COUNSELING IN VALIGIA

COUNSELING IN VALIGIA

Mi ritrovo, non so per quale arcano motivo, in un vortice di nuove esperienze e coinvolgimenti grazie al fatto che ho perso il lavoro. Qualcuno, mesi fa, mi aveva detto di prendere questo “dramma” come un momento di fortuna, di riflessione e di scoperta.

Mi disse un’amica: “ stringi i denti, trova un punto, focalizzalo, credici e perseguilo.” Strano ma vero si sta rivelando tale.

Dopo i primi due mesi di panico e affanno totale, paura, solitudine, dopo che ho bussato a tutte le porte che conosco, che ho spedito centinaia di CV a parenti, amici, conoscenti e sconosciuti ; dopo che ho pianto, ho riso istericamente per la goffaggine della situazione, o per colloqui assurdi o per contesti ridicoli o per offerte di lavoro impossibili, dopo che ho messo annunci di Dog sitter e Baby sitter a cui non ha risposto nessuno, mi son detta: “ piu’ cerchi e ti affanni, meno troverai. Più senti il fallimento, più morirai dentro e fuori e, insieme a te, i ragazzi, tua madre, la tua meravigliosa creatività; diventerai una persona odiosa e antipatica e piagnona e, soprattutto, aumenteranno le rughe dello stress”.

Così ho organizzato la giornata: meta’ ricerca lavoro tramite il web, gli annunci, gli enti accreditati, i vari Job vattelappesca ( ma vestita e truccata, anche se seduta al pc di casa); meta’ ho alimentato i sogni e gli interessi andando ad eventi, corsi di formazione, seminari, incontri e scrivendo articoli su questo blog che e’ diventano un mezzo, un tramite per incontrare una marea di persone e storie bellissime e interessanti, impegnative e strane. Scoperte ed  esperienze.

Mai lavorato così tanto nemmeno l’anno scorso per Expo. Giornate della durata di 20 ore e solo 4 di sonno, e il cibo, spesso, un optional.

Mai come in questi ultimi mesi ho ricevuto arricchimenti e ho potuto constatare che vivo in una citta’ ricca di occasioni e opportunita’. La difficolta’ sta nello star dietro a tutto e a tutte le iniziative e sapere come coglierle, sfruttarle, renderle proprie e come trasformarle, finalmente in una svolta positiva e costruttiva.

Intanto in questi mesi son cresciuta, son piu’ forte, sono migliore perche’ non sono morta di disperazione. E gia’ questa e’ una vittoria non da poco.

Avevo una valigina “sgarrupata” e pesante quando ho iniziato questi recenti 6 mesi, oggi ho una valigia di quelle grandi, piene di tasche interne ed esterne, con le ruote e la maniglia per trasportarla perche’ ogni giorno si riempie….…tra un po’ mi tocchera’ comprarne un’altra. E’ arancione, perche’ io possa vederla anche in lontananza e riconoscerla perche’ questa valigia e’ mia e, benche’ pesante, me la porto da sola e con fierezza.

A 54 anni, due figli cresciuti da sola, una separazione conflittuale alle spalle che dura da 16 anni, una vita  pesante e dolorosa, violenze psicologiche, patologie dissociative in famiglia e chi ne ha piu’ ne metta, vado avanti con energia indefessa e coraggio, e scopro solo oggi, con stupore, che tante cose non le ho capite.

Con le esperienze che ho vissuto, pensavo di avere compreso alcuni meccanismi.

Che presunzione!?!

Spesso, mia madre che ha 83 anni mi dice che non ha capito un tubo della vita….lo dice ironicamente, pero’ in fondo non ha tutti i torti.

…….E ma io son fatta così e comunque; e ma io, e ma io. Si, pero’, ma io.

E qui inizia l’avventura.

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Domenica scorsa sono stata  ad una riunione , alla Casa di Vetro, sede di Sistema Eduzione dove si concludeva un ciclo di incontri di Job Club. Mi rammarico tantissimo di non aver portato il registratore perché quello a cui ho assistito e ascoltato e’ stato illuminante.

