GLI STILISTI FANNO LA PRIMAVERA COME LE RONDINI.

GLI STILISTI FANNO LA PRIMAVERA COME LE RONDINI.

GLI STILISTI FANNO LA PRIMAVERA COME LE RONDINI.

di  Michelle Kling Hannover 

 

Gli stilisti fanno la primavera, come le rondini.

Sono rimasti tutti attoniti, come il resto del mondo, di fronte al vuoto del tempo sospeso, ma si sono ripresi, e con un ‘energia creativa trasformata, non hanno mai abbandonato la nave della moda.

GLI STILISTI FANNO LA PRIMAVERA COME LE RONDINI.
accredito Vogue

Un intervallo cosi forzato non si era mai verificato nella storia, ma i naviganti del fashion, dopo una breve pausa a marzo al primo confinamento, hanno proseguito la loro rotta a vista.

Hanno avviato una profonda riflessione sui desideri del mondo di oggi, ridefinito gli obiettivi poi, piano piano, è tornata la primavera.

Hanno visto dalle finestre della loro immaginazione volare gli uccellini dagli alberi in fiore sotto un cielo sempre più azzurro, sotto un sole ancora più mediterraneo. Invece di rallentare la corsa, hanno preferito rimboccarsi le maniche, radunare in multischermi le loro squadre, pronti a risvegliare il mondo della fabbricazione artigianale, avviare tutti insieme per la bella stagione, colori dolci, motivi floreali e riprogrammare la bellezza.

Con il telelavoro, hanno abolito le distanze, rinnovato le strategie, si sono inventato nuovi format sul digitale, hanno fatto giochi di prestigio e tirato fuori nuovi modi di presentare le collezioni senza sfilate in presenza.

Ma non è finito qui, hanno dovuto far fronte alle battaglie dell’ambiente, e per non fermarsi nel mondo di prima, si sono uniti tutti, giovani stilisti e grandi couturiers per contrastare i tempi tenebrosi con forza e determinazione e riuscire a tirar fuori questa “stagione floreale”. Le energie si sono sommate per far germogliare ancora più ottimismo e arrivare a ricreare il mondo del fashion.

Le loro preferenze si sono concentrate sulla rosa, hanno declinato sfumature di ogni genere, motivi artistici, evocato il soffio della natura, per arrivare alla rinascita, forse inventando una nuova versione del Rinascimento

 

 

Questa primavera che spunta, l’hanno colta al volo così bene, che è stato come voler far arrivare un messaggio di speranza e di fiducia anche al mondo dell’Arte e della Cultura.

di  Michelle Kling Hannover  – 10.03.2021

Michelle e’ una donna dall’eleganza raffinata e ha la passione dei fiori e del loro significato. Ne apprezza la bellezza e la delicatezza e le infinite sfumature cromatiche. Nelle forme  e composizioni di fiori ama la raffinatezza degli accostamenti e ne parla con grande fascino. 50annieround

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HIBISCUS IL FIORE DELLA SPERANZA

HIBISCUS IL FIORE DELLA SPERANZA

di  Michelle Kling Hannover 
HIBISCUS IL FIORE DELLA SPERANZA
Foto di Michelle Kling Hannover

 

Rosa Simensis, China rose , un nome sontuoso per un fiore che è l’emblema delle isole Hawaii, ma chiamato anche Rose Mellow perché appartiene alla famiglia   della malva , piccolo fiore viola che in greco si traduce hibiscus .

Questa bellissima campanula del Sud offerta in Giappone per dare il benvenuto agli ospiti è sempre più colorata,  “bariole” e come se l’avesse decorata un pittore naturalistico che ne celebra la bellezza.

Fu proprio Ghislain De Busselecq , ambasciatore delle Fiandre alla corte di Solimano il Magnifico a Costantinopoli, nel XVI, e studioso di botanica, a portare il fiore in Europa.

I suoi 5 petali delicati uniti alla base a tromba e impreziositi da un pistillo che spunta e ne prolunga lo stile, bianchi significano purezza e illuminazione interiore, viola sono simbolo di ricchezza.

Nell’era vittoriana sono il simbolo di 5 qualità: felicità, unità, purezza, pace e bellezza .

In quei tempi , se offerto alla donna amata era un messaggio di ammirazione per dire: sei bellissima.

Se risaliamo all’antichità, il famoso medico Dioscoride attribuì delle virtù terapeutiche alla pianta.

Ma ancora prima i faraoni egiziani sorseggiavano il karkadè , tisana afrodisiaca di  fiori d’ hibiscus dal sapore acidulo e ricca di vitamina C , serviva a rinvigorirsi dal caldo del deserto. Se vogliamo preservarne tutte le sue qualità, deve essere preparata in una pentola rivestita di smalto .

