GLI STILISTI FANNO LA PRIMAVERA COME LE RONDINI.

GLI STILISTI FANNO LA PRIMAVERA COME LE RONDINI.

GLI STILISTI FANNO LA PRIMAVERA COME LE RONDINI.

di  Michelle Kling Hannover 

 

Gli stilisti fanno la primavera, come le rondini.

Sono rimasti tutti attoniti, come il resto del mondo, di fronte al vuoto del tempo sospeso, ma si sono ripresi, e con un ‘energia creativa trasformata, non hanno mai abbandonato la nave della moda.

GLI STILISTI FANNO LA PRIMAVERA COME LE RONDINI.
accredito Vogue

Un intervallo cosi forzato non si era mai verificato nella storia, ma i naviganti del fashion, dopo una breve pausa a marzo al primo confinamento, hanno proseguito la loro rotta a vista.

Hanno avviato una profonda riflessione sui desideri del mondo di oggi, ridefinito gli obiettivi poi, piano piano, è tornata la primavera.

Hanno visto dalle finestre della loro immaginazione volare gli uccellini dagli alberi in fiore sotto un cielo sempre più azzurro, sotto un sole ancora più mediterraneo. Invece di rallentare la corsa, hanno preferito rimboccarsi le maniche, radunare in multischermi le loro squadre, pronti a risvegliare il mondo della fabbricazione artigianale, avviare tutti insieme per la bella stagione, colori dolci, motivi floreali e riprogrammare la bellezza.

Con il telelavoro, hanno abolito le distanze, rinnovato le strategie, si sono inventato nuovi format sul digitale, hanno fatto giochi di prestigio e tirato fuori nuovi modi di presentare le collezioni senza sfilate in presenza.

Ma non è finito qui, hanno dovuto far fronte alle battaglie dell’ambiente, e per non fermarsi nel mondo di prima, si sono uniti tutti, giovani stilisti e grandi couturiers per contrastare i tempi tenebrosi con forza e determinazione e riuscire a tirar fuori questa “stagione floreale”. Le energie si sono sommate per far germogliare ancora più ottimismo e arrivare a ricreare il mondo del fashion.

Le loro preferenze si sono concentrate sulla rosa, hanno declinato sfumature di ogni genere, motivi artistici, evocato il soffio della natura, per arrivare alla rinascita, forse inventando una nuova versione del Rinascimento

 

 

Questa primavera che spunta, l’hanno colta al volo così bene, che è stato come voler far arrivare un messaggio di speranza e di fiducia anche al mondo dell’Arte e della Cultura.

di  Michelle Kling Hannover  – 10.03.2021

Michelle e’ una donna dall’eleganza raffinata e ha la passione dei fiori e del loro significato. Ne apprezza la bellezza e la delicatezza e le infinite sfumature cromatiche. Nelle forme  e composizioni di fiori ama la raffinatezza degli accostamenti e ne parla con grande fascino. 50annieround

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FLORILANDIA O L’ARTE DI FARE UN REGALO CON IL CUORE

FLORILANDIA O L'ARTE DI FARE UN REGALO CON IL CUORE

 FLORILANDIA O L’ARTE DI FARE UN REGALO CON IL CUORE

scritto da Michelle M. Kling Hannover

 

Si stava avvicinando il Natale , in Paradiso erano tutti indaffarati ….Ma come mai ?

Sulla terra gli uomini non avevano in testa che l’apparenza , i paragoni , la competizione  e continuavano a comprare regali senza pensare al vero senso del Natale. Una festa in famiglia semplice , una ragione per stare insieme e godersi un momento di pace e serenità in modo tranquillo e in allegria.

Non c’era verso di tenere l’umanità fuori dalla bolgia natalizia.

Gli angeli lassù, quelli addetti alla decorazione floreale, erano abbagliati dalle luci, Santa Lucia era stravolta, troppi colori fluorescenti  disturbavano la pace degli occhi .

A un certo punto notarono un immenso negozio di fiori pieno di composizioni colorate e scintillanti  destinate a decorare le case, e in particolare dai rumori assordanti che ne uscivano come in un bazaar dell’oriente.