 

Non e’ la prima volta che raggiungo la sede di queste riunioni un po’ perplessa, ma come iniziano a parlare  sembra che il cervello si scuota e pone la massima attenzione attivando tutti i sensori anche quelli dormienti.

La Dott.ssa Kock ( il cognome ricorda un po’ il termine coach, ma in realtà e’ un Guru, che mi piace molto di più perché  di maestri ce ne sono tanti ma di “illuminati” ben pochi, e’ una questione di carisma) si alza e inizia:

“Come mettersi in sicurezza”, che vuol dire, cosa significa mettersi in sicurezza?

In qualsiasi circostanza e’ necessario imparare a mettersi in sicurezza, che non e’ un fenomeno egoistico, ma un atteggiamento che va tenuto sempre per dare agli altri, anzi serve per non mettere l’altro in pericolo.

Si ma che vuol dire? Che cosa sta cercando di comunicarci.

Si ferma, ci guarda e con la massima semplicità ci fa un esempio molto semplice ma esplicativo e cioè quando siamo in aereo pronti al decollo e l’equipaggio illustra ai passeggeri come reagire in situazione di forti turbolenze e pericolo, da dove scendono le mascherine dell’ossigeno e come indossarle. Al di la’ degli scongiuri che ognuno fa per non vivere questa situazione, al di la’ che nessuno presta seria attenzione, il messaggio e’ chiaro.

Se in una situazione di pericolo non mettiamo prima noi stessi in sicurezza, non potremo mai aiutare chi ci sta accanto. Finiremmo entrambi in pericolo.

Quindi se l’aereo precipita ( spero francamente che non mi capiti mai) prima mi metto io la mascherina e poi la metto o aiuto a mettersela a chi sta al mio fianco chiunque sia….anche mio figlio.

E’ fondamentale capire la sottigliezza che sta in questo concetto, a maggior ragione se al mio fianco c’e’ una persona che amo più di me stessa. Banalissima, ma estremamente veritiera. Peccato che non ci si pensa e non si e’ allenati a questo tipo di atteggiamento. Altrettanto il pensiero, man mano che si srotola il ragionamento che pare banale, diventa rivelazione; ancor più se immagino la scena con accanto uno dei miei figli. L’istinto di un genitore e’ quello di proteggere un figlio prima di pensare a se stessi. In questo caso si coglie l’importanza di star bene, di essere felici, di essere stabili…in sicurezza,  e poter essere di supporto se si vuole esserlo per gli altri, soprattutto i cari.

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Maria Cristina Koch, Charity Dago, Nicola Giaconi, Monica E. Della Giustina

La Dott.ssa Koch procede:

“Noi dobbiamo essere al sicuro senza esporci affinche’ l’altro non possa danneggiarci”.

Ritorniamo idealmente in aereo: se io prima penso a mio figlio mettendogli la mascherina, lui sarà in grado di metterla a me? O chiunque sia al mio fianco, sarà in grado? Meglio che io mi metta al sicuro prima di chiunque altro, affinché nessuno , sotto una qualsiasi reazione di panico o altro,  mi danneggi.

Quale potrebbe essere l’esito finale di un allenamento a questo procedimento? Accresco la mia sicurezza in tutti i sensi; mi fortifico; rimango più fredda davanti a circostanze difficile e sono pronta a reagire con più razionalità a ciò che mi circonda; cresco e imparo a vivere sfruttando e conoscendo sempre meglio le mie capacità.

Questo e’ fondamentale nella quotidianità al lavoro, a casa , in famiglia, con gli amici.

Imparare a razionalizzare ci permette di vedere con più lucidità quello che ci circonda.

Quando discuto con qualcuno e’ basilare capire se l’altro, per caso, ha ragione. Se vengo contrastata vuol dire che chi ho di fronte ha ragione. Che fare? Contrastare con furbizia, raggirando l’ostacolo. Imparare a capire il linguaggio del corpo, le parole non dette, gli atteggiamenti di chi ho di fronte.

Guardare fisso negli occhi una persona senza mai abbassare lo sguardo e’ una netta dichiarazione di guerra, ricevuta o lanciata.