Il colore rosso della bevanda usata al posto del vino in America durante la proibizione, e in Giamaica mischiata al rum, ci ricorda che si usa il fiore come colorante alimentare e per tingere i capelli, insomma un fiore dai molteplici usi , perfino i calici si possono mangiare come spinaci.

Fragile , perché  non dura molto ma anche simbolo d’immortalità, nell’inno nazionale della Corea del Sud è paragonato alla patria.

IL fiore dal bocciolo arrotolato delicato come un velo di mussola di seta , nei quadri di Gauguin esprime un messaggio d’amore. L’artista del post impressionismo che ha vissuto un periodo  a Tahiti  per inventare una nuova filosofia con profumi, colori e suoni nuovi , dipinge le donne della Polinesia con un hibiscus all’orecchio , appoggiato a destra  significa che la donna è sposata, invece  se posto a sinistra è  libera.

In Oriente si offre un Hibiscus per fare una proposta di matrimonio.

Amare i fiori è  uno stile di vita , attribuiti spesso a un colore, tutti hanno un linguaggio e ci fanno ricordare l’amore nelle sue ricche sfumature, la  bellezza ma anche l’ottimismo e la speranza che la natura ci offre quando rinasce ogni giorno e in ogni stagione.

Le foto sono state gentilmente date da Domenico F. Ed. Fiore che ha nel suo giardino varie specie di Hibiscus

di  Michelle Kling Hannover 

Michelle e’ una donna dall’eleganza raffinata e ha la passione dei fiori e del loro significato. Ne apprezza la bellezza e la delicatezza e le infinite sfumature cromatiche. Nelle forme  e composizioni di fiori ama la raffinatezza degli accostamenti e ne parla con grande fascino. 50annieround

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PIRATI. IL MARE INFINITO DELL’ANIMA

PIRATI. IL MARE INFINITO DELL'ANIMA

PIRATI. 

IL MARE INFINITO DELL’ANIMA

Per allietare la nostra memoria ed i nostri sogni, un racconto che narra di pirati, vascelli, velieri e caldo potrebbe essere l’ideale per far volare il nostro pensiero dentro una storia di fantasia, ma che per magia ci cattura con serena armonia.

Tutto iniziò un giorno lontano, quando le storie di pirateria erano più importanti di qualsiasi altro evento che potesse accadere. Corsari, pirati, vascelli e velieri spagnoli e britannici da abbordare. Il calore dei Caraibi, le taverne piene di rozzi galeotti pronti ad uccidere per qualche sporco doblone.

Ma, come in tutte le storie che si rispettino, a catturare l’attenzione di chi scrive, preso dalla frenesia del sogno, e del lettore, rapito dalle parole, c’è il protagonista. Ed il nostro, è un giovane ed avventato pirata, iniziato alla carriera sulla nave del grande pirata Barbarossa, dove era il mozzo tuttofare.

Cresciuto con ciurme di tutti i generi, allenato ai sette mari, il giovane crebbe fino a quando, un giorno, se ne andò. Prese un piccolo Sloob, imbarcazione di piccola stazza, comprato con i risparmi di una vita e, con altri tre uomini, amici fedeli, prese il largo.

Di lui non si ebbero più notizie per alcuni anni, fino a quando, una notte, una di quelle dove la luna splendente sul mare veniva pian piano offuscata da quella fitta nebbia, che si addensa fino a creare una coltre spessa e spaventosa, dove nelle ossa ti vengono i brividi di terrore pensando alle leggende delle navi fantasma, si vide una sagoma nera, in lontananza, mischiata con le nebbia grigia ed i raggi pallidi della luna, una stazza imponente che stava arrivando nella baia dell’isola di Norman, nell’unica insenatura conosciuta in cui poter sbarcare. Si, l’isola di Norman, conosciuta successivamente negli anni come l’isola del tesoro. La stazza dell’imbarcazione fendeva la nebbia come un coltello tagliente, quasi a far capire che avrebbe potuto osare di tutto. La nebbia sembrava muoversi al suo passaggio e, come improvvisamente calata, così di li a pochi istanti si diradò, svelando la nave, un poderoso veliero, con cannoni luccicanti come fossero d’argento, vele di un bianco lucente che nemmeno le stelle potrebbero esserlo di più. Una ciurma composta da prodi combattenti, armati ed abili, circa 60 uomini, e poi lui, il giovane partito anni prima con una piccola imbarcazione, comandante di un veliero da mille ed una notte, sconosciuto a tutti ma non ai suoi uomini. Il suo nome era Enry Fly ma lo chiamavano Silver, comandante del Veliero Blade Sea.

