IL GUERRIERO LUPO
Nel mio cammino ho incontrato tante persone.
Ricordo un guerriero, venuto da una terra lontana, che parlava la mia lingua meglio di tanti indigeni della mia nazione.
Era giovane, forte, con tante idee. Il suo modo di parlare incantava, e quando combatteva per il suo ideale diventava un leone. Ogni tanto in battaglia cadeva, colpito di striscio, ma poi come un ghepardo spiccava il balzo e volava come un aquila sull’obbiettivo. A fine battaglia festeggiava la sua gloriosa vittoria, il coronamento della sua visione.
I suoi compagni lo affiancavano, gli davano coraggio, lo sostenevano, anche se rischiavano la propria vita per lui. E i generali lo guardavano come il pilastro del reggimento.
Forse per emergere tra i tanti, forse per orgoglio suo, forse per crearsi una sua leggenda ed una sua storia, non guardava in faccia a nessuno. E le persone ed i compagni che lo adoravano lo iniziarono ad abbandonare.
Il suo modo di lottare creò dolore nei cuori di chi lo considerava come un fratello.
E fu così che il suo modo di essere fece sì che le persone se ne andarono prima di rischiare di perire a causa delle sue ingordigia di fama.
Ricordo quel giovane sul campo di battaglia che urlava e sbraitava. Incitando i compagni.
Ma i compagni pian piano diminuivano fino a ché, rimasto solo, cadde sotto le lucenti armi nemiche.
Venne ricordato come il guerriero lupo, perché come un lupo, rimase solo nelle sue battaglie.
Scritto da Oxford Brogue.