Ma non era causato dai clienti , il negozio era già chiuso, si trattava invece di un comizio di fiori per  questione di territorialità.

Il capo dei POINTSETTIA si mise a vantarsi :”io sono il più importante, il più richiesto, bianco o rosso scelgono me e da solo decoro una casa intera. Sono ovunque, merito più spazio di tutti, vengo dal Messico. Mi scoprì un’ambasciatore, la mia storia è meravigliosa , sono  il fiore della Santa Notte; i miei petali erano gocce di sangue di una dea morta per amore. Brillo come una stella.

 FLORILANDIA O L'ARTE DI FARE UN REGALO CON IL CUORE

“Ma no – intervenne il VISCHIO -, sono io l’amore , le coppie si baciano sotto di me , per merito mio nascono amicizie, amori  e poi sono sacro.  I druidi mi raccoglievano con una falce d’oro perchè porto fortuna , tu STELLA DI NATALE, non hai petali e neanche le bacche.”

 FLORILANDIA O L'ARTE DI FARE UN REGALO CON IL CUORE

“Zitto tu – rispose il AGRIFOGLIO –  VISCHIO, sei un parassita  e poi dalle tue bacche velenose si ricava una colla per uccidere gli uccelli, io invece porto longevità, serenità e proteggo le case dal demonio.  La vernice delle mie foglie mi conferisce nobiltà, le mie bacche rosse sono allegria .

 FLORILANDIA O L'ARTE DI FARE UN REGALO CON IL CUORE

“Possibile che ti senti il più importante -parlava L’ELLEBORA-  “solo perché tu, AGRIFOGLIO hai dato il nome a un posto del cinema HOLLYWOOD (IL BOSCO DI AGRIFOGLI) paese degli attori e attrici in California…… ? Io sono l’unico fiore bello di Natale , la CHRISTMAS ROSE , regina di tutte le feste d’inverno, porto allegria, libero dalle pene, e poi tante belle donne portano il mio nome ROSE DE NOEL”.

 FLORILANDIA O L'ARTE DI FARE UN REGALO CON IL CUORE

“Ma come tu sei il fiore dei pazzi –  intervenne il BUCANEVE –   io sono un delizioso campanellino , spunto con forza, sono la simpatia , l’ottimismo,  la speranza e la consolazione”.

 FLORILANDIA O L'ARTE DI FARE UN REGALO CON IL CUORE

Questo è il colmo risposero tutti, ma tu non fai parte della famiglia natalizia, non sei ancora nato, e vedremo di farti tornare in primavera se c’è posto.

A questo punto apparve l’Angelo della Botanica: “Che succede in questo bello e profumato   spazio, colorato di pace ? Nessuno vi ha insegnato il rispetto del prossimo , che il gossip è di cattivo gusto . La rivalità fa male alla salute. E così che si parla durante gli ultimi giorni dell’Avvento ?  Belli della natura, miracoli della flora , non è questo il linguaggio dei fiori ! La vostra prepotenza sta diventando vanità, vi ritenete  tutti belli e forti , ma nella vita per essere grandi bisogna imparare a essere piccoli, l’umiltà è la base di ogni vera grandezza”. 

 – Nessuno fiatava, erano tutti intimoriti e pentiti dei loro discorsi –

“Anche se vi sentite dei trendsetter floreali , magnifici regali che addobbano le case, che danno gioia, rallegrano i cuori , tutti belli ma, come le persone, siete fragili”.

“Vi consiglio di mettere fine alle vostre parole spropositate, se no sarò costretto a incaricare chi vi orchestra di farvi appassire”.

E tutti all’unisono a rispondere – “No Eccellenza, Angelo della Botanica promettiamo di andare d’accordo, facciamo tesoro della Sua bontà , ci possiamo permettere di chiedere un piccolo regalo?  Nel sacco di Babbo Natale se ci potesse inserire anche per noi  serenità , tante occasioni di lavoro,  felicità, gioia e tanta forza per andare avanti ?”

