SGALLERY, L’ARTE NELLO SPAZIO IN DIVENIRE

SGALLERY, L'ARTE NELLO SPAZIO IN DIVENIRE

SGALLERY, L’ARTE NELLO SPAZIO IN DIVENIRE

Second Gallery di Expowall, è il secondo spazio espositivo di Pamela Campaner e Alberto Meomartini  e curato da Andrea Albanese dedicato alla fotografia, all’arte, al design e al vintage.

Uno spazio che cambia totalmente ogni tre mesi per renderlo sempre nuovo attuale in continuo rinnovo e movimento. Sono in vendita tutti gli oggetti  esposti non solo le immagini ma anche i componenti e i complementi d’arredo in cui sono immerse le fotografie. E’ un nuovo concetto di vivere l’arte, poterla apprezzare e acquistare. Un grande salotto dove ti siedi e consulti un libro, ascolti musica con casse bluetooth alimentate da petrolio come le vecchie lampade di una volta.

Il titolo dell’attuale allestimento fino a fine febbraio Unexpected Beauty” è una collettiva fotografica in cui le immagini sulle pareti incontrano l’arte moderna ed etnica: ci sono alcune immagini di Romano Cagnoni, Pietro Donzelli, William Batsford, Simone Sbaraglia, Giulio Cerocchi, Nicola Carignani.

 

L’obiettivo di questo nuovo spazio all’interno de La Casa di Vetro immerso in un’architettura industriale a Milano e’  sviluppare e potenziare l’eredità della fotografia. Il risultato è uno spazio che sembra  una casa, un salotto culturale che diventa galleria d’arte e insieme  concept store , dove gli artisti ospitati non restano bloccati alla galleria fine a se stessa ma convivono.

Le pareti cambieranno colore in base a nuovi allestimenti e mostre e temi,  così che ogni volta che ti capitera’ di passare da quelle parti non troverai mai lo stesso ambiente e le stesse opere. Ogni volta sara’ una storia nuova.  Pamela Campaner, Alberto Meomartini e Andrea Albanese racconteranno, con il loro coinvolgente entusiasmo, quanto l’arte debba essere alla portata di tutti.

Le fotografie della collezione sono sapientemente abbinate ai dipinti di Albanese, ma ci sono anche oggetti etnici assai curiosi poltrone vintage e vecchie radio posizionati con abilita’ e raffinatezza in mezzo ad opere di artisti che fanno dell’artigianato la loro arte. Come i bottoni o il  Bouquet di  Cinzia Mauri.

SGallery  esprime la voglia  di una galleria di casa, con uno stile smart, qualcosa di divertente e curiosa ed economicamente fattibile , per disperdere l’idea che l’arte,  la fotografia artistica, il complemento d’arredo e il vintage è per pochi privilegiati.

Come dice Pamela Campaner, “La fotografia è mista e abbinata a mobili, oggetti vintage, pezzi di design, sculture e dipinti. L’idea era di creare una vera e propria galleria di casa con un cenno a tutto ciò che riguarda lo stile di vita in generale “.

L’allestimento e’ stato curato e manualmente eseguito da Andrea Albanese e dal suo occhio artistico, che ha suddiviso gli spazi aperti con grande gusto, ogni tanto qua e la’ un suo quadro, rigorosamente senza titolo. Ha l’aria di un uomo libero, uno sguardo profondo e saggio, realizzato nelle sue forme d’arte piu’ svariate complesse e semplici.

Ruba la frase a Picasso:”Quando l’ispirazione arriverà, mi troverà lavorando” …..e’ quello che gli ho visto fare durante l’allestimento.

Ama i materiali di recupero, per ridare vita a ciò che si butta o che non si vuole più.

Non c’e’ da stupirsi quindi di entrare e rimanere affascinati, fare un primo giro e poi farne un altro, soffermarsi, riflettere, pensare e farsi attrarre da ogni oggetto. Avvicinarsi, guardarne le forme, i colori, i soggetti. Rifare ancora un altro giro e….. stare.

 

 

Read more

DAL POLIEDRO SCATURISCE IRMA PAULON

DAL POLIEDRO SCATURISCE IRMA PAULON

DAL POLIEDRO SCATURISCE IRMA PAULON

Irma Paulon e’ un’artista dalle mille sfaccettature perché sperimenta e ricerca la scia per esprimere tutta la sua vena artistica, e se stessa, attraverso le forme più strane della comunicazione e dei colori ascoltando in primis le emozioni che  vive, interiormente,  nel creare.

Uno dei materiali che meglio plasma la sua esplosione creativa e’ la resina.

 

DAL POLIEDRO SCATURISCE IRMA PAULON
“DODICI SFUMATURE DI VERDE” , Giardino Ponte Chiodo

Read more

FUORISALONE 2017 QUASI UNA STRAMILANO, anzi Stramilanina

FUORISALONE 2017 QUASI UNA STRAMILANO, anzi Stramilanina

Anche quest’anno una meravigliosa avventura per gli occhi, un po’ meno per le gambe che hanno percorso svariati chilometri senza accorgersi, al momento, della lunga passeggiata, ma il giorno dopo si sono sentiti tutti…quei chilometri, ben 6.

Il percorso breve della Stramilanina da 5 km.

Da Paolo Sarpi alla Statale, passando per Microsoft House (il primo edificio italiano progettato da Herzog & De Meuron) Brera, l’Accademia, l’Orto di Leonardo, via Manzoni, piazza della Scala e  il Duomo.

Che magnifica passeggiata in compagnia di un’amica e tra un commento e l’altro, una foto e l’altra non ci siamo nemmeno accorte che arrivava sera.

FUORISALONE 2017 QUASI UNA STRAMILANO, anzi Stramilanina

Microsoft House, la biblioteca dove, lassù, sull’ultimo scaffale piccolo piccolo ci stanno solo 3 libri

Una micro cellula di Chalet, c’e’ persino lo spazio per la legna del camino

FUORISALONE 2017 QUASI UNA STRAMILANO, anzi Stramilanina

Giornata meravigliosa per questa avventura

FUORISALONE 2017 QUASI UNA STRAMILANO, anzi Stramilanina

Il Signore con la cartella in mano sembra un ministro di passaggio a Milano. Dopo Microsoft iniziano le prime istallazioni di Brera Design District.

FUORISALONE 2017 QUASI UNA STRAMILANO, anzi Stramilanina
Da Agape, la semplicita’ lineare

FUORISALONE 2017 QUASI UNA STRAMILANO, anzi Stramilanina

Agape: una vasca da bagno, pezzo unico in pietra naturale. Oltre il prezzo della vasca andrà valutato il rinforzo della soletta per il peso della vasca piena d’acqua!!! Meglio chiedere un preventivo prima d’innamorarsi e volerla a tutti i “costi”.

FUORISALONE 2017 QUASI UNA STRAMILANO, anzi Stramilanina FUORISALONE 2017 QUASI UNA STRAMILANO, anzi Stramilanina

E’ sparito il piano cottura, va di moda il fornello in ghisa direttamente per terra!!!!

Marmi pregiati ospitano i fuochi. La domanda e’ lecita: ma lo schizzo d’olio, la zucchina che saltata fuori dalla adella? Oddio il marmo!!!

FUORISALONE 2017 QUASI UNA STRAMILANO, anzi Stramilanina

Son belli anche i cortili milanesi. Li scopri solo se butti l’occhio.