La curiosità dicono sia donna, ma non sempre è così. Silver aveva una morbosa voglia di sapere il suo nome. La cena iniziò, e di li a poco egli non resistette ” Mia signora, la vostra presenza illumina tutta la stanza, ancor di più della luna che splende, e delle stelle che brillando rendono luminosi i vostri occhi. Vi prego, concedetemi l’onore di conoscere il vostro nome”

” Volevo farvi stare sui carboni ardenti fino alla fine, ma siccome il vostro comportamento è degno di un vero pirata gentiluomo ve lo dirò. Mi chiamo Isabelle Carugue, ma tutti mi chiamano Lady Black”

Andarono avanti a chiacchierare, bere e mangiare tutta la notte. Le diede una camera della nave, la sua camera, quella del comandante, e lui andò in un’altra stanza, per farle capire che la sua galanteria era vera.

Una sera, come solito essere, Silver salutò Isabelle augurandole la buona notte. Lei a voce bassa, per la prima volta, disse ” Rimani. Sta sera non andare. Vorrei che tu iniziassi a rimanere….” Lui si bloccò, sentii il suo cuore fremere e palpitare talmente forte che nemmeno l’adrenalina delle battaglie più feroci lo fecero pulsare così. Un brivido, un tremito, un calore freddo ma dolce lo avvolse. Si girò verso di lei, stupendamente luminosa con i raggi di luna che la colpivano dalla finestra della poppa. Incantevole visione di una donna con i capelli ricci raccolti con la coda, il viso leggermente chino, lo sguardo dolcemente caldo verso di lui. E lui con calma e tranquillità chiuse la porta della stanza, le si avvicinò, le accarezzò il viso, così vellutato da sembrare il petalo di una rosa, le sfiorò i capelli spostandoli dalle sue guance, annusò il suo profumo, un profumo naturale, creato con estratti di gelsomino ed orchidee, inebriante più del miglior vino, la fissò negli occhi. Lei era appoggiata con la schiena ad una colonna in legno lavorata del letto, con le braccia dietro di se. Le labbra si avvicinarono. Il bacio. Oh sì, quel fatidico bacio aspettato da così tante lune, quel sapore di frutti di bosco delle sue labbra, quel bacio, che racchiudeva tutte le parole che si dicono in silenzio. Il vero primo loro bacio appassionato. E la notte era appena iniziata, lunga, con lieve brezza estiva, non troppo calda, ideale per permettere a due amanti di gioire dei loro piaceri, di soddisfare le loro esigenze erotiche. E che mattina diversa, svegliarsi con lei accanto, guardarla nel sonno, accarezzarla, tenerla a lui, proteggerla, e lei sorridente nel sonno, felice. Felice di aver fatto il primo passo, contenta di come tutto stava andando. Magari in fretta, ma forse doveva essere così.

Tutti immobili, senza parole. Era la prima volta che vedevano, Silver ed Isabelle compresi, una “Nave Fantasma”. Alla deriva, vele rotte e squarciate, albero maestro rotto per metà. Silver ordinò agli uomini di “arpionarsi ed agganciarsi”.  Si fissarono all’imbarcazione. Alcuni uomini avevano paura avendo più volte sentito storie di fantasmi e scheletri che vivevano sulle navi fantasma e che non potevano essere uccisi. Silver, Lady Blake ed alcuni uomini salirono a bordo del vascello. Spada in una mano, pistola armata nell’altra.

Iniziarono ad esplorare il ponte. Tutti vicini a guardarsi le spalle l’uno con l’altro. Nulla, nessuna ombra di equipaggio. C’erano bauli chiusi, botti, cannoni arrugginiti e con alghe incrostate sopra. Salirono sul ponte di comando, entrarono nella poppa della nave guardando sempre con cautela eventuali ombre in movimento. Arrivarono nella cabina di comando, la porta era socchiusa. Silver lentamente la aprì, un forte cigolio, quello di una porta che era li bloccata da molto molto tempo. Un sobbalzo, un sussulto, alcuni uomini iniziarono a tremare. La scrivania del capitano, la sua sedia di comando, e li, come se li stesse aspettando, il comandante. Cappello blu, o almeno quello che ne rimaneva, ma cappello da corsaro, giacca blu e grigia, anche quella mezza consumata dal tempo, con bottoni d’oro inverditi dall’umidità. E poi lui, ormai scheletro, senza più carni, senza più pelle, con in mano ancora la sua pistola.

 

PIRATI. IL MARE INFINITO DELL'ANIMA

 

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LABBRA

LABBRA

“Esistono due cardini portanti nel vero amore, il bacio e l’abbraccio. Entrambi fatti all’improvviso, entrambi con dolcezza e calore. Ma quando un bacio arriva, ne cogli la vera essenza appena le labbra si incontrano. Viene trasmesso quello che è uno dei sentimenti più forti, quello che ci da la voglia di sognare, ancora, e per sempre. Ci trasmette l’eterno sentimento, puro e vero, ci dà ciò di cui abbiamo bisogno, ci da l’amore.”

