IMPRONTE TRACCE E SEGNI Spazio Tadini 2 febbraio

IMPRONTE TRACCE E SEGNI Spazio Tadini 2 febbraio

Collettiva a cura di Silvia Ceffa e Michelle Kling Hannover un nuovo appuntamento con l’arte, la moda e il life style.

L’inaugurazione della mostra avvenuta l’altra sera 2 febbraio alle 18,30 e’ stata caratterizzata da molti ospiti che hanno accolto con curiosità l’invito di essere presenti in un format che unisce tanti linguaggi artistici diversi. Ero presente in veste di amica e di blogger e la serata, devo dire, e’ stata assai gradevole.

Molto giovani gli autori delle opere a dimostrazione di una volontà precisa di dar spazio alla freschezza e alla sperimentazione.

L’atmosfera e’ stata di grande curiosità e vivacità per la differenza dei linguaggi utilizzati, per le opere esposte e per gli spazi tutti protagonisti di tanta creatività.

Non facile l’allestimento di lavori così diverse, ma forse proprio per la loro diversità hanno creato quasi un percorso inaspettatamente omogeneo, variopinto e fresco.

Molto interessante vedere all’opera un pittore che, per niente disturbato dal brusio e dalla gente, ha continuato, a usare pennelli e colori portando a termine la sua tela durante la serata.

per saperne di piu’ di Luca La Marca

L opera finita
L’opera finita

Delizioso il corsetto realizzato sull’ispirazione delle pennellate di un quadro, ideato da Michelle, curatrice della mostra.   “Quando da un quadro di Catia Massa nasce un capo HAUTE COUTURE favolosa giacca in satin duchesse bianco con intarsi policromi in voile”

michelle e la sua creazione
by Michelle M. Kling Hannover e Maria Rita Giurlani

Tecniche diversissime, tutte proiettate ad un dialogo multilingue incentrato sull’espressività artistica di ognuno.

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Splendida la parte dedicata a Riccardo Venturi , a cura di Federicapaola Capecchi coreografa, con un reportage dall’Afghanistan  dal 2002. C’era la guerra, c’e’ la guerra, ma attraverso le sue foto non vedi la guerra ma la percepisci perché ti avvolge la desolazione di un territorio distrutto e arido; senti la solitudine nell’anima delle persone e la profonda tristezza senza speranza che li avvolge.

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Le foto in mostra fanno parte di  un progetto a lungo termine iniziato nel mese di ottobre 1996, quando Kabul cadde nelle mani dei talebani. Si tratta di un ritratto di un paese lacerato da più di 30 anni lungo conflitto, che non lascia spazio per la speranza. Questa è una storia dei paesi drammatici eventi a partire dalla guerra con i talebani e l’Alleanza del Nord, per l’assalto americano e la caduta di Khandhar. Il progetto mostra le vittime del conflitto, che sono per lo più ostaggi civili e la logica di una guerra che sembra non finire mai. by Riccardo Venturi

Riccardo Venturi
Riccardo Venturi

E per concludere

non poteva mancare il food
non poteva mancare il food con le eccellenze italiane

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Mattino: solo su appuntamento
Pomeriggio: dalle 15.30 alle 19

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