FUORISALONE 2017 QUASI UNA STRAMILANO, anzi Stramilanina

Le bandierine rosse e l’ingresso ufficiale a Brera Design District

FUORISALONE 2017 QUASI UNA STRAMILANO, anzi Stramilanina

E l’istallazione di Cappellini che apre le danze….

‘Dettagli Urbani’, la mostra patrocinata dal Comune di Milano e realizzata da Bellosta Rubinetterie in collaborazione con l’Accademia di Brera che ha permesso a 16 giovani fotografi del Master di Fotografia dell’Accademia di Brera di raccontare, attraverso i propri scatti, il legame formale ed emotivo tra le grandi architetture milanesi e i prodotti simbolo del design Made in Italy.

FUORISALONE 2017 QUASI UNA STRAMILANO, anzi Stramilanina
A presentare i contenuti della mostra, allestita in Largo Treves  l’assessore alle Politiche per il Lavoro, Attività produttive, Moda e Design Cristina Tajani con la Direttrice del Master di Fotografia dell’Accademia di Brera, Paola Di Bello, e Maurizio Bellosta, Amministratore Delegato di Bellosta Rubinetterie.

Anche Boffi espone fornelli senza piano di cottura e con le manopole direttamente inserite nel marmo, notare la cura con cui sul fianco la gessatura della pietra viene rispettata come per un abito sartoriale.

I costi? Sono ancora prototipi ma all’incirca € 1500 a mq.

Da architetto donna ho sempre badato tantissimo non solo all’estetica ma anche alla pratica. E’ vero che piani di cottura così cari presuppongono personale di servizio e quindi chi se ne frega di quanto tempo ci vuole a pulirli; ma anche il personale di servizio ha i suoi giorni di riposo e di vacanza e devono conoscere la manutenzione di oggetti così pregiati e anche la casalinga occasionale come lo pulisce questo benedetto fornello?

Il marmo o le pietre sono porose e assorbono qualsiasi liquido macchiando la superficie. Un fornello di tale portata non e’ brutto se e’ macchiato, e’ ORRIBILE.

Seguite, quindi, le istruzioni che vi dara’ l’azienda produttrice, altrimenti niente garanzia, ma tenete sempre di scorta una bomboletta di Viava.

Ho in casa dei piani in Beola levigata ma non vetrificata, li mantengo senza macchie da molti anni col trucchetto del Viava sulle macchie che cucinando, inevitabilmente, si fanno.

FUORISALONE 2017 QUASI UNA STRAMILANO, anzi Stramilanina

Lo Show room di Boffi in Via Solferino, 11 e’ un antico palazzo milanese e devo dire che gli allestimenti studiati per il Fuorisalone 2017 erano di gran gusto e ricercati.

Brise soleil per tenere in ordine il bagno e forme a tutto tondo per vasche e lavandini

Cortile interno e ultimo piano con finestre di grande effetto.

Una trama di maglieria per Missoni: Allestimento semplice ma di grandissimo impatto cromatico, grazie anche alla splendida giornata che ha illuminato i colori sgargianti delle pareti. Il “Dopomak” d’alluminio alle colonne ha contribuito a far esplodere tutte le nuance delle tinte.

FUORISALONE 2017 QUASI UNA STRAMILANO, anzi Stramilanina

Ed eccoci all’Appartamento Lago in Brera e “1 metro di libri  in ogni casa”

È la gentilezza il leitmotiv degli eventi organizzati da LAGO in occasione del Fuorisalone 2017 coinvolgendo il pubblico proponendo laboratori per bambini, tavole rotonde e consulenze – dal trucco all’hair styling, dallo yoga all’arte dell’origami floreale – a partecipazione gratuita, in collaborazione con esperti dei diversi settori.

Degustazioni gratuite, aperitivi free e colazioni “gentili”.  LAGO partecipa  al Fuorisalone 2017 sottolineando il rapporto tra cucina e design, valorizzando il desiderio di condividere il cibo e lo spazio con “gentilezza” che è un pensiero in grado di travalicare generi e classi sociali e proprio in questo va ricercato il suo grande potere di generare cambiamento.

L’invito e’ lasciare un post-it con un pensiero gentile.

E la parete dedicata si riempie di foglietti e di scritte….e perché no!

Un groviglio di abiti, borse, scarpe….una montagna di stracci che, francamente, non mi e’ piaciuta, ma tutto sommato il messaggio aveva il suo perché.  Davanti alla Pinacoteca, si ergeva una versione maxi dell’iconica poltrona UP5 con il pouf UP6 di Gaetano Pesce realizzata in collaborazione con il centro Artemisia Onlus, il Comune di Milano e con il supporto di Gobbetto Resine e Robertaebasta. La versione gigante della seduta, dalle fattezze femminili, si presentava “sommersa” da indumenti ricoperti  di resina, precedentemente utilizzati da donne provenienti da ogni parte del mondo. Un  monumento alla donna.

FUORISALONE 2017 QUASI UNA STRAMILANO, anzi Stramilanina

E finalmente la Pinacoteca, curiosa, affascinante, ricca di gente e di istallazioni.

FUORISALONE 2017 QUASI UNA STRAMILANO, anzi Stramilanina

Una bella spiaggia con sabbia vulcanica per un po’ di relax

‘White in the city’, riempie il cortile e i loggiati della Pinacoteca di Brera di installazioni firmate da archistar come Giulio Cappellini, David Chipperfield, Daniel Libeskind, Patricia Urquiola, Stefano Boeri, Marco Piva e studio Zaha Hadid. Per l’allestimento a Brera dell’iniziativa di Oikos, i curatori hanno chiesto a diversi designer di intervenire con un frammento di architettura che rappresentasse una sintesi del proprio lavoro.

Usciamo nell’Orto Botanico di Brera per ammirare la splendida glicine secolare che arriva fin su all’osservatorio, non si riesce nemmeno ad inquadrarla tutta.

Istallazione curiosa di Guzzini, tutta in pregiato plex.

FUORISALONE 2017 QUASI UNA STRAMILANO, anzi Stramilanina

Uscite dall’Orto Botanico c’imbattiamo in una schiera di vecchie Fiat 500, di cui questa arancione contornata di piantine nuova Guinea invita ad un picnic in mezzo ai campi!!!!

Dopo qualche altro chilometro, finalmente arriviamo in Statale.

FUORISALONE 2017 QUASI UNA STRAMILANO, anzi Stramilanina

Mostra ‘Material-immaterial’ organizzata dalla rivista Interni per il Fuorisalone. Macro-installazioni dei migliori designer contemporanei (come Antonio Citterio, Italo Rota, Michele de Lucchi, Massimo Iosa Ghini e Ron Arad), giochi di specchi, focus sul Brasile e sculture iconiche.

Tanto colore e musica, sperimentazioni e modernità ma anche un pezzo di storia e archeologia.

Il Chiostro della ghiacciaia.

E ancora un bailamme di attività.

La passeggiata volge al termine, scende il sole e si ritorna a casa.

FUORISALONE 2017 QUASI UNA STRAMILANO, anzi Stramilanina

Ci vediamo al Fuorisalone 2018

 

PIAZZA GAE AULENTI, IL MIO NUOVO ALBERO DELLA VITA.

PIAZZA GAE AULENTI, IL MIO NUOVO ALBERO DELLA VITA.

PIAZZA GAE AULENTI, IL MIO NUOVO ALBERO DELLA VITA.

Ho fatto 1000 fotografie all’Albero della Vita durante Expo e poi questa estate durante Experience.