LABBRA

Che belle le labbra a forma di cuore, perfette, oppure carnose, chi le ha più sottili, o addirittura chi le ha completamente rifatte. Il loro movimento quando la bocca fa uscire le parole, o quando sorridono, o sono su di un viso triste. Ma esistono delle labbra, labbra uniche ed ineguagliabili, e sono quelle della persona che si ama. Si, quelle che avvicinandosi alle tue e si sfiorano per la prima volta ti trasmettono un brivido. Che quando ti danno un lieve bacio iniziale ti iniziano a penetrare nella mente, e poi arrivano al cuore passando per l’anima. E la sensazione che senti in quel momento, assaporandole, è quella della delicatezza dei petali di rose, inebrianti, ubriacanti, con un sapore intenso, dolce come il miele più pregiato, il profumo della pelle soffice che le ricopre, la fragranza del sentimento che colpisce la nostra essenza più profonda.

Un viaggio, splendido, nel posto più bello di tutti, nel nostro cuore.

E poi ritornano, dopo il primo lieve bacio iniziale, ad appoggiarsi sulle tue con un brio nuovo, più forte, il bacio appassionato, quello che ti si fonde completamente nell’anima, quello di cui, dopo averne preso uno, non riesci a smettere, come una droga, il sapore della sua bocca che si unisce alla tua, in un gioco di sensi ed emozioni. La mente invasa dal suo viso che ti bacia e soprattutto dall’eccitazione del momento, dall’emotività provata.

Smettere sembra impossibile.

Sguardi intensi che fanno l’amore nella mente.

E ancora le labbra si uniscono e non si staccano più. Labbra che ricorderai per sempre, labbra dal gusto di more, dal profumo di gelsomino e viole, labbra senza imperfezioni, giuste nella dimensione su un viso perfetto, carnose e soavi nello stesso momento.

Indefinibile la colorazione naturale, sconosciuta, sfumature sul rosa, sul rosso, sul rosato. Una tonalità unica, come se fosse una rara pietra preziosa mai vista prima. Labbra che sanno baciare e ti sanno veramente rapire, come non eri mai stato rapito prima. Labbra che non puoi toglierti dalla mente. Che ti perseguitano e ti fanno sussultare il cuore in ogni istante del tuo respiro. Labbra che vorresti sentire sulle tue in ogni istante della giornata. Labbra che ti hanno talmente catturato che sei incatenato a loro, senza via di scampo, e continui a cercarle.

Labbra.

Uniche ed ineguagliabili. Labbra di chi si ama. Labbra, vere Labbra.

Oxford Brogue  V XII MMXVI

Pagina FB di Oxford Brogue

 

 

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DUE ANIME EROI

DUE ANIME EROI

DUE ANIME EROI

Una nuova storia da raccontare

Ad un certo punto ho voluto lasciare tutto. Ho iniziato a girare il mondo che non conoscevo. Ho visto posti dove regnava solo il buio, ed altri in cui la luce risplendeva accecante.

Un giorno mi fermai in mezzo alla natura; un paese fatto di favole e di disegni, si perché era talmente bello da sembrare inventato

Li ho visto cambiare la mia vita, ritrovare ciò che avevo smarrito all’alba dei tempi, quello che stavo cercando. Una nuova storia da raccontare.

Era un posto come detto fantastico. Accogliente. La gente sorrideva quando la si incontrava, e salutava con grande cuore.

DUE ANIME EROI

Nella piazza del villaggio, arricchita di aiuole dai mille fiori, c’era una statua raffigurante due ragazzi, uguali come due gocce d’acqua, con un braccio alzato al cielo e l’indice disteso

E sotto la statua una targa che recava queste parole:

-Dal nulla come per magia la forze strepitosa della loro energia.

Ha commosso molti cuori e ha fatto passare mille dolori.Sono arrivati da una terra senza confini portando la loro musica con i loro destini.Hanno dato emozioni e coraggio a chi il dolore è la tristezza aveva chiuso il viaggio.Ora sono andati via proseguendo il loro glorioso cammino perché chi è umile ed onesto otterrà un posto nell’Olimpo divino.

In ricordo di Jack e Diego che hanno ridato fede alla nostra misera cittadina-

Allora dopo aver sentito un brivido fulmineo nel mio corpo divenni curioso e mi iniziai ad informare.

Entrai nel bar del paese, bello, fastoso, accogliente, luminoso. Mi sedetti ed ordinai da bere, un ottimo bicchiere di latte e menta. Chiesi alla cameriera chi fossero i due giovani rappresentati nella statua. Mi disse che erano due ragazzi capitati per caso nella loro cittadina, fratelli gemelli, venuti con la loro madre e altri familiari, perché stanchi di un passato infame. E qui hanno trovato la loro via ed hanno insegnato a tutti noi cosa vuol dire usare il cuore mixato con l’anima per amare e per cantare.