L’angelo invece di rispondere lanciò un sorriso pieno di fiori,  allora capirono tutti che i loro desideri  stavano per essere  esauditi.

“Per premiare le vostre buone intenzioni e, visto che vi sentite internazionali, per evitare che vi prenda la noia , vi mando tanti puntini verdi in tutto il mondo; vi potete divertire ad ascoltare delle belle trasmissioni premendo sulle luci!

E’ Bellissimo!

 FLORILANDIA O L'ARTE DI FARE UN REGALO CON IL CUORE

“Grazie infinite di questo magnifico regalo magico” –  rispose il gruppo –  e cosi tornò la  serenità  nello spazio delle composizioni di fiori nella città delle luci.

 

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PIRATI. IL MARE INFINITO DELL’ANIMA

PIRATI. IL MARE INFINITO DELL'ANIMA

PIRATI. 

IL MARE INFINITO DELL’ANIMA

Per allietare la nostra memoria ed i nostri sogni, un racconto che narra di pirati, vascelli, velieri e caldo potrebbe essere l’ideale per far volare il nostro pensiero dentro una storia di fantasia, ma che per magia ci cattura con serena armonia.

Tutto iniziò un giorno lontano, quando le storie di pirateria erano più importanti di qualsiasi altro evento che potesse accadere. Corsari, pirati, vascelli e velieri spagnoli e britannici da abbordare. Il calore dei Caraibi, le taverne piene di rozzi galeotti pronti ad uccidere per qualche sporco doblone.

Ma, come in tutte le storie che si rispettino, a catturare l’attenzione di chi scrive, preso dalla frenesia del sogno, e del lettore, rapito dalle parole, c’è il protagonista. Ed il nostro, è un giovane ed avventato pirata, iniziato alla carriera sulla nave del grande pirata Barbarossa, dove era il mozzo tuttofare.

Cresciuto con ciurme di tutti i generi, allenato ai sette mari, il giovane crebbe fino a quando, un giorno, se ne andò. Prese un piccolo Sloob, imbarcazione di piccola stazza, comprato con i risparmi di una vita e, con altri tre uomini, amici fedeli, prese il largo.

Di lui non si ebbero più notizie per alcuni anni, fino a quando, una notte, una di quelle dove la luna splendente sul mare veniva pian piano offuscata da quella fitta nebbia, che si addensa fino a creare una coltre spessa e spaventosa, dove nelle ossa ti vengono i brividi di terrore pensando alle leggende delle navi fantasma, si vide una sagoma nera, in lontananza, mischiata con le nebbia grigia ed i raggi pallidi della luna, una stazza imponente che stava arrivando nella baia dell’isola di Norman, nell’unica insenatura conosciuta in cui poter sbarcare. Si, l’isola di Norman, conosciuta successivamente negli anni come l’isola del tesoro. La stazza dell’imbarcazione fendeva la nebbia come un coltello tagliente, quasi a far capire che avrebbe potuto osare di tutto. La nebbia sembrava muoversi al suo passaggio e, come improvvisamente calata, così di li a pochi istanti si diradò, svelando la nave, un poderoso veliero, con cannoni luccicanti come fossero d’argento, vele di un bianco lucente che nemmeno le stelle potrebbero esserlo di più. Una ciurma composta da prodi combattenti, armati ed abili, circa 60 uomini, e poi lui, il giovane partito anni prima con una piccola imbarcazione, comandante di un veliero da mille ed una notte, sconosciuto a tutti ma non ai suoi uomini. Il suo nome era Enry Fly ma lo chiamavano Silver, comandante del Veliero Blade Sea.

La curiosità dicono sia donna, ma non sempre è così. Silver aveva una morbosa voglia di sapere il suo nome. La cena iniziò, e di li a poco egli non resistette ” Mia signora, la vostra presenza illumina tutta la stanza, ancor di più della luna che splende, e delle stelle che brillando rendono luminosi i vostri occhi. Vi prego, concedetemi l’onore di conoscere il vostro nome”

” Volevo farvi stare sui carboni ardenti fino alla fine, ma siccome il vostro comportamento è degno di un vero pirata gentiluomo ve lo dirò. Mi chiamo Isabelle Carugue, ma tutti mi chiamano Lady Black”

Andarono avanti a chiacchierare, bere e mangiare tutta la notte. Le diede una camera della nave, la sua camera, quella del comandante, e lui andò in un’altra stanza, per farle capire che la sua galanteria era vera.