Affascinata dagli spruzzi d’acqua sparati ad altezze vertiginose e a suon di musica.

Le ho fatte a qualsiasi ora e anche dall’interno e sotto i tralicci curvi di legno dell’Albero, aperto per la mostra che spiega ogni dettaglio della struttura.

Le ho fatte in verticale e in orizzontale, ho ripreso tutte le variazioni di colore dell’acqua che si alza al cielo. Ho centinaia di doppioni e il telefono pieno e nonostante le abbia scaricate sul pc non me ne libero per paura che vadano perse, chissa’ perche’ poi.

Ma l’altra sera ho trovato un altro posto che m’incanta altrettanto nel magico gioco di sbuffi di acqua e luci ove lo sfondo e’ il vetro che riflette ogni riverbero o ombra e tutto e’ circondato dalla piu’ moderna architettura della nuova Milano non piu’ da bere.

PIAZZA GAE AULENTI, IL MIO NUOVO ALBERO DELLA VITA.

Piazza Gae Aulenti.

PIAZZA GAE AULENTI, IL MIO NUOVO ALBERO DELLA VITA.

Linee super moderne e tecnologia estrema e futurista dedicata ad una donna che ha vissuto e lavorato emergendo in un mondo “architettonico” ancora predominato da uomini.

PIAZZA GAE AULENTI, IL MIO NUOVO ALBERO DELLA VITA.
Il vecchio e il nuovo e una mezza luna

Piazza Gae Aulenti non è soltano una sfida architettonica. È un luogo dallo spirito di metropoli europea che riprende il concetto antico della piazza come spazio dedicato alle attività produttive e ricreative. Infatti ha acquisito un’identità  di luogo dopo fare una pausa pranzo o post lavoro per andare a leggersi un libro un libro sul bordo della fontana a sfioro che di sera si riempie di colori e il Solar Tree, un impianto di led che di notte si illumina sfruttando l’energia solare accumulata di giorno.

PIAZZA GAE AULENTI, IL MIO NUOVO ALBERO DELLA VITA.
Piazza Gae Aulenti e la luna

Vicino al cuore della Movida milanese di Corso Como , Piazza Gae Aulenti si anima anche di sera, complice l’atmosfera creata dalle luci colorate delle fontane e dai riflessi della facciate di vetro e acciaio degli edifici.

PIAZZA GAE AULENTI, IL MIO NUOVO ALBERO DELLA VITA.

 

 

PIAZZA GAE AULENTI, IL MIO NUOVO ALBERO DELLA VITA.

È  azzardato paragonarla un po’ al Forum del Sony Center di Potsdamer Platz a Berlino per essere un punto di ritrovo della città?

PIAZZA GAE AULENTI, IL MIO NUOVO ALBERO DELLA VITA.
Unicredit Pavillon

Oppure e’ altrettanto azzardato pensare che possa essere uno scorcio di skyline di un angolo della New York di oggi?

PIAZZA GAE AULENTI, IL MIO NUOVO ALBERO DELLA VITA.

 

PIAZZA GAE AULENTI, IL MIO NUOVO ALBERO DELLA VITA.

 

PIAZZA GAE AULENTI, IL MIO NUOVO ALBERO DELLA VITA.

 

Read more

LA CUCITORIA, GRAZIA E CHARME LA NUOVA COLLEZIONE INVERNALE DI SONJA TAGLIAVINI

LA CUCITORIA, GRAZIA E CHARME LA NUOVA COLLEZIONE INVERNALE DI SONJA TAGLIAVINI

LA CUCITORIA, GRAZIA E CHARME LA NUOVA COLLEZIONE INVERNALE  DI SONJA TAGLIAVINI

L’altra sera sono andata a trovare Sonja Tagliavini nel suo Atelier di via Disciplini, 4 a Milano per la presentazione della nuova collezione “Made to Measure” autunno-inverno 2016/17.

Sotto il diluvio universale e il traffico in tilt entrare alla Cucitoria ed essere accolta dal sorriso di Sonja e’ stato un piacere ritrovato, un calore di altri tempi e una rivelazione nuova per la collezione presentata.

Linee morbide, lunghezza mini e midi, capispalla di incredibile originalità nuova, morbida e avvolgente.

LA CUCITORIA, GRAZIA E CHARME LA NUOVA COLLEZIONE INVERNALE DI SONJA TAGLIAVINI

 

Lo studio delle forme e delle geometrie assolutamente invitante e piacevole. Linee molto pulite e volumi over.

 

LA CUCITORIA, GRAZIA E CHARME LA NUOVA COLLEZIONE INVERNALE DI SONJA TAGLIAVINI

 

Lo CHARME della  linearità viene esaltato, a volte da alte cinture; il pigiama realizzato in velluto diventa chic con dettagli a contrasto.

 

LA CUCITORIA, GRAZIA E CHARME LA NUOVA COLLEZIONE INVERNALE DI SONJA TAGLIAVINI

 

I tessuti della collezione privilegiano le migliori sete italiane, velluti e cotoni, giocando nel ricordo dei tessuti etnici, più estivi ma che influenzano  i contrasti invernali, tra arancione e fucsia e il nero classico che si accende, e l’ocra o l’azzurro polvere.

 

LA CUCITORIA, GRAZIA E CHARME LA NUOVA COLLEZIONE INVERNALE DI SONJA TAGLIAVINI

 

Sonja ha l’abilita’ di creare capi molto attuali e diversi dalle tendenze un po’ esagerate degli ultimi periodi.

 

LA CUCITORIA, GRAZIA E CHARME LA NUOVA COLLEZIONE INVERNALE DI SONJA TAGLIAVINI

 

La GRAZIA con cui si ripropone al pubblico denota tutta la classe della sua creatività, ma non solo. La lavorazione, fiore all’occhiello di questi capi, esalta l’artigianalità con cui ogni singolo capo viene realizzato; le rifiniture sono perfette a tal punto che i capi potrebbero essere “double face” per come sono raffinati gli interni e le cuciture. La classe del dettaglio e’ quella particolarità che fa la differenza dello stile de La Cucitoria di Sonja Tagliavini. 

 

 

Pezzo unico ed incredibile la giacca Tuxedo interamente ricamata a mano protagonista, in vetrina, di tutta la luce che attira in una serata buia e tempestosa.

 

LA CUCITORIA, GRAZIA E CHARME LA NUOVA COLLEZIONE INVERNALE DI SONJA TAGLIAVINI

 

Un netto contrasto tra il davanti, nel classico nero, e il dietro ricco di trame e piccoli decori fatti a mano e cuciti perfettamente come fosse un unico particolare tessuto. Mani preziose quelle delle sarte di Sonja, ma unica l’originalità con cui sono stati studiati dalla stilista questi capi accolti con entusiasmo da un pubblico che va dalla più giovane cliente di 22 anni alla più grande trentenne e all’adulta cinquantenne e oltre.

 

LA CUCITORIA, GRAZIA E CHARME LA NUOVA COLLEZIONE INVERNALE DI SONJA TAGLIAVINI

 

Meravigliosa serata ieri sera da Sonja Tagliavini, tra un bicchiere di vino bianco e deliziosi marron glacé fatti fare apposta per gli ospiti. Unica sempre l’atmosfera nel suo Atelier dove inevitabilmente scambi quattro chiacchiere con chi entra per un saluto.