Stupito chiesi dove adesso fossero, e lei mi rispose che erano andati via, acclamati come eroi e salutati come guerrieri, due anime, un solo corpo, due eroi, un unico cuore, e che avevano raggiunto finalmente la tappa definitiva del loro cammino, la gloria ed il successo, in una grande metropoli europea. Forse in Italia.

La cosa mi incuriosì ancora di più, e per questo iniziai a prendere appunti sul mio taccuino, ormai pieno di polvere perché chiuso da troppo tempo, ma finalmente riaperto perché la mia anima stava rimettendosi in moto all’echeggiare continuo delle frasi scritte sulla targa della statua……

Scavai nel passato, nella loro vita, raccogliendo più notizie che potessi. Ed iniziai a scrivere la loro storia, una di quelle che ti lasciano il segno nel cuore, che senza foto ti danno le immagini vive e piene di colore nella mente, una che ti tocca l’anima facendoti venire i brividi di gioia.

La passione per la musica era già dentro loro prima di nascere, come se la Musa Euterpe o il Dio Apollo avessero messo dentro la loro anima la fiamma del suono e della melodia.

DUE ANIME EROI

Crescendo hanno imparato in maniera semplice, usando il cuore, che la musica è una passione che esce da dentro, da ciò che di più profondo e bello abbiamo, i sentimenti veri.

Il loro cammino, nel tempo, li ha fatti guerrieri, si, guerrieri di vita nonostante la giovane età, perchè purtroppo le battaglie più forti sono state combattute contro invidia, perfidia, malignità e speculazione. La loro strada era fatta in primo luogo di passione per il canto, per dare conforto ed emozioni a chi li sentiva, per rallegrare vite che di allegro non avevano più niente, ed in secondo luogo per poter avere una ricompensa che potesse dare loro ciò di cui sfamarsi e da poter continuare il cammino per migliorarsi.

Persone a loro accanto sono poi state allontanate in quanto piene di ingordigia di ricchezza e non di amore e sentimenti. Continuando il percorso del destino sono arrivati in questa cittadina, all’epoca frenetica di ritmi lavorativi folli, non curanti della vita altrui, dove i sentimenti ed i colori erano quasi dimenticati per dare spazio alla scontrosità di caratteri diventati quasi incivili.

Si fermarono e decisero di provare a trasmettere il calore che nelle anime di tutte queste persone si era quasi completamente spento. Vedevano la luce della speranza negli occhi dei giovani pargoli che giocavano spensierati incuranti di ciò che li circondava. La loro gentilezza e la loro voce era già una sferzata di colore in quel grigiore di vite, il loro modo di porsi per poter chiedere lo spazio per poter cantare era qualcosa che la gente si era dimenticata, l’educazione.

L’arrogante proprietario del più grosso locale della città, quando i due giovani si presentarono ed espressero la richiesta di potersi esibire presso di lui, si mise a ridere follemente, perchè abituato a gestire complessi e band musicanti un anima ben diversa dalla loro. Ma poi, visto che le frasi cominciavano a diventare silenzi, si udì una intonazione, come un fulmine a ciel sereno, l’inizio di una melodia senza musica ma fatta solo di parole armoniose, intonate, calde, sensuali, che come un pugno cercavano di colpire dolcemente diventando una carezza a contatto con l’anima. E poi una seconda voce, un altra armonia, un duetto, qualcosa che fece smettere di respirare per una frazione di secondo lo scontroso signore.

Aveva un telefono in mano; gli cadde. La bocca non si muoveva più, rimasta spalancata, e per la prima volta dopo anni di freddo e di dolore, iniziò a sentire invadere il suo corpo da un qualcosa, una sensazione nuova, energizzante, che stava iniziando a scaldare l’anima, a far scalpitare il cuore che inizia di nuovo a far pulsare quel sangue che da vita nuova, a sentire il profumo delle parole, a sentire i colori delle note.

E fu in quel preciso momento che si mosse, traballando quasi incespicando, mettendo le mani alla sedia vicino a lui per sorreggersi, e piangendo.

Il silenzio.

Niente più suoni, solo un pianto.

I due ragazzi avevano forse già capito. L’uomo alzo lo sguardo e promise che avrebbe fatto tutto ciò che poteva essere in suo potere per organizzare il più bell’evento degli ultimi vent’anni nel suo locale, perchè dopo tanto dolore e bramosia di guadagno, era riuscito a vivere nella sua mente la fotografia dei bei tempi passati, quando tutto era colorato, quando le persone si salutavano sorridendo incrociandosi per strada, quando ancora si faceva l’amore e non il sesso.

L’uomo rispettò la sua parola, a distanza di un mese, dopo aver pubblicizzato l’evento in tutta la cittadina, aveva rimodernato anche il suo locale dipingendolo con i colori della sua nuova anima, dando le luci della gioia e della felicità all’ambiente.

Finalmente la sera tanto attesa.

