove tutto può succedere.

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L’allestimento e’ volto alla sensorialita’, ed entrando si ha la sensazione di entrare  nel Paese di Alice, ci si rende conto che tutto quello che circonda va osservato con attenzione perché  ha un fil rouge che in qualche modo conduce tutta l’atmosfera in un avvolgimento sensoriale e visivo. Colori, prodotti, piante, oggetti.  Una vasca di pesci rossi si accompagna ad una borsa di struzzo Orangine. In effetti ci si domanda che c’entra ma quella borsa, la sua forma,  a fianco alla trasparenza del vetro, col richiamo di colore dei pesci sta d’incanto in quel contesto.

 

Design e artisti stanziano in questo spazio, chiacchierano e incontrano il pubblico come se fosse assolutamente normale in un continuo dialogo tra moda, arte e design, oggetti, autori, creazioni e creativi.

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Non può  quindi stupire che sia presente un brand del lusso come Leu Locati, meno ancora può stupirmi l’unione di questa meravigliosa famiglia, dove per lusso intendo la preziosità della lavorazione artigianale di un tempo, realizzata come allora, fatta con lo stesso amore e passione di allora.

 

‘Feeling Like a Princess – La quotidianità del lusso’: e’ l’occasione per far conoscere l’avventura di Leu Locati , raccontata direttamente con gran cuore Daniele Amato, figlio di Paolo e Flavia Amato eredi Locati:

“Luigi Locati, più di un secolo fa, apre una piccola attività artigianale di decorazione delle copertine in pelle di libri sacri. È un artigiano attento a tutto ciò che lo circonda e con una spiccata sensibilità artistica e imprenditoriale. Fa  coesistere mondi apparentemente diversi: la bellezza del decoro delle copertine dei libri, la realizzazione a mano delle cartelle per il clero, e i preziosi sacchettini di piccolo punto ricamati per le dame della nobiltà di quel tempo.”

Luigi, poi,  abbandona il decoro dei libri per dedicarsi esclusivamente a lavorare la pelle e i tessuti per creare  “contenitori” raffinatissimi e molto eleganti per le dame dell’epoca.

 

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“Princess” a piccolo punto

Nel 1988 Paolo Amato chiamato dal suocero Gianni Fumagalli all’epoca presidente e titolare della società, sacrifica i suoi libri di matematica per fargli da spalla e iniziare a studiare il mestiere collaborando con gli operai, osservando tutte le fasi lavorative e le scelte commerciali del suocero.

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Le pochette della regina Elisabetta II

“Paolo cerca di memorizzare tutto ciò che Gianni e gli operai gli spiegano, lavorano insieme in azienda, a casa, sempre . ogni momento e’ un arricchimento….. Ma in realtà viene programmato il futuro.”

A tutt’oggi, quando si entra in Leu Locati, vige un’energia e un’entusiasmo collaborativo che deriva, a parer mio, dall’unione familiare, dalla tradizione, dalla mano d’opera spesso cresciuta in quella realtà’, dall’onesta’ di una volta, dalla professionalità e dall’etica per cui una stretta di mano e’ come un patto firmato.

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Daniele e Paolo Amato

Si aggiunge alla squadra , nel 2002, Flavia Fumagalli, la voce storica dell’azienda. Ancora mostra con malinconia e fierezza, tenerezza e commozione i registri dove ci sono modelli, appunti, modifiche, cerniere e conteggi scritti a matita dal padre, e guai, giustamente,  a toccarli. E nel 2003 si aggiunge anche la figlia Fulvia, che passa ore in azienda e al banco ad imparare l’arte della pelletteria.

L’ultimo che raggiunge i banchi di lavoro in ditta e’ Daniele, che fin da piccolino ha respirato e masticato il mestiere che risale a più  di un secolo fa.

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I Leu Locati al completo: Fulvia con marito e figli, Daniele con Ilaria, Paolo e Flavia Amato

Aveva solo 7 anni quando ha disegnato i primi modelli di scarpe e detiene il titolo di designer di calzature più giovane al mondo. Da quattro anni partecipa al MICAM e il suo marchio A.D. Amato Daniele ha già  guadagnato il suo spazio nel mercato.

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Modello di Daniele per Leu Locati

Daniele, seppur giovanissimo, conferma la tradizione  artigianale della  Leu Locati appartenente agli ultimi “maestri” pellettieri della scuola milanese, nel cuore della vecchia Milano.

Gallery

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Roberto Di Costanzo.

MAD Zone®

Leu Locati

A.D. Daniele Amato

Tania Mazzoleni

Arch. Marcello Albini

 

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RISPETTO

RISPETTO

RISPETTO

Camminando per la città incrocio una molteplicità di persone, di varie etnie ed elevazione sociale. Chi litiga, chi sorride, chi piange, chi dorme per strada, tante figure.  Poi al parco, mi siedo nella solita panchina, in legno, segnata dal tempo, dalle persone che vi si sono soffermate. Da chi romanticamente si è scambiato il primo bacio, da chi ha trovato in essa un perfetto letto, compagno della notte. E ascoltando il suono della natura e lo schiamazzo dei bambini che giocano felici, mi soffermo per qualche istante a vedere un giovane. 25 anni, sportivo, si deduce dalla sua fisionomia corporea, capelli ben tenuti, ben curato, che però si sta perdendo in gesta insulse: calpesta le aiuole fiorite con  noncuranza, con scelleratezza, infischiandosene dei commenti sottovoce di chi assiste. Si avvicina, mi guarda, con occhi strani, forse pieni di avvenimenti di vita dolorosi. Si siede sulla panchina, e guarda con soddisfazione ed un ghigno, oserei dire, quasi sadico.

