LA MIA IMMAGINE RIFLESSA NON C’È PIÙ

LA MIA IMMAGINE RIFLESSA NON C’È PIÙ.

Due persone, nate uguali, due ali d’angelo separate, che singolarmente non riuscivano a volare ma quando si abbracciavano e si tenevano per mano riuscivano a fare i voli più belli dell’universo.

Splendenti, entrambe, uniche per certi versi, ma in armonia con la mente ed in sintonia con lo sguardo. La loro luce guidava le loro gesta. Julia era la più taciturna, colei che solo con il suo sorriso parlava, con il suo sguardo si faceva sentire. Le movenze dei suoi capelli emettevano suoni celestiali. Con semplici azioni riusciva a dare soluzioni, ad avvicinare persone lontane, farle sentire nei loro cuori, a chi era triste faceva tornare il sorriso, a chi aveva perso la fede faceva tornare la luce che lo avrebbe guidato.

Così per anni, in armonia con la sorella, nonostante qualche screzio perché normale, ma sempre gioiose insieme. A fare l’albero di Natale giocando allegoricamente con le decorazioni, con i fili d’argento che si lanciavano l’una con l’altra. Dando vita all’albero di Natale ogni anno sempre più bello. Come loro. Luci di mille colori, come i loro sorrisi, palle di Natale incredibilmente belle da lasciar senza fiato, come i loro occhi, un insieme di fantastici pensieri osservando l’albero, come osservando l’insieme dei loro corpi.

Giocare nella neve come bambine, anche se ormai donne, ma giocare senza pensieri, perché non volevano deturpare quei bei momenti con i problemi della vita.

Le stagioni si susseguono. Amori, dolori, racconti reciproci per sostenersi a vicenda.

Julia sempre generosa. Per strada sembrava un angelo guidato dal cielo che fermava un bambino in corsa perché vedeva prima che sarebbe caduto, prendere per mano una vecchietta e fermarla nei suoi passi qualche istante prima che dall’alto cadesse un vaso che la avrebbe colpita, una piccola spinta ad un uomo verso una donna, perché sapeva che era giusto così. Ed infatti le due persone poi si baciavano. Azioni che veramente sembravano di una persona con premonizioni angeliche.

Ed in casa quando si riunivano una grande armonia, voci calde che si raccontavano, che ridevano, che sussurravano melodie incantate di magia e di cuore.

Un giorno durante il sonno qualcosa di nuovo successe.

Nella stanza una luce, un calore che faceva stare talmente bene da sentirsi protetti da qualsiasi cosa. Julia si svegliò e vide nella luce una figura, un angelo, stupendo; gli sorrise e le disse che Dio l’ha guardata per tanti anni, ha seguito le sue gesta quotidiane, evoluzioni fatte di cuore anima e tanto amore.

E Dio ha bisogno di lei, perché ha un compito più importante da darle. E che il suo tempo di vita mortale e terrena era giunto al termine.

Chiunque, avendo tale visione si sarebbe disperato, si sarebbe rattristato, avrebbe pianto. Ma lei, invece, con la gentilezza dell’anima che la contraddistingueva, sorrise.

La mattina dopo aspettò il risveglio della sorella, gemella, uguale, anche lei speciale. Ma Dio aveva scelto Julia. Lei sorrise e disse con la sorella di ciò che era successo. La sorella iniziò a piangere, dolori lancinanti nel cuore, esplosioni nell’anima, senso di debolezza e di svenimento. Lacrime, lacrime vere non bugiarde, ma lacrime nelle quali si leggeva il vero dolore.

Julia le si avvicinò, la guardò intensamente, la abbracciò e le diede un bacio. Uscirono assieme. Julia le disse di non preoccuparsi, che lei non sarebbe mai andata via veramente. Che sarebbe sempre stata in lei, nei ricordi, nel cuore e nell’anima, ed ogni volta che guardava il cielo, doveva cercare Jupiter, e doveva fissarlo. Lei sarebbe stata lì.

Si incamminò nel viale del giardino della casa, improvvisamente calò una fitta nebbia, ed in pochi secondi Julia sparì.

La sorella non piangeva più. In quello stesso momento sentì come se una mano le avesse accarezzato l’anima, come se un soffio di dolcezza e positività le avesse toccato il cuore. E subito capì che Julia era andata via, ma lo spirito viveva in lei.

Da quel giorno, anno dopo anno, il ricordo di Julia sempre era presente. E quando si guardava allo specchio non vedeva più la sua immagine riflessa, ma quella di sua sorella che le sorrideva, che le parlava e che le diceva che sarebbe sempre stata con lei a guidarla in molte scelte con le sensazioni, perché quando si perde nella vita reale qualcuno che fa parte di noi, rimane sempre vivo nel nostro cuore e, diventato angelo, eseguirà i compiti ancora più grandi che Dio gli avrà assegnato, ma si prenderà comunque sempre cura di noi, facendoci capire con intuizioni le strade da prendere Buon Natale Julia, e grazie per essere stata l’angelo della mia vita e che mi seguirai sempre.

Con affetto, tua sorella

LA MIA IMMAGINE RIFLESSA NON C'È PIÙ.

Esposizione di Oxford Brogue per una cara amica che mi ha colpito con la sua storia e colpendomi, mi ha mosso a scrivere questo in onore della sorella scomparsa.

Pagina FB di Oxford Brogue

 

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