Il locale era però purtroppo semi deserto, poche persone, indaffarate a telefonare o usare i computer o altro ancora, senza la giusta attenzione per ciò che stava per accadere. I due giovani rassicurarono l’uomo, e gli dissero che doveva avere fede in ciò che muove i cuori delle persone verso l’amore, ovvero le emozioni.

Iniziarono, e come si udirono le prime note della musica e le prime intonazioni, tutti i pochi presenti rimasero incantati. Finì la prima canzone, nessun applauso, ma meraviglia, perché chi era presente non riusciva a muovere più il corpo, come se fosse bloccato, per ciò che iniziavano a provare dentro. Poi una seconda canzone, gli occhi della gente lucidi, commossi, felici.

Il proprietario fece un gesto inaspettato, strano ma audace nello stesso tempo, spalancò le porte del locale e spostò le casse musicali all’esterno. E li, iniziata un altra canzone, iniziò il miracolo. Chi sentiva la musicalità delle anime di Jack e Diego, non poteva che continuare a sentirle, perché davano loro i colori della vita. Pian piano il locale iniziò a riempirsi e le genti a diventare calde nello spirito e nel cuore, intravedendo i propri nuovi colori.

Da lì, serata dopo serata, canzoni dopo canzoni, emozioni, lacrime, colori, la cittadina iniziò a trasformarsi, a diventare ciò che ora è un posto da sogno, con cordialità, con benevolenza, educazione.

E la loro ultima canzone, realizzata per descrivere le lotte, la vita, la forza di superarle, sia loro che della cittadinanza, venne intitolata Due Anime eroi, si perché senza di loro, la cittadina sarebbe rimasta nel grigiore di una vita ormai infelice e piena di desolazione.

DUE ANIME EROI

Il cammino dei giovani riprese; nel locale vennero altri cantanti, non con anime scure, ma con la luce dentro, che poteva lontanamente ricordare quella dei due fratelli.

La strada di Jack e Diego era ancora lunga, sicuramente fatta ancora di difficoltà, ma affrontata sempre con ciò che fa di loro due persone speciali, uniche, ineguagliabili: la semplicità e l’amore.

Oxford Brogue

XV-XI-MMXIV

Pagina FB di Oxford Brogue

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IL VINO FA BENE AL SESSO

IL VINO FA BENE AL SESSO

IL VINO FA BENE AL SESSO

Diciamo che, francamente, qualche ipotesi al riguardo ognuno di noi se l’era già fatta. Chi per esperienza personale, chi per sentito dire, il “sospetto” che ci fosse una certa correlazione tra il vino e l’eros albergava già da tempo nei nostri pensieri (di donne e uomini, beninteso!) e qualcuna o qualcuno magari aveva già, empiricamente, tentato di mettere in pratica questo genere di correlazione, a volte con effetti indesiderati …

IL VINO FA BENE AL SESSO

E invece, ancora una volta, giunge in nostro soccorso la scienza che, con tutta una bella serie di ricerche, test, sondaggi, campioni, etc. ci porge dei dati, direi, tutto sommato inattesi. Recentemente, infatti, è stato dimostrato  che  c’è  una  correlazione  POSITIVA  tra  vino  ed  eros.  E  più  precisamente,  il  gentil  sesso beneficerebbe degli effetti positivi di una sostanza molto nota agli studiosi, il resveratrolo (contenuto nel vino rosso e già additato come benefico antiossidante per la circolazione sanguigna e altro); inoltre l’alcol agirebbe sui centri nervosi, facendo rilassare e disinibire il comportamento con riflessi positivi anche sull’apparato genitale e quindi, in definitiva, sul piacere.

IL VINO FA BENE AL SESSO

 

Ma  anche  sugli  uomini  gli  effetti  sono  altrettanto  positivi:  il  vino  può  essere  infatti  considerato  un vasodilatatore naturale e quindi, oltre all’effetto disinibente, farebbe aumentare l’afflusso del sangue nei vari distretti sanguigni, compresi quelli “importanti”.

IL VINO FA BENE AL SESSO
Amore e psiche

Un quadro decisamente  positivo,  insomma;  ma, naturalmente,  vi  è un’importantissima avvertenza di  cui tenere  conto:  la  QUANTITA’  DI  VINO  (rigorosamente  rosso)  DEVE  ESSERE  MODICA,  altrimenti  gli  effetti dell’alcol sul nostro sistema nervoso potrebbero risultare nefasti! Dose consigliata quindi: un paio di calici, non di più! E soprattutto niente cocktail, in quanto contengono troppo alcol e niente polifenoli.

IL VINO FA BENE AL SESSO

D’altra parte, oltre al buon senso, anche la storia ci indica la medesima e saggia direzione: scriveva infatti l’ateniese Eubolo nel 300 a.C. : “Tre tazze di vino preparo per gli amici: la prima per la salute, la seconda per l’amore, la terza per il sonno, la quarta non appartiene più a noi, ma alla violenza”.