Mi giro a guardarlo meglio, e lui con un gesto della testa mossa verso l’alto mi dice : “ cosa vuoi? Hai dei problemi?”.

Io, con la calma data dal tempo e da insegnamenti della vita, gli sorrido e gli rispondo in maniera garbata, con voce stanca di sprecare fiato invano: “ Caro amico mio, ognuno attraversa momenti difficili nella vita. Affrontando dolori e pianti. Ma come mai tu sei così pieno di astio nel tuo modo di comportarti?”.

Lui stranito, o forse, smarrito per la mia risposta dolc, calda e profonda, scoppia in lacrime, come se avesse aspettato di trovare il momento giusto per svuotarsi e mi racconta che la sua donna non lo ama più, e che avrebbe voluto urlarle addosso o addirittura fare altro.

“Vedi ragazzo, la tua insicurezza nel dire forse non mi ama più non è una certezza” e “se ti pare cambiato qualcosa, forse hai agito con qualche azione che ha creato un distacco, magari le hai mancato di rispetto”.

“Vecchio, cosa ne sai tu di dolore e rispetto? Guardati. Sei solo e giri con un taccuino ed una biro”.

“Potrò essere anche solo qui al parco ma tu non puoi sapere che angelo mi aspetta a casa.

Tu dovresti capire alcune cose.

Hai mai pensato, per esempio, come mai certe mattine di primavera vedi la rugiada sull’erba? Non serve solo ad irrorare i prati con vita, in quanto l’acqua è vita, ma sotto ai primi raggi di sole crea un effetto di luccichii, giochi di luce e sfumature dei colori dell’arcobaleno, che creano meraviglia agli occhi di chi li guarda. Quando i peschi fioriscono, creano lo spazio per poter far nascere il frutto. Guarda quei due innocenti bambini, là in fondo, dietro all’altalena, si si, proprio quei due. Il bambino con la camicia colorata verde e la bambina con quel grazioso gonnellino scozzese.

Guardali.

Giocano, cadono, si aiutano a vicenda a rialzarsi, si danno un bacino sulla guancia, corrono felici.

E quella coppia? Guarda quei due adulti, come brillano gli occhi di lei quando guarda suo marito, e lui come si illumina quando lei lo guarda. Si rispettano amandosi.

Il rispetto è fondamentale per dare e ricevere amore.

Se tu non rispetti un fiore, che per te non ha importanza, se lo calpesti, se lo schiacci, se lo distruggi, come pensi di essere in grado di rispettare una donna, la tua compagna e magari futura moglie. Anche lei può, come te, avere avuto una giornata difficile, e se tu in quel momento inizi a discutere con lei, magari puoi avere la stessa reazione che hai avuto con i fiori.

Se non viene da dentro di noi la voglia, la forza, la gioia di poter continuare ad amare nonostante tutto, cercando di capire i problemi e risolverli, abbracciando l’altra nostra metà, dicendole – vedrai che tutto andrà bene – come puoi pretendere che l’amore rimanga acceso?

Chi ama deve dimostrarlo ogni giorno, non mancando di rispetto e oltraggiando, ma compiendo atti di cuore.”

Il giovane, incantato dalle mie parole, sbalordito da come gli ho espresso la mia opinione, mi risponde “ se mio padre fosse ancora vivo sarebbe orgoglioso della fortuna che ho avuto incontrando una persona come lei. Non ho mai pensato a ciò che mi ha spiegato con tanta dolcezza; con immagini che nella mente mi hanno dato le sensazioni che mi ha trasmesso; con riflessioni nel cuore che, altrimenti,  non sarei mai riuscito ad avere da solo. Ho capito che le basi di un rapporto duraturo si devono insegnare fin da bambini, come lei mi ha mostrato con quelli laggiù dietro l’altalena, inculcando ed insegnando il vero valore del rispetto e dell’amore. Solo così una persona può dirsi adulta.

La ringrazio di cuore. Ora andrò a prendere un omaggio floreale per la persona che, nonostante le difficoltà, riempie il mio cuore tutto il giorno, e andrò a chiederle scusa per tutto ciò che posso aver fatto di sbagliato, e che se dovessi dire cose insensate o fare cose non giuste, di farmelo notare subito, perché il nostro amore è la soluzione per la nostra anima e per il nostro futuro.”

Felice di ciò che il giovane mi ha detto, gli ho sorriso, e lui di getto mi ha abbracciato come si abbraccia qualcuno che conosci da sempre e al quale vuoi bene. Felice si e’ messo a correre come un centometrista e si è dileguato all’orizzonte.

Ho preso il mio taccuino e annotato quello che era ancora nella mente: ognuno di noi non finisce mai nè di crescere nè di imparare, ma se si assimilano bene da bambini le basi del buon comportamento ed i valori del cuore, allora il resto diventa facile da capire ed il comportamento diventa un’arte, una musica che crea il vero amore.

Oxford Brogue

1/12/15

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