Porsi di fronte ad una persona e non di tre quarti, come a suo tempo insegnava Lilli Gruber, una delle prime giornaliste che si poneva in questo modo, non era perché il suo lato sinistro fosse il migliore da riprendere televisivamente parlando ( non aveva nessuna cicatrice che le deturpasse il viso) ma un atteggiamento di accoglienza. Del resto un giornalista che ci “corteggia” tutte le sere durante la cena e ci racconta le peggio cose che accadono nel mondo, non e’ più “cortese” nel suo atteggiamento se non ci si para davanti imponendosi?

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Lilli Gruber

Man mano che la mattina volge all’ora di pranzo mi rendo conto di essere nel posto giusto al momento giusto in un momento in cui sono in evoluzione, ad un punto di svolta in cui desidero diventare protagonista della mia vita e costruire un futuro migliore per me e chi mi circonda. mi rendo conto, infatti,  che gli esempi della Dott.ssa Koch mirano a far emergere le capacità delle persone per appropriarsi di se stessi in modo costruttivo e innovativo  per diventare registi del proprio prossimo film .

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Un’altra frase che mi ha colpito profondamente e’ stata: ” Fallire, fallire ancora, fallire meglio” che vorrà mai dire?

Se non hai fallito veramente e non sei pervaso da quella sensazione distruttiva che ti penetra e rischia di ammazzarti, mai troverai la forza di riscattarti, tirarti su in piedi per reagire e trovare la strada per risalire e rimetterti in pista. Non solo, se non hai mai provato la frustrazione del fallimento rischierai di caderci; se l’hai già provata la eviterai con tutta la tua forza.

La vita bastona quotidianamente, le difficoltà sono dietro l’angolo e l’età avanza. Il buon Dio ci ha data una sola vita, non può essere solo fatica e sacrificio, e’ giunto il tempo di riflettere e procedere al meglio. In più, mi permetto di fare un’altra riflessione: ho fatto la mamma single per 23 anni, coprendo due ruoli faticosissimi e vedo i miei figli avvicinarsi a spiccare il loro volo. Quando giustamente lasceranno il nido, non voglio sentire il vuoto, non voglio sentirmi sola, non voglio pensare che solo allora sara’ il tempo per me. Oggi e’ il tempo per me, oggi e’ giusto che riempia la mia valigia di ulteriori esperienze per viaggiare ovunque io vorrò andare.

Viene detto che il passato non esiste!!! Come non esiste?

Mi ha distrutto, mi ha piegata, per fortuna  non spezzata, ma e’ stato indice di una vita difficile, mi ha inevitabilmente segnata….butto via tutto? Fa comunque parte della mia valigia!

Nella realta’ non butto via niente, ma quello che percepisco, seguendo  il ragionamento, e’ che da adesso posso costruire il futuro. In questo senso il passato non esiste, non deve influenzare la costruzione. Ossia, se a me e’ successo quello che e’ successo, e’ successo, punto. Basta, si volta pagina per scrivere un altro capitolo con basi diverse perche’ la ricerca del benessere e’ un diritto.

Come lo cerco il benessere? Che chimera!!!!!

Diventando protagonista del mio film, imparando le tecniche per diventarlo.

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“Abbiamo tutti voglia di benessere,
di vivere una esistenza piena,
di diventare o tornare a essere protagonisti
della nostra vita, di inventarcela su misura” 

L’incanto della comunicazione

 

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foto di gruppo a fine incontro

Tutte le informazioni e il calendario dei corsi di Sistema Eduzione le iscrizioni sono gia’ aperte ma entro il 15 di luglio e’ possibile avere un prezzo inferiore.

Se presenti il “welcome Ticket” di 50annieround qui sotto, potrai ricevere un ulteriore sconto.

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Welcome Ticket
Informazioni

La segreteria è disponibile per informazioni tutti i giorni da lunedì a venerdì dalle 9.00 alle 13.00; martedì e giovedì anche dalle 13.30 alle 16.30

telefono +39 0229408656

Pagina FB di Sistema Eduzione e Sito

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