IL VINO FA BENE AL SESSO
Dionisio e l’opera di Eubolo 3 coppe di vino

Scritto da Maurizio Pandolfi, 8.2.2014

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Le illusioni rendono tossici gli amori, li portano a farci male, sono il più grande nemico dell’anima, sono demoni.

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Another story about Anorexia© on Flickr

Pensieri e foto legate ad un’esperienza di vita vissuta con dolore, stupore, paura, consapevolezza e ambivalenza e, nel tempo, rinascita.

“Ti parlo” nasce per Joy  vittima e carnefice di se stessa e nasce per me che l’ho accompagnata, a volte impotente, in questo allucinante viaggio che portera’, prima o poi, alla stazione giusta, dove finalmente scenderemo .

COS’E’ UNA LACRIMA? di Oxford Brogue

COS'E' UNA LACRIMA? di Oxford Brogue

COS’E’ UNA LACRIMA? di Oxford Brogue

Cosa è una lacrima?

Non è un pianto di tristezza, ma è la voce dell’anima che esce con il cuore dagli occhi, i quali con la loro dolcezza dicono parole che non siamo in grado noi stessi di pronunciare.

Il vero amore non si dice, si dimostra, e una goccia che ne anticipa un’altra ed un’altra ancora sgorgando da ciò che abbiamo di prezioso, lo sguardo, fa capire quanto amiamo qualcuno.

Le difficoltà, gli sbagli, gli errori, le salite, i problemi, servono per fortificarci se teniamo veramente a qualcuno, non a farci allontanare. Se le parole dette in momento di rabbia, o follia, o pazzia, vengono considerate sincere e vere, allora non si è mai capito niente di chi si ha davanti.

Una lacrima è un pezzo di cuore che vuole raggiungere chi stiamo pensando. Altrimenti non sarebbe sgorgata, come una goccia che esce da una roccia in segno di vita. La lacrima è la risposta alle varie domande che ci si può porre: Mi ama? Sarà sincero? Mi ascolterà per sempre?

Una lacrima è il segno di rispetto e di fiducia, di amore e di sincerità, di intesa e cuore, dell’anima profondamente scossa da chi abbiamo innanzi. La lacrima è la fonte di vita della Nostra Anima.

Con tutte le lacrime che verserò per il tempo che non posso trascorrere con te. Amore, anima, sincerità, lealtà, rispetto, verità, e molto altro ancora.

Da “I racconti di Oxford Brogue”

COS'E' UNA LACRIMA? di Oxford Brogue
Cos’e’ una lacrima?

La foto di “Cos’e’ una Lacrima

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RIFLESSIONI DI UN GIORNO QUALUNQUE

RIFLESSIONI DI UN GIORNO QUALUNQUE

Certe volte ci si rende veramente conto di quanto le persone tengano a noi nel momento del bisogno e delle necessità.

RIFLESSIONI DI UN GIORNO QUALUNQUE
Ipocrisia

Siano familiari, parenti, amici, conoscenti. A volte ci sembra di essere lebbrosi o con qualche malattia contagiosa.  E poi quando veramente succede qualcosa di grave ancora più velocemente spariscono tutti. E poi, all’improvviso, ritornano.  Ci chiedono aiuto, consigli e altro ancora, e il nostro cuore assieme alla nostra anima non riesce a negare la nostra disponibilità.

La luce che emaniamo quando facciamo qualcosa con il cuore, solo per uno sguardo, una carezza o una parola gentile, è immenso. Stare in compagnia delle persone quando si è soli, che noi si sia giovani o anziani, è un regalo incommensurabile per il cuore e l’anima.

Ma spesso le persone ci lasciano soli, anche se esistono legami che vanno oltre la nostra conoscenza, perché sanno come già detto, che comunque al loro ritorno noi ci saremo sempre.

Se un giorno non ci trovassero’ cosa potrebbe succedere? Forse il rimorso di non averci tenuto in considerazione adeguata? O menefreghismo perché tanto eravamo tra i tanti? Oppure dolore e rammarico perché sanno di aver perso un tesoro che non si compra con soldi, la vera amicizia e l’amore?

Il fatto è che veramente o si nasce troppo buoni o troppo cattivi, perché secondo me le vie di mezzo non esistono.

I legami si creano casualmente,  come è successo con l’amica Patrizia Spirito che mi ha permesso di condividere i miei racconti o i miei pensieri in questo bellissimo BLOG.  Certe persone intuiscono chi siamo dentro, solo con un semplice ciao. Altre nemmeno dopo averci fatto un interrogatorio di terzo grado.

E la simbiosi che si crea fa si che si possano intuire situazioni familiari reciproche anche senza conoscerle, e trasferirle con allegoria e pensieri profondi in racconti affascinanti

Le narrazioni e le riflessioni sono di fantasia con un pizzico di realtà, nostra o di altri, ma comunque spiegata in forma più dolce della reale sofferenza che le persone provano.