Una sera, come solito essere, Silver salutò Isabelle augurandole la buona notte. Lei a voce bassa, per la prima volta, disse ” Rimani. Sta sera non andare. Vorrei che tu iniziassi a rimanere….” Lui si bloccò, sentii il suo cuore fremere e palpitare talmente forte che nemmeno l’adrenalina delle battaglie più feroci lo fecero pulsare così. Un brivido, un tremito, un calore freddo ma dolce lo avvolse. Si girò verso di lei, stupendamente luminosa con i raggi di luna che la colpivano dalla finestra della poppa. Incantevole visione di una donna con i capelli ricci raccolti con la coda, il viso leggermente chino, lo sguardo dolcemente caldo verso di lui. E lui con calma e tranquillità chiuse la porta della stanza, le si avvicinò, le accarezzò il viso, così vellutato da sembrare il petalo di una rosa, le sfiorò i capelli spostandoli dalle sue guance, annusò il suo profumo, un profumo naturale, creato con estratti di gelsomino ed orchidee, inebriante più del miglior vino, la fissò negli occhi. Lei era appoggiata con la schiena ad una colonna in legno lavorata del letto, con le braccia dietro di se. Le labbra si avvicinarono. Il bacio. Oh sì, quel fatidico bacio aspettato da così tante lune, quel sapore di frutti di bosco delle sue labbra, quel bacio, che racchiudeva tutte le parole che si dicono in silenzio. Il vero primo loro bacio appassionato. E la notte era appena iniziata, lunga, con lieve brezza estiva, non troppo calda, ideale per permettere a due amanti di gioire dei loro piaceri, di soddisfare le loro esigenze erotiche. E che mattina diversa, svegliarsi con lei accanto, guardarla nel sonno, accarezzarla, tenerla a lui, proteggerla, e lei sorridente nel sonno, felice. Felice di aver fatto il primo passo, contenta di come tutto stava andando. Magari in fretta, ma forse doveva essere così.

Tutti immobili, senza parole. Era la prima volta che vedevano, Silver ed Isabelle compresi, una “Nave Fantasma”. Alla deriva, vele rotte e squarciate, albero maestro rotto per metà. Silver ordinò agli uomini di “arpionarsi ed agganciarsi”.  Si fissarono all’imbarcazione. Alcuni uomini avevano paura avendo più volte sentito storie di fantasmi e scheletri che vivevano sulle navi fantasma e che non potevano essere uccisi. Silver, Lady Blake ed alcuni uomini salirono a bordo del vascello. Spada in una mano, pistola armata nell’altra.

Iniziarono ad esplorare il ponte. Tutti vicini a guardarsi le spalle l’uno con l’altro. Nulla, nessuna ombra di equipaggio. C’erano bauli chiusi, botti, cannoni arrugginiti e con alghe incrostate sopra. Salirono sul ponte di comando, entrarono nella poppa della nave guardando sempre con cautela eventuali ombre in movimento. Arrivarono nella cabina di comando, la porta era socchiusa. Silver lentamente la aprì, un forte cigolio, quello di una porta che era li bloccata da molto molto tempo. Un sobbalzo, un sussulto, alcuni uomini iniziarono a tremare. La scrivania del capitano, la sua sedia di comando, e li, come se li stesse aspettando, il comandante. Cappello blu, o almeno quello che ne rimaneva, ma cappello da corsaro, giacca blu e grigia, anche quella mezza consumata dal tempo, con bottoni d’oro inverditi dall’umidità. E poi lui, ormai scheletro, senza più carni, senza più pelle, con in mano ancora la sua pistola.