 

LA CUCITORIA, GRAZIA E CHARME LA NUOVA COLLEZIONE INVERNALE DI SONJA TAGLIAVINI

 

Infatti, non sono andata ad una sfilata incasinata e caotica, milioni d’investimento per presentare una collezione in una location qualsiasi, ma sono andata a prendermi un bicchiere di vino da Sonja e ho visto la sua nuova, incantevole, collezione.

 

LA CUCITORIA, GRAZIA E CHARME LA NUOVA COLLEZIONE INVERNALE DI SONJA TAGLIAVINI
Cesare Bonadonna, appasionato fotografo, ha colto alcuni momenti degli ospiti

Read more

CATTEDRALI: LA MIA. Ivory Coast, Abidjan – St Paul Cathedral

CATTEDRALI: LA MIA. Ivory Coast, Abidjan - St Paul Cathedral

CATTEDRALI: LA MIA

Ivory Coast, Abidjan – St Paul Cathedral

 

Un ricordo a cuore aperto

Quando Maria Cristina Koch, qualche settimana fa mi accenno’ che nel libro che mi ha regalato  “Curare la vita con la vita” c’era un paragrafo che s’intitolava “CATTEDRALI” tagliai corto dicendole che lo avrei letto con calma, ma in separata sede, non in quella e non in quel momento.

Arrivata a casa ho iniziato un rito, ma senza leggere quel paragrafo. Ho iniziato ad evidenziare altri capitoli e a mettere post-it, ma mi rendevo conto che sorvolavo su quello. Ho fatto passare qualche giorno e poi ho preso coraggio e l’ho letto. Stranamente non ho sottolineato quasi nulla e devo ammettere che per quanto il brano sia bello non ha suscitato quanto potessi immaginare poi.

L’ho riletto, l’ho riletto ancora e poi mi son detta che in qualche modo quel capitolo mi toccava, ma lo tenevo distante, consapevole del fatto che non c’e’ giorno da quando l’ho affrontato la prima volta, che non mi torni in mente quotidianamente.

Qualcosa mi turba, faccio fatica ad ammetterlo, lo rifiuto, ma quotidianamente ritorna.

Ritorna anche  che “CURARE LA VITA CON LA VITA” ha uno scopo ben preciso e cioe’ curativo!!!! Con tempi assolutamente anomali. Chiunque affronta un libro del genere  legge, incamera, metabolizza….poi gli effetti chissa’ quando si manifestano, chissa’ quando “questa azione terapeutica” agisce. Boh?

Non e’ vero. Boh non esiste. Boh e’ un rifiuto. Boh e’ una bugia con noi stessi…………

Ho scelto le parti piu’ esaustive di questo paragrafo ( pag 26), che si puo’ scaricare gratuitamente su www.lulu.com    www.scribd.com e leggerlo per intero, ma tanto basta per iniziare a pensare . A me ha creato subbuglio, ma attraverserò questo libro , voglio vedere dove mi porta.

 

E quindi alcuni brani  del capitolo in corsivo, il resto E’ LA MIA CATTEDRALE.

Da un brano di Raymond Carver (“Da dove sto chiamando“, Raymond Carver; Minimum fax, Roma 1999), la Dott.ssa Maria Cristina Koch lo ripropone in “Curare la vita con la vita” per una perfetta descrizione del lavoro terapeutico. Il terapeuta non sa, è un cieco che ha bisogno che l’altro disegni per lui e dia forma a ciò che contiene dentro di sé. Ma il terapeuta sa chiedere, porre domande, incalzare perché vuol sapere, forte del suo non sapere che è il suo strumento migliore. Anche l’altro vuol sapere, anche l’altro è incalzato dal bisogno di dar forma e il lavoro si avvia.

—”Cattedrali”, ha detto il cieco, “so che ci sono voluti centinaia di uomini e cinquanta o cento anni per costruirle, so che intere generazioni di una stessa famiglia a volte hanno lavorato a una cattedrale. Se vuoi sapere la verità, fratello, questo è su per giù tutto quel che so ma magari me ne puoi descrivere una tu, eh?—

Guarda caso si lo posso fare, guarda caso questo brano mi ha coinvolto, guarda caso l’intento di questo libro e’ quello che ognuno lo possa usare a suo uso e consumo per riflettere, per ricordare, per ricominciare, per lasciare andare, per “sputare” nel vero senso della parola, sensazioni che fanno bene e male allo stesso tempo, ma che poi possono cicatrizzare ferite aperte che stentano a chiudersi perché ce le teniamo strette strette dentro per paura di soffrire.

—Vorrei tanto che lo facessi. Mi piacerebbe un sacco. Se proprio vuoi saperlo, un’idea precisa non ce l’ho mica”. Io mi sono concentrato: come si fa a descriverla, anche a grandi linee? 

…………………..Non ci riesco proprio a spiegarti com’è fatta una cattedrale. Il fatto è che le cattedrali non è che significhino niente di speciale per me. Tutto lì”. E’ stato a quel punto che il cieco si è schiarito la gola, poi ha detto: “Ho capito, fratello. Non è un problema. Mi è venuta un’idea. Perché non ti procuri un pezzo di carta pesante? E una penna. Proviamo a fare una cosa. Ne disegniamo una insieme. Coraggio, fratello, trovali e portali qua” ha detto…………… ……………………………., ho trovato delle penne a sfera e ho trovato una busta di carta del supermercato .L’ho portata di là in soggiorno e mi sono seduto per terra vicino alle gambe del cieco. Ho spostato un po’ di roba, ho allisciato la busta e l’ho stesa sul tavolino.—

La prima volta che ho visto la Cattedrale di mio padre era schizzata su un tovagliolo di carta

—Il cieco si è tirato giù dal divano e si è seduto accanto a me sul tappeto. — 

Eravamo al mare, attendevamo con ansia l’arrivo per le vacanze di mio padre che ci raduno’ tutti intorno ad un tavolino e tiro’ fuori un tovagliolo di carta accuratamente piegato portato li’ per noi, esito di una riunione con altri  progettisti e lui lo aveva portato a noi per renderci partecipi, per raccontarci della sua grande avventura che stava per iniziare. Quanto amore in quell’attesa, quanto nel renderci partecipi.

—Ha passato le dita sulla busta. Ne ha sfiorato su e giù i margini. I bordi, perfino i bordi. Ne ha tastato per bene gli angoli.

“Perfetto”, ha detto. “Perfetto, facciamola”. Ha trovato la mia mano, quella con la penna. Ha chiuso la sua mano sulla mia. “Coraggio, fratello, disegna”, ha detto, “Disegna. Vedrai. Io ti vengo dietro.  Andrà tutto bene.—

Mio padre aveva avuto di recente il suo primo infarto, ma quell’avventura, quel viaggio dovevamo farlo tutti e 4 insieme. Lui progettava, viaggiava ( accompagnato sempre da mia madre), faceva il direttore dei lavori e noi eravamo con lui in ogni istante, anche a distanza. Insieme stavamo disegnando quegli anni della nostra vita.

—Comincia subito a fare come ti dico. Vedrai. Disegna”, ha detto il cieco. E così ho cominciato. Prima ho disegnato una specie di scatola che pareva una casa. Poteva essere anche la casa in cui abitavo. Poi ci ho messo sopra un tetto. Alle due estremità del tetto, ho disegnato delle guglie.

Roba da matti.