Si fa presto a scrivere Disabile o Handicappato,  ma io preferisco descriverli come persone diversamente abili, perché anche loro hanno delle proprie qualità.

 

RIFLESSIONI DI UN GIORNO QUALUNQUE
Clochard

 

Come chi chiama i clochard barboni o mendicanti, mentre non si soffermano a pensare ciò che li ha portati a quella scelta di vita. Solo perché vivono per strada non vuol dire che son peggio di noi, forse, a volte sono anche meglio.

Un frate parlando con lui e scambiando racconti di vita, mi ha visto con gli occhi commossi parlando di mie “cose” personali, è con un sorriso rassicurante, sapendo la mia grande fede, mi ha detto che Dio ha dato dei compiti e ognuno di noi ha le proprie prove, le proprie sfide, le proprie croci, il proprio calvario. Sta a noi  avere fede per superare  i vari passi che facciamo, in salita, in discesa, in pianura. E rivolgendosi a me nello specifico , toccando la croce che porto appesa al collo, in legno, attaccata ad un rosario che mi porta tanti ricordi, e prendendomi la mano dove porto l’anello con inciso il Padre Nostro,  mi dice – la tua fede ti porterà lontano a compiere il tuo destino e il cielo sarà sempre al tuo fianco, anche se verserai lacrime e proverai dolore, ma le vie del signore sono scritte e sta a noi portarle a termine.-

A me non piace correggere i miei scritti, perché son stesi d’impulso, e spesso quando realizzo pensieri salto da una cosa all’altra, ma questo è perché la molteplicità di parole nella testa escono a caso.

A volte vorrei tornare bambino, in spiaggia, per cercare di far volare un aquilone, correndo come un folle,  cadendo, piangendo ma rialzandomi, e vedere poi l’aquilone colorato alzarsi, fare giravolte e disegni nel cielo, e poi anche magari veder rompersi il filo che lo tiene facendolo portare via dal vento in alto; e a quel punto vorrei crescere immediatamente, arrivare al mio tempo, guardando l’aquilone sparire tra le nuvole e pensare che quell’oggetto stia andando a trovare chi non è più qui con me sulla terra, amici, parenti, e che possa rimanere con loro per renderli felici e far sentire loro il mio cuore.

 

RIFLESSIONI DI UN GIORNO QUALUNQUE

Comunque, qualunque cosa succeda nella nostra vita, non è spesso una scelta nostra, ma un volere del cielo. E se riusciamo a superare tutte le prove, cercando dentro di noi la vera forza per andare avanti, allora diventeremo ciò che abbiamo sempre desiderato di essere: Unici e pieni di vita.

da ” I Racconti di Oxford Brogue”

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LA PAGINA BIANCA

LA PAGINA BIANCA

Sento bruciare il sangue nelle vene, per rabbia, per amore, per odio, per tristezza. Il subbuglio creato dal cuore che si scontra con l’anima creano uno tsunami di sentimenti ingarbugliati e incoscienti, forti e deboli nello stesso momento. Il dolore è forte e le lacrime fanno luccicare gli occhi arrossati dai ricordi. La vita sbagliata, gli errori fatti, le cose sbagliate, quelle giuste, le gioie e i giorni con il sole. Ma comunque errori e certezze, coerenze ed incoerenze, che ormai sono state e non si possono correggere. E gli occhi innalzano lo sguardo al cielo cercando risposte, poi tornano a fissare l’orizzonte con il sole del tramonto, vedendo i colori dell’arcobaleno che portano pagine bianche per scrivere il futuro. Incerto, sicuramente, ma con nel cuore il desiderio di vivere un’emozione fatta di amore e gioia. E dove l’anima scriverà un nuovo cammino legato a ciò che rende la strada da percorrere senza ostacoli.

La pagina bianca Renè Magritte
La pagina bianca Renè Magritte – 1967

Non possiamo sapere dove il sentiero che percorriamo ci possa portare, ma ovunque sia in queste parti del mondo, sarà la gioia di vivere una nuova vita ad essere il punto importante che chiude il paragrafo della pagina bianca in cui abbiamo scritto. E il nuovo capolinea per il nuovo giorno sarà reso gioioso dal sole di una estate calda e dai verdi prati fioriti e dal profumo dei gelsomini.  La vita, questa sconosciuta, ma assai preziosa, che ogni giorno ci regala emozioni ed incognite. La donna che ci sarà accanto per tutto il tempo del nostro cammino. Che ci faccia trovare la pace e l’armonia interiore in fusione con le voci e le luci della terra e dell’universo, e ci porti chi ci sappia apprezzare, credere e soprattutto amare.

Vivere l’istante è il regalo più grosso che possiamo chiedere.

Vivere è il sogno, e la vita e’ colei che ci fa sognare.

di Oxford Brogue

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