 

PIRATI. IL MARE INFINITO DELL'ANIMA

 

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UN GIRETTO TRA BANCARELLE

UN GIRETTO TRA BANCARELLE

UN GIRETTO TRA BANCARELLE

Milano si riempie di mercatini natalizi e sfizioserie gastronomiche. Quest’anno mi e’ sembrato che il carosello iniziasse un po’ prima del previsto e l’atmosfera si fa sempre più fredda meteorologicamente parlando, ma più calorosa di festoni e luci.

Mette allegria senza dubbio vedere tanta gente col naso su profumi di street food e aromi ed essenze che arrivano da ogni parte d’Italia e del mondo come a Rho Fiera per l’artigianato. Domani e’ l’ultimo giorno e chi ci e’ gia’ stato sa che e’ l’occasione per i piccoli grandi affari. La Fiera finisce e tutto e’ scontato.

Ma non c’e’ solo l’artigianato, c’e’ una citta’ intera che di quartiere in quartiere s’illumina e si ammuina come inizia l’imbrunire, nonostante la temperatura rigidissima di questi giorni.

Sempre più ricche e numerose le casette del Portello, zona leggermente distante dalla ricca piazza del Duomo illuminata da Pandora, che quest’anno spopola di pubblicità, e dalla Galleria illuminata da Swarovski o piazza della Scala allestita come non mai.

UN GIRETTO TRA BANCARELLE
Frutta candita di ogni genere, ottima per i dolci

 

UN GIRETTO TRA BANCARELLE
Lavanda per ogni utilizzo

Una sbirciatina al Portello merita per un artigianato di manufatti e prodotti e per fare qualche regalino oppure per addobbare casa con qualcosa di nuovo.

Gaetano D’Abbene  ha 25 anni di esperienza nel settore floreale, specializzato in allestimenti e decorazioni per grandi eventi e con passione e professionalità, insieme a Simona, realizza atmosfere uniche. E’ in cantiere un progetto che si chiama FIORINMENTE ma ne sapremo un po’ di più subito dopo le feste di Natale, nel frattempo una visita alla casetta del Portello per vedere di cosa sono capaci .

 

UN GIRETTO TRA BANCARELLE

 

Porta sempre bene anche una sola piccola nuova decorazione. Quando le feste son finite aumentano i cartoni in cantina, ma e’ talmente allegro posizionare quella novità, e’ talmente piacevole passarci davanti e compiacersi dell’acquisto che e’ difficile rinunciare.

 

UN GIRETTO TRA BANCARELLE

 

UN GIRETTO TRA BANCARELLE

 

UN GIRETTO TRA BANCARELLE

 

UN GIRETTO TRA BANCARELLE

Deliziose queste composizioni fatte a mano davanti agli occhi o ordinate e ritirate dopo un paio d’ore. Nel frattempo si può fare la spesa, mangiare un panino tirolese, un piatto di salumi e formaggi di San Patrignano e decidere che alla cena da amici, invece di una stella di Natale e’ meglio portare una rosa destabilizzata che durerà per sempre.

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DUE ANIME EROI

DUE ANIME EROI

DUE ANIME EROI

Una nuova storia da raccontare

Ad un certo punto ho voluto lasciare tutto. Ho iniziato a girare il mondo che non conoscevo. Ho visto posti dove regnava solo il buio, ed altri in cui la luce risplendeva accecante.

Un giorno mi fermai in mezzo alla natura; un paese fatto di favole e di disegni, si perché era talmente bello da sembrare inventato

Li ho visto cambiare la mia vita, ritrovare ciò che avevo smarrito all’alba dei tempi, quello che stavo cercando. Una nuova storia da raccontare.

Era un posto come detto fantastico. Accogliente. La gente sorrideva quando la si incontrava, e salutava con grande cuore.

DUE ANIME EROI

Nella piazza del villaggio, arricchita di aiuole dai mille fiori, c’era una statua raffigurante due ragazzi, uguali come due gocce d’acqua, con un braccio alzato al cielo e l’indice disteso

E sotto la statua una targa che recava queste parole:

-Dal nulla come per magia la forze strepitosa della loro energia.