“Benone”, ha detto lui, “Magnifico. Vai benissimo”, ha detto. “Non avevi mai pensato che una cosa del genere ti potesse succedere, eh, fratello? Beh, la vita è strana, sai. Lo sappiamo tutti. Continua pure. Non smettere”.—

Le linee della Cattedrale, la sua forma erano dettate da uno studio approfondito sugli usi e i costumi del popolo africano e della comunità cattolica. Sono popoli che vivono ancora nelle tende e nelle capanne, che vivono in villaggi dove l’acqua si va a prendere al fiume a chilometri di distanza e la si porta in anfore di creta in testa, o in taniche di plastica,  e non c’e’ luce elettrica nei villaggi.

—Ci ho messo dentro finestre con gli archi. Ho disegnato archi rampanti. Grandi portali. Non riuscivo a smettere. Ho posato la penna e ho aperto e chiuso le dita. Il cieco continuava a tastare la carta. la sfiorava con la punta delle dita, passando sopra a tutto quello che avevo disegnato, e annuiva.

“Vai forte”, ha detto infine.—

La Cattedrale non aveva finestre con archi, ma grandi vetrate con forme che  richiamavano il profilo degli elefanti; la copertura era una enorme tenda di pianta triangolare a rappresentare la Trinità; quest’ultima moderna, portante e rivoluzionava, capovolgendo totalmente, le dinamiche della fisica. Cioè la  struttura era  sostenuta dall’alto, dal tetto;  invece che dal basso, ossia dalle  fondamenta.

—Ho ripreso la penna e lui ha ritrovato la mia mano. Ho continuato ad aggiungere particolari. Non sono certo un artista. Ma ho continuato a disegnare lo stesso……………—

Negli anni della Cattedrale mio padre ha avuto altri infarti e un intervento di By-Pass. Eravamo tutti consapevoli che quel progetto avrebbe potuto ucciderlo per  l’intensita’ ( 30 mesi di lavori ininterrotti) , i viaggi continui, la responsabilità, una tecnica nuova sperimentale di progettazione e di calcolo. Un’opera unica, l’apice della realizzazione di un progettista. Ma tutti insieme abbiamo deciso che a costo della vita quel progetto doveva realizzarsi. 

—E così abbiamo continuato. Le sue dita guidavano le mie mentre la mano passava su tutta la carta. Era una sensazione che non avevo mai provato prima in vita mia.—

Tornati dalle vacanze mio padre ha coinvolto me e mio fratello (studenti di architettura al primo anno) in quel progetto avveniristico visto per la prima volta su un tovagliolo di carta. Ci ha raccontato tutti i dettagli del progetto, tutti i significati in esso evidenti che rispecchiavano la cristianità. La tenda della copertura e’ azzurra come il cielo africano e al suo interno contiene 7 stralli, così si chiamano i cavi d’acciaio inguainati e affogati nel cemento armato. La loro tensione permette le controforze per sostenere tutta la struttura. Indicano le 4  virtù’ CARDINALI  (la prudenza – la giustizia – la fortezza – la temperanza) e le tre virtù TEOLOGALI (la fede – la speranza – la carità), ma anche i 7 sacramenti.

CATTEDRALI: LA MIA. Ivory Coast, Abidjan - St Paul Cathedral
Ing. Aldo Spirito durante i lavori mentre controlla la copertura in cui saranno inseriti gli stralli

Gli stralli uscendo dalla tenda di copertura si agganciano ai campanili che stilizzati indicano il Cristo in Croce e che altissimo abbraccia la città di Abidjan  capitale economica e governativa de  la République de Côte d’Ivoire  , ma visti lateralmente sembrano  la figura di un uomo che trascina il suo pesante fardello. La piazza dalla quale sorgono i campanili ha un’armonica forma di zanne d’elefante.

Modernità, tecnologie avanzate, spiritualità e tradizioni africane in una simbologia esasperata, concreta che man mano si sono compiute sulla terra rossa dell’Africa. Quando la copertura e’ stata agganciata ai campanili e sono state tolte le impalcature che la sorreggevano, tutti gli operai sono fuggiti fuori dalla costruzione temendone il crollo immediato. Rimase mio padre al centro, nel punto staticamente più pericoloso a dimostrare che quella struttura, concettualmente e staticamente costruita al contrario, reggeva. Che magnifico momento avrà vissuto e , se io lo racconto, e’ perché lui lo ha trasmesso con lo stesso coraggio di quel preciso istante in cui l’ultimo puntello e’ stato rimosso.

Poi lui ha detto: “Mi sa che ci siamo. Mi sa che ce l’hai fatta”, ha  detto. “Dà un po’ un’occhiata. Che te ne pare?”—

Nel 1985 La Cattedrale di Abidjan e’ stata consacrata da Papa Wojtyła Giovanni Paolo II, con una cerimonia lunghissima e con tutta la comunità cattolica presente che con musica e balli ha accompagnato l’olio sacro sparso sull’altare, e tutte le funzioni. Le panche all’interno potrebbero essere di più ma sono state disposte a debita distanza per permettere loro di ballare. Per gli africani e’ pura gioia il momento della messa. Con i loro vestiti ricchi di colori vivaci, cantano e ballano durante le funzioni.

—Ma io ho continuato a tenere gli occhi chiusi. Volevo tenerli chiusi ancora un po’. Mi pareva una cosa che dovevo fare. “Allora?”, ha chiesto. “La stai guardando?”

Tenevo gli occhi ancora chiusi. Ero a casa mia. Lo sapevo. Ma avevo come la sensazione di non stare dentro a niente.—

La prima volta che sono entrata nella Cattedrale l’abbraccio di mio padre mi teneva stretta per le spalle, scendeva dai campanili un cono di luce fino a terra ed ebbi, io scettica, la sensazione che Dio faceva capolino per darci il benvenuto in quella casa per lui costruita con estremo amore e passione, a costo della vita. Fu un attimo che mi gelo’ il sangue ma che mi diede grande pace, certa in quel momento che nulla mai ci sarebbe successo. Mio padre, col suo languido sguardo, cercava il nostro consenso alla sua grande opera, come un compito fatto bene e premiato col massimo dei voti.

In contemporanea fu realizzato anche il Santuario alla Vergine Maria, ma questa e’ un’altra storia…………………..

—”E’ proprio fantastica”, ho detto.—

Due anni dopo mio padre e’ morto d’infarto e io, per quasi 30 anni,  non ho mai avuto la forza di parlare di tutto ciò.

Dopo la sua morte in molti hanno cercato di appropriarsi ingiustamente della paternità, anche solo in parte, di quest’opera solo perché hanno partecipato al progetto, ma non un solo disegno e’ uscito dallo Studio Ing. Aldo Spirito senza in calce la sua firma. Nessun calcolo, nessun bozzetto o schizzo o tavola e’ arrivato in cantiere senza il suo benestare. Lo dimostra il fatto che dopo la sua morte nessuno dei professionisti che lo hanno affiancato in questa avventura se l’e’ sentita di proseguire senza di lui; noi figli compresi  ancora acerbi studenti.

Perché raccontarlo, dunque, adesso?

Perché la vita e’ strana, perché  mi e’ capitato per le mani questo libro “Curare la vita con la vita”. Quale altra medicina ci potrebbe essere se non la stessa vita, la riflessione, il dialogo con se stessi e con gli altri. Quale miglior spunto di un libro donato con tanta nobiltà e consapevolezza che potesse essermi d’aiuto.

