STEFANO FERRI: LA LIBERTÀ DI ESSERE SE STESSO
Stefano in una foto scattata da sua figlia in pieno centro a Milano.
E’ l’immagine della gioia, della spensieratezza in un pomeriggio tra padre e figlia che giocano e se la ridono insieme.
Quando ho conosciuto Stefano, nella stretta di mano, forte, vigorosa e sicura, ho capito che saremmo diventati amici.
Quando mi ha raccontato di come la sua parte femminile e’ emersa, ho avuto la netta percezione di quale lotta, guerra, dolore e sofferenza quest’uomo ha patito. Ho potuto comprendere e percepirne il percorso perché ho una figlia che ha sofferto gravemente di anoressia. In questi lunghi anni di malattia più volte mi ha spiegato cosa le succede nella testa quando l’anoressia s’impossessa del suo cervello ordinandole, col suo stesso tono di voce, di non nutrirsi. Ben inteso che per mia figlia e’ una patologia, mentre per Stefano una questione di identità. Due situazioni totalmente differenti, ma meccanismi assolutamente uguali.
Il possesso della mente di un altro te stesso diverso da te.
Quando Stefano parla di come si e’ manifestata Stefania, avverto nettamente come questo “altro sé” ha iniziato a invadere i suoi pensieri, i suoi gusti e sentimenti. Quando dice che Stefania era gelosa, capisco quali sensazioni potesse scatenare nella sua testa rispetto ad un’eventuale e possibile compagna, amica, fidanzata. Essendo Stefano un puro, posso immaginare quali sentimenti sconosciuti e contrastanti potessero aggrovigliarsi nel suo cervello fino a sconfiggerlo moralmente e fargli perdere l’identità.
Il lavoro costante e la ricerca da uomo intelligente quale e’ , profondamente onesto e sincero ha fatto breccia un po’ alla volta; una profonda analisi ha messo le cose in ordine e le ha affiancate facendo nascere un equilibrio in cui oggi Stefano vive.
Per giungere a tutto questo la lotta interiore ha attraversato lunghi campi, combattuto estenuanti battaglie superando tante sconfitte e ottenendo ben poche vittorie ma alimentando una sensibilità per pochi. Stefano e’ a 360°, vede il mondo con ottiche maschili e femminili diventando quindi l’amico, l’uomo, il compagno perfetto.
La meraviglia e’ che Stefano veramente ha dentro di se’ due persone: non e’ personaggio, ne’ travestito. Se lo si guarda attentamente quando sorride ha una dolcezza femminile, quando e’ serio ha lineamenti maschili.
Le mani le muove in modo maschile, ma l’aspetto e’ femminile. Ha un passo maschile ma quando e’ seduto e’ armoniosamente femminile.
Cita Stefano con grande ironia facendo sua una frase di Francois Ozon:
“Mi ricordo cosa ci dicevano da bambini. I bambini nascono sotto un cavolo, le bambine nascono sotto un fiore. Io devo essere nato sotto un cavolfiore».”
Un’altra considerazione mi viene spontanea nel momento in cui Stefano parla di sua moglie.
Ho carpito, involontariamente, una breve telefonata tra loro in cui emergeva con forza il tono del dialogo di entrambi. Pacato, dolce, rispettoso. Sono sposati da 15 anni oggi, che e’ già un record di suo! In una situazione del genere, non certo facile per nessuno dei due, hanno scelto di onorare e salvare l’ Amore e quello per la figlia. In un mondo che si fa sempre più arido, sempre più freddo ed egoistico, questo rispetto per l’Amore e’ grandioso.
Mi resta nelle orecchie una frase di Licia: “ come dici sempre tu, Stefano…..”, rivolto a colui che ti protegge e che noi donne idealizziamo in un’ uomo.
Ecco, credo che entrambi si siano protetti a vicenda nei momenti più brutti; che entrambi, insieme e uniti, proteggono la loro bambina e le insegnano il rispetto per l’altro…..in qualsiasi modo si vesta.
La battaglia di Stefano e’ proprio quella del rispetto e della libertà di essere se stessi ……..………..sempre.
Stefano e’ anche giornalista ed e’ conosciuto nel mondo del mice per la sua attività di grande comunicatore. L’ufficio stampa, comunicazione e marketing veste i panni dello scrittore e pubblica il suo primo romanzo riscuotendo gran successo di pubblico e critica con tre ristampe.
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