Ha commosso molti cuori e ha fatto passare mille dolori.Sono arrivati da una terra senza confini portando la loro musica con i loro destini.Hanno dato emozioni e coraggio a chi il dolore è la tristezza aveva chiuso il viaggio.Ora sono andati via proseguendo il loro glorioso cammino perché chi è umile ed onesto otterrà un posto nell’Olimpo divino.

In ricordo di Jack e Diego che hanno ridato fede alla nostra misera cittadina-

Allora dopo aver sentito un brivido fulmineo nel mio corpo divenni curioso e mi iniziai ad informare.

Entrai nel bar del paese, bello, fastoso, accogliente, luminoso. Mi sedetti ed ordinai da bere, un ottimo bicchiere di latte e menta. Chiesi alla cameriera chi fossero i due giovani rappresentati nella statua. Mi disse che erano due ragazzi capitati per caso nella loro cittadina, fratelli gemelli, venuti con la loro madre e altri familiari, perché stanchi di un passato infame. E qui hanno trovato la loro via ed hanno insegnato a tutti noi cosa vuol dire usare il cuore mixato con l’anima per amare e per cantare.

Stupito chiesi dove adesso fossero, e lei mi rispose che erano andati via, acclamati come eroi e salutati come guerrieri, due anime, un solo corpo, due eroi, un unico cuore, e che avevano raggiunto finalmente la tappa definitiva del loro cammino, la gloria ed il successo, in una grande metropoli europea. Forse in Italia.

La cosa mi incuriosì ancora di più, e per questo iniziai a prendere appunti sul mio taccuino, ormai pieno di polvere perché chiuso da troppo tempo, ma finalmente riaperto perché la mia anima stava rimettendosi in moto all’echeggiare continuo delle frasi scritte sulla targa della statua……

Scavai nel passato, nella loro vita, raccogliendo più notizie che potessi. Ed iniziai a scrivere la loro storia, una di quelle che ti lasciano il segno nel cuore, che senza foto ti danno le immagini vive e piene di colore nella mente, una che ti tocca l’anima facendoti venire i brividi di gioia.

La passione per la musica era già dentro loro prima di nascere, come se la Musa Euterpe o il Dio Apollo avessero messo dentro la loro anima la fiamma del suono e della melodia.

DUE ANIME EROI

Crescendo hanno imparato in maniera semplice, usando il cuore, che la musica è una passione che esce da dentro, da ciò che di più profondo e bello abbiamo, i sentimenti veri.

Il loro cammino, nel tempo, li ha fatti guerrieri, si, guerrieri di vita nonostante la giovane età, perchè purtroppo le battaglie più forti sono state combattute contro invidia, perfidia, malignità e speculazione. La loro strada era fatta in primo luogo di passione per il canto, per dare conforto ed emozioni a chi li sentiva, per rallegrare vite che di allegro non avevano più niente, ed in secondo luogo per poter avere una ricompensa che potesse dare loro ciò di cui sfamarsi e da poter continuare il cammino per migliorarsi.

Persone a loro accanto sono poi state allontanate in quanto piene di ingordigia di ricchezza e non di amore e sentimenti. Continuando il percorso del destino sono arrivati in questa cittadina, all’epoca frenetica di ritmi lavorativi folli, non curanti della vita altrui, dove i sentimenti ed i colori erano quasi dimenticati per dare spazio alla scontrosità di caratteri diventati quasi incivili.

Si fermarono e decisero di provare a trasmettere il calore che nelle anime di tutte queste persone si era quasi completamente spento. Vedevano la luce della speranza negli occhi dei giovani pargoli che giocavano spensierati incuranti di ciò che li circondava. La loro gentilezza e la loro voce era già una sferzata di colore in quel grigiore di vite, il loro modo di porsi per poter chiedere lo spazio per poter cantare era qualcosa che la gente si era dimenticata, l’educazione.