Perché per una serie di casi fortuiti recenti amici, incontrati per lavoro in tutt’altro settore, sono stati ad Abidjan e hanno fotografato la Cattedrale e, quando ho chiesto qualche foto, me le hanno date con estrema generosità.

Perché mio padre e’ presente sempre nel mio cuore, come e’ giusto che sia, ma raramente nella mia mente e perché, stranamente, lo sento intorno a me in questo momento e ho deciso di condividere questo bellissimo ricordo, convinta che parlarne mi curi una ferita da troppo tempo aperta.

Ringrazio la Dott.ssa Maria Cristina Koch per avermi dato il libro e aver scatenato l’animo;

L’Ing. Cesare Bonadonna per avermi inviato le sue foto© della Cattedrale fatte l’anno scorso;

Ringrazio anche Sistema Eduzione che, passo passo mi sta dando input che stanno migliorando la mia vita, a volte senza che nemmeno me ne accorgo, che non e’ del tutto vero. Sicuramente una metodologia di ragionamento porta a meditazioni profonde che ampliano la visione della propria quotidianità e la migliorano.

Gallery

CATTEDRALI: LA MIA. Ivory Coast, Abidjan - St Paul Cathedral
Cattedrale di Abidjan Ing. Aldo Spirito – foto di Cesare Bonadonna©
CATTEDRALI: LA MIA. Ivory Coast, Abidjan - St Paul Cathedral
Cattedrale di Abidjan Ing. Aldo Spirito – foto di Cesare Bonadonna©
CATTEDRALI: LA MIA. Ivory Coast, Abidjan - St Paul Cathedral
Cattedrale di Abidjan Ing. Aldo Spirito – foto di Cesare Bonadonna©
CATTEDRALI: LA MIA. Ivory Coast, Abidjan - St Paul Cathedral
Cattedrale di Abidjan Ing. Aldo Spirito – foto di Cesare Bonadonna©
CATTEDRALI: LA MIA. Ivory Coast, Abidjan - St Paul Cathedral
Cattedrale di Abidjan Ing. Aldo Spirito – foto di Cesare Bonadonna©

 

 

CATTEDRALI: LA MIA. Ivory Coast, Abidjan - St Paul Cathedral
Cattedrale di Abidjan, Ing. Aldo Spirito – foto di Cesare Bonadonna©

ciao Papa’

Read more

MAD Zone®, RACCONTA STORIE DI MODA, ARTE E DESIGN

MAD Zone®, RACCONTA STORIE DI MODA, ARTE E DESIGN

Si e’ inaugurata l’8 giugno  un’estate di arte e lusso easy a Milano, sognando una principessa contemporanea e irriverente. MAD Zone®, il concept store di via Brera 2, nato per dare spazio ai nuovi talenti  con un mix inedito di moda, arte e design.

MAD Zone®,RACCONTA STORIE DI MODA, ARTE E DESIGN

 

Un evento speciale, per inaugurare la presenza presso lo store MAD Zone® del marchio pregiato di accessori Leu Locati, firma di vere e proprie opere d’arte.

 

Un’occasione rara  in cui la collezione di borse si mostra al di fuori dello storico laboratorio milanese, dove da oltre cento anni viene realizzata una pelletteria intramontabile che ha conquistato e tutt’ora affascina, generazioni di regine e principesse, da Grace Kelly, Carolina di Monaco a Diana Spencer e la Regina Elisabetta II d’Inghilterra.

MAD Zone®,RACCONTA STORIE DI MODA, ARTE E DESIGN
Feeling like a Princess

‘Feeling Like a Princess – La quotidianità del lusso’: per dare uno sguardo al mondo del lusso contemporaneo con la gioia di scegliere la qualità e la bellezza e raccontare una storia attraverso gli oggetti..

MAD Zone®,RACCONTA STORIE DI MODA, ARTE E DESIGN

Seguendo l’asse Milano-Roma i protagonisti sono il marchio di accessori milanese Leu Locati, che ha creato dalla fine dell’Ottocento borse scelte da principesse e regine, attrici di ieri e di oggi  in tutto il mondo, e le opere del ritrattista e illustratore romano Roberto Di Costanzo con la sua collezione ‘La Belle Societé’.

 

Entrambi sono l’emblema del passato calato nell’oggi. Di Costanzo ci riporta all’usanza di una volta dei ritratti che sembra così lontana nel tempo e nella tradizione, ma il tratto e’ moderno e i suoi racconti per ogni soggetto sono così vivaci e appassionati da renderlo odierno e fresco. I ritratti ad inchiostro di china e dipinti ad olio viaggiano tra  Milano, Roma e Parigi modernizzando il codice del ritratto signorile d’altri tempi, cogliendo la personalità di ogni soggetto.

MAD Zone®,RACCONTA STORIE DI MODA, ARTE E DESIGN
Roberto Di Costanzo

 Catch Michelle, la collezione di abiti fantasiosi e surreali disegnati dalla stilista londinese Michelle Teleaga, arricchirà con un tocco di raffinata irriverenza il mondo MAD Zone®

MAD Zone® diventa il nuovo store di riferimento per tracciare le tendenze più attuali.

I ritratti di Roberto Di Costanzo arrivano per la prima volta a Milano, dopo il successo a Roma e Parigi e le borse di Leu Locati sono per la prima volta, dopo oltre vent’anni, disponibili al pubblico in una vetrina al di fuori del misterioso e affascinante laboratorio di via Cosimo del Fante.

MAD Zone®,RACCONTA STORIE DI MODA, ARTE E DESIGN
I ritratti di Roberto Di Costanzo

 

Il marchio Leu Locati e’ stato celebrato da un video prodotto da MAD Zone® per la regia di Marco Missano, classe 1984, che e’ stato proiettato per la prima volta durante l’inaugurazione dell’altra sera.

MAD Zone®,RACCONTA STORIE DI MODA, ARTE E DESIGN
Il video per celebrare Leu Locati

Per chi ama il design sorprendenti  e scultoree le lampade dell’architetto Marcello Albini, entrambe impreziosite da cristalli Swarovski: Medusa de La Murrina e Heidi prodotta da Italamp, indimenticabili riflessi di luce perfetti per entrare nel mood MAD Zone® .

MAD Zone®,RACCONTA STORIE DI MODA, ARTE E DESIGN

MAD Zone® si forma di evento in evento. Ogni volta, e’ un episodio nuovo. Diventa salotto culturale creato  per scoprire e acquistare pezzi unici e originali di  nuovi talenti emergenti provenienti dal mondo dell’arte, della moda e del design che cercano la bellezza nelle sue varie forme. L’idea di uno spazio strano, camaleontico e coinvolgente nasce da Tania Mazzoleni, giornalista, imprenditrice e cool hunter, fulcro creativo di MAD Zone® capace di dare un senso alle tantissime storie in esso contenute e, a costruire progetti importanti e unici.

MAD Zone®,RACCONTA STORIE DI MODA, ARTE E DESIGN
“Diventa quello che sei”

Tania crede ciecamente nellestro creativo e afferma  “Credo fermamente che la creatività non faccia errori: produce idee, più o meno apprezzate, che nascono da un processo che va comunque premiato per la propria originalità.”

MAD Zone®,RACCONTA STORIE DI MODA, ARTE E DESIGN
Tania Mazzoleni con Stefano Ferri

Il segreto di MAD Zone® e’ quello di essere un Concept Store che perde il valore di spazio per lo shopping e diventa un luogo dove tutto può succedere.

MAD Zone®,RACCONTA STORIE DI MODA, ARTE E DESIGN

 

L’allestimento e’ volto alla sensorialita’, ed entrando si ha la sensazione di entrare  nel Paese di Alice, ci si rende conto che tutto quello che circonda va osservato con attenzione perché  ha un fil rouge che in qualche modo conduce tutta l’atmosfera in un avvolgimento sensoriale e visivo. Colori, prodotti, piante, oggetti.  Una vasca di pesci rossi si accompagna ad una borsa di struzzo Orangine. In effetti ci si domanda che c’entra ma quella borsa, la sua forma,  a fianco alla trasparenza del vetro, col richiamo di colore dei pesci sta d’incanto in quel contesto.

 

Design e artisti stanziano in questo spazio, chiacchierano e incontrano il pubblico come se fosse assolutamente normale in un continuo dialogo tra moda, arte e design, oggetti, autori, creazioni e creativi.

MAD Zone®,RACCONTA STORIE DI MODA, ARTE E DESIGN

Non può  quindi stupire che sia presente un brand del lusso come Leu Locati, meno ancora può stupirmi l’unione di questa meravigliosa famiglia, dove per lusso intendo la preziosità della lavorazione artigianale di un tempo, realizzata come allora, fatta con lo stesso amore e passione di allora.

 

‘Feeling Like a Princess – La quotidianità del lusso’: e’ l’occasione per far conoscere l’avventura di Leu Locati , raccontata direttamente con gran cuore Daniele Amato, figlio di Paolo e Flavia Amato eredi Locati:

“Luigi Locati, più di un secolo fa, apre una piccola attività artigianale di decorazione delle copertine in pelle di libri sacri. È un artigiano attento a tutto ciò che lo circonda e con una spiccata sensibilità artistica e imprenditoriale. Fa  coesistere mondi apparentemente diversi: la bellezza del decoro delle copertine dei libri, la realizzazione a mano delle cartelle per il clero, e i preziosi sacchettini di piccolo punto ricamati per le dame della nobiltà di quel tempo.”

Luigi, poi,  abbandona il decoro dei libri per dedicarsi esclusivamente a lavorare la pelle e i tessuti per creare  “contenitori” raffinatissimi e molto eleganti per le dame dell’epoca.

 

MAD Zone®,RACCONTA STORIE DI MODA, ARTE E DESIGN
“Princess” a piccolo punto

Nel 1988 Paolo Amato chiamato dal suocero Gianni Fumagalli all’epoca presidente e titolare della società, sacrifica i suoi libri di matematica per fargli da spalla e iniziare a studiare il mestiere collaborando con gli operai, osservando tutte le fasi lavorative e le scelte commerciali del suocero.

MAD Zone®,RACCONTA STORIE DI MODA, ARTE E DESIGN
Le pochette della regina Elisabetta II

“Paolo cerca di memorizzare tutto ciò che Gianni e gli operai gli spiegano, lavorano insieme in azienda, a casa, sempre . ogni momento e’ un arricchimento….. Ma in realtà viene programmato il futuro.”

A tutt’oggi, quando si entra in Leu Locati, vige un’energia e un’entusiasmo collaborativo che deriva, a parer mio, dall’unione familiare, dalla tradizione, dalla mano d’opera spesso cresciuta in quella realtà’, dall’onesta’ di una volta, dalla professionalità e dall’etica per cui una stretta di mano e’ come un patto firmato.

MAD Zone®,RACCONTA STORIE DI MODA, ARTE E DESIGN
Daniele e Paolo Amato

Si aggiunge alla squadra , nel 2002, Flavia Fumagalli, la voce storica dell’azienda. Ancora mostra con malinconia e fierezza, tenerezza e commozione i registri dove ci sono modelli, appunti, modifiche, cerniere e conteggi scritti a matita dal padre, e guai, giustamente,  a toccarli. E nel 2003 si aggiunge anche la figlia Fulvia, che passa ore in azienda e al banco ad imparare l’arte della pelletteria.

L’ultimo che raggiunge i banchi di lavoro in ditta e’ Daniele, che fin da piccolino ha respirato e masticato il mestiere che risale a più  di un secolo fa.

MAD Zone®,RACCONTA STORIE DI MODA, ARTE E DESIGN
I Leu Locati al completo: Fulvia con marito e figli, Daniele con Ilaria, Paolo e Flavia Amato

Aveva solo 7 anni quando ha disegnato i primi modelli di scarpe e detiene il titolo di designer di calzature più giovane al mondo. Da quattro anni partecipa al MICAM e il suo marchio A.D. Amato Daniele ha già  guadagnato il suo spazio nel mercato.

MAD Zone®,RACCONTA STORIE DI MODA, ARTE E DESIGN
Modello di Daniele per Leu Locati

Daniele, seppur giovanissimo, conferma la tradizione  artigianale della  Leu Locati appartenente agli ultimi “maestri” pellettieri della scuola milanese, nel cuore della vecchia Milano.

Gallery

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Roberto Di Costanzo.

MAD Zone®

Leu Locati

A.D. Daniele Amato

Tania Mazzoleni

Arch. Marcello Albini

 

Scopri su Amazon il Made in Italy

LA MODA AIUTA IL DUOMO: L’ASTA PER UN DONO FATTO DI BELLEZZA

LA MODA AIUTA IL DUOMO: L’ASTA PER UN DONO FATTO DI BELLEZZA

#lamodaiutailduomo: le donazioni di questo appuntamento milanese

Per 50annieround la design week si e’ conclusa ieri sera ,19 aprile, con  l’asta charity  nella splendida Sala delle Colonne del Grande Museo del Duomo.Ultimo appuntamento di questo incredibile evento che ha visto due grandi protagonisti milanesi: la Moda e il Duomo.

Indubbiamente il Museo  e’  un luogo magico dove si respira tutta la bellezza e il valore che il NOSTRO DUOMO emana in ogni suo angolo, in ogni suo pezzo esposto e, in ogni guglia. Gli abiti e gli accessori di  Giorgio Armani, Brunello Cucinelli, Cividini, Corneliani, Costume National, Diesel, Etro, Salvatore Ferragamo, Genny, Gucci, Isaia, Krizia, Loriblu, Martino Midali, Missoni, Moncler, Moreschi, Prada, Emilio Pucci, Roberto Cavalli, Tod’s, Trussardi, Vicini, Vivienne Westwood hanno completato lo scenario da sogno del Duomo di Milano. Una storia di emozioni e di generosità, uno straordinario monumento figlio della creatività milanese.

Io e Michelle abbiamo seguito questo evento con grande entusiasmo e partecipazione fino alla fine, rapite dal valore che questo momento ha avuto per la nostra citta’.

Moda in supporto del simbolo per eccellenza di Milano. Arte e storia, design e bellezza in un’unica direzione e per un unico obiettivo.

L’iniziativa “La Moda aiuta il Duomo” ha raccolto fondi a sostegno dei restauri del Duomo con il patrocinio della Camera Nazionale della Moda Italiana, la collaborazione di Christie’s e con il sostegno di Tiffany & Co. che ha donato il collier Mesh Scarf in argento disegnato da Elsa Peretti per la gioielleria americana.