L’arrogante proprietario del più grosso locale della città, quando i due giovani si presentarono ed espressero la richiesta di potersi esibire presso di lui, si mise a ridere follemente, perchè abituato a gestire complessi e band musicanti un anima ben diversa dalla loro. Ma poi, visto che le frasi cominciavano a diventare silenzi, si udì una intonazione, come un fulmine a ciel sereno, l’inizio di una melodia senza musica ma fatta solo di parole armoniose, intonate, calde, sensuali, che come un pugno cercavano di colpire dolcemente diventando una carezza a contatto con l’anima. E poi una seconda voce, un altra armonia, un duetto, qualcosa che fece smettere di respirare per una frazione di secondo lo scontroso signore.

Aveva un telefono in mano; gli cadde. La bocca non si muoveva più, rimasta spalancata, e per la prima volta dopo anni di freddo e di dolore, iniziò a sentire invadere il suo corpo da un qualcosa, una sensazione nuova, energizzante, che stava iniziando a scaldare l’anima, a far scalpitare il cuore che inizia di nuovo a far pulsare quel sangue che da vita nuova, a sentire il profumo delle parole, a sentire i colori delle note.

E fu in quel preciso momento che si mosse, traballando quasi incespicando, mettendo le mani alla sedia vicino a lui per sorreggersi, e piangendo.

Il silenzio.

Niente più suoni, solo un pianto.

I due ragazzi avevano forse già capito. L’uomo alzo lo sguardo e promise che avrebbe fatto tutto ciò che poteva essere in suo potere per organizzare il più bell’evento degli ultimi vent’anni nel suo locale, perchè dopo tanto dolore e bramosia di guadagno, era riuscito a vivere nella sua mente la fotografia dei bei tempi passati, quando tutto era colorato, quando le persone si salutavano sorridendo incrociandosi per strada, quando ancora si faceva l’amore e non il sesso.

L’uomo rispettò la sua parola, a distanza di un mese, dopo aver pubblicizzato l’evento in tutta la cittadina, aveva rimodernato anche il suo locale dipingendolo con i colori della sua nuova anima, dando le luci della gioia e della felicità all’ambiente.

Finalmente la sera tanto attesa.

Il locale era però purtroppo semi deserto, poche persone, indaffarate a telefonare o usare i computer o altro ancora, senza la giusta attenzione per ciò che stava per accadere. I due giovani rassicurarono l’uomo, e gli dissero che doveva avere fede in ciò che muove i cuori delle persone verso l’amore, ovvero le emozioni.

Iniziarono, e come si udirono le prime note della musica e le prime intonazioni, tutti i pochi presenti rimasero incantati. Finì la prima canzone, nessun applauso, ma meraviglia, perché chi era presente non riusciva a muovere più il corpo, come se fosse bloccato, per ciò che iniziavano a provare dentro. Poi una seconda canzone, gli occhi della gente lucidi, commossi, felici.

Il proprietario fece un gesto inaspettato, strano ma audace nello stesso tempo, spalancò le porte del locale e spostò le casse musicali all’esterno. E li, iniziata un altra canzone, iniziò il miracolo. Chi sentiva la musicalità delle anime di Jack e Diego, non poteva che continuare a sentirle, perché davano loro i colori della vita. Pian piano il locale iniziò a riempirsi e le genti a diventare calde nello spirito e nel cuore, intravedendo i propri nuovi colori.

Da lì, serata dopo serata, canzoni dopo canzoni, emozioni, lacrime, colori, la cittadina iniziò a trasformarsi, a diventare ciò che ora è un posto da sogno, con cordialità, con benevolenza, educazione.

E la loro ultima canzone, realizzata per descrivere le lotte, la vita, la forza di superarle, sia loro che della cittadinanza, venne intitolata Due Anime eroi, si perché senza di loro, la cittadina sarebbe rimasta nel grigiore di una vita ormai infelice e piena di desolazione.

DUE ANIME EROI

Il cammino dei giovani riprese; nel locale vennero altri cantanti, non con anime scure, ma con la luce dentro, che poteva lontanamente ricordare quella dei due fratelli.

La strada di Jack e Diego era ancora lunga, sicuramente fatta ancora di difficoltà, ma affrontata sempre con ciò che fa di loro due persone speciali, uniche, ineguagliabili: la semplicità e l’amore.

Oxford Brogue

XV-XI-MMXIV

Pagina FB di Oxford Brogue

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