Circa 200 persone per una raccolta fondi di poco piu’ di € 18.000. Soddisfatto Monsignor Gianantonio Borgonovo, presidente della Veneranda Fabbrica, ci dice che  la campagna e’ partita nel 2012 e la strada e’ ancora lunga per raggiungere le cifre necessarie,  arrivate ad oggi a € 6.000.000 una cifra a meta’ strada per iniziare le opere di restauro necessarie. Ma fondamentale e’ anche preservare la cava di marmo di Candoglia, in provincia di Verbania, per assicurare che i restauri delle guglie ne mantengano intatti tono e splendore.

LA MODA AIUTA IL DUOMO: L'ASTA PER UN DONO FATTO DI BELLEZZA
Direttore di Christie’s Italia la Sig.ra Clarice Pecori Giraldi

Inizia l’asta e cala il silenzio in sala . Battitrice e direttore di Christie’s Italia la Sig.ra Clarice Pecori Giraldi  , gia’ protagonista di altre aste in cui la moda ha sostenuto un progetto di solidarietà come per esempio “Bags for Africa” a favore delle donne della Sierra Leone.

Inizia il primo lotto con  voce sicura

  • “Lotto 22 Krizia, tuta nera in tessuto tecnico, abbottonata sul davanti con automatici a calamita- tg. 40. Parto da  350€, 350€, 350, 400, 400€ e’ piaciuto il tessuto? 400 – lo ripete  5 volte – aggiudico” – e batte il martello
  • “Lotto 25 Prada borsa Sound in struzzo parto da 500€, 550, 600, al signore 600€ lo aggiudico a 650, 650, 650 la prossima e’ 700…la aggiudico a 650€ al signore al centro” e chiude
  • “Lotto 26 Tiffany collana Mesh a sciarpa in argento base d’asta 2000€ , 2100 online, 2200 online, 2300 online lo aggiudico 2300, lo aggiudico a 2300” e batte il martello
  • “Lotto 27 Cavalli abito lungo nero costruito su bustier, ricamato con cannette su georgette di seta nera. Base d’asta 1000€, 1000 alla mia destra, 1200, 1200, 1200 aggiudico grazie”- e chiude.
  • “Lotto 28 Abito lungo da sera in velluto stampa Sherazad collezione Vivienne WestwoodRed Label tg. 40.  Parto da 500, 600, 700, ripete tre volte, 800 in sala , 800€ in sala lo aggiudico in sala” – e batte il martello decisa.

Incredibile come in realtà un dialogo, monotono e ripetitivo invece venga animato dal tono, dal chiedere se il signore in fondo alla sala e’ convinto, perché alla destra c’e’ un’altra offerta. Un rialzo al centro . Quando l’offerta non riceve più richieste di rialzo , l’ultima cifra raggiunta viene ripetuta almeno 3 volte e poi viene battuta e aggiudicata. Si muovono le assistenti della battitrice, anche loro attentissime al pubblico,  per le firme dell’acquirente. La Signora Pecori Giraldi, ha tutta la sala sotto controllo attenta ad un minimo cenno per il rialzo che spesso incalza quando vede e sente l’interesse in sala, altrettanto non insiste quando al primo rialzo, dopo il prezzo di partenza intuisce che quel valore non cresce. Incredibile, la velocità, l’attenzione, la vivacità. Sempre un grazie finale e non ci si annoia affatto.

Il capo che più ha fatto innalzare  le offerte è stato l’abito nero di Roberto Cavalli, aggiudicato per 1200 euro dopo una lunga gara al rialzo. Ha spopolato invece, il gioiello di Tiffany, ceduto a 2300 euro; l’asta resta aperta e disponibile ancora per due settimane sulla piattaforma Charitystars dove si possono vedere i lotti rimasti e, in totale anonimato, acquistare o fare le proprie offerte.

Pubblico elegante e tra i nomi noti presidente onorario della Camera della moda Mario Boselli. E poi l’imprenditore Arturo Artom, il critico d’arte Philippe Daverio ( tra i sostenitori del progetto), Umberto e Marinella Di Capua. Ancora il generale Settimo Caputo, Katia Noventa, Raffaella d’Angelo, Maria Mantero e rappresentanti di Christie’s, partner dell’iniziativa.

Il critico d’arte Philippe Daverio intervistato  da noi , alla domanda se era soddisfatto dei risultati e dell’iniziativa, dichiara: “Evento simpatico, chi ha comprato ha fatto davvero affari! Anche io ho comprato per me. Mi sono divertito, ma i milanesi devono imparare a rompere una certa timidezza perché  e’ più divertente spendere che guadagnare, non e’ crisi, ma una questione di cultura. I milanesi sono un po’ ankylosée.”

Monsignor Gianantonio Borgonovo, presidente della Veneranda Fabbrica  dichiara : “ durante questo evento abbiamo avuto coscienza di contemplare la bellezza che ci circonda e la moda ci ha sostenuto per questo “incominciamento” perché  s’impone per la sua altrettanta bellezza. Sala delle Colonne ricomincerà a vivere con  iniziative e concerti. La nostra Sala delle Colonne appartiene e assomiglia ad un dono fatto di bellezza. La Camera Nazionale della Moda italiana con il presidente Carlo Capasa e  con Raffaella Banchero amministratore delegato Tiffany&Co.  ci hanno sostenuto dalla ideazione alla realizzazione e ci hanno  accompagnato in questa bellissima avventura. Noi adottiamo una guglia, la moda adotta noi, insieme adottiamo il Duomo . Grazie a Morino Studio per l’organizzazione dell’evento, e  a Laura Morino, impegnata in prima persona in associazioni benefiche, e sempre presente in appuntamenti dove la moda e’ al servizio della solidarietà. ” Appuntamento a New York come anticipato durante la conferenza stampa del 14 aprile.

 

LA MODA AIUTA IL DUOMO: L'ASTA PER UN DONO FATTO DI BELLEZZA
Il Duomo, ieri sera a fine evento. Per ammirarne ancora una volta, tutto il fascino

clicca sulle foto per ingrandirle ( fatte con un cellulare)

Leggi anche:

#lamodaiutailduomo arte e moda si uniscono in un sogno

#lamodaiutailduomo, anteprima

Adotta una Guglia

Il Duomo e i restauri

THE DOT CIRCLE IL NUOVO PREMIO BAGUTTA con TIFFANY&CO.

THE DOT CIRCLE IL NUOVO PREMIO BAGUTTA con TIFFANY&CO.

THE DOT CIRCLE IL NUOVO PREMIO BAGUTTA con TIFFANY&CO.

La nostra reporter speciale per la Design Week 2016 Michelle Kling ci segnala un altro evento incredibile e unico: Il Nuovo Premio Bagutta .

Ha vinto il concorso The Dot Circle Rosa Matteucci con “Costellazione familiare”  (Adelphi)

Mai come quest’anno TIFFANY &Co. e’ protagonista della design week 2016 ancora una volta sostiene e supporta un evento culturale ideato da Lampoon Publishing House.

Sabato 16 aprile, dalle ore 20 alle ore 22 Via Bagutta e’ stata chiusa al traffico e allestita come un salotto: tavoli imbanditi, luminarie, divani e tappeti.

Ai due estremi della via, c’erano due installazioni firmate dall’artista di street painting Cubo Liquido che riproducevano una città di libri che creavano una voragine nel suolo ispirandosi a New York.

Lungo la via erano esposti i ritratti dei membri di The DOT Circle firmati dal fotografo americano Michael Avedon, stampate su lastre di metallo simili all’argento.

THE DOT CIRCLE IL NUOVO PREMIO BAGUTTA con TIFFANY&CO.
Via Bagutta durante l’evento The Dot Circle

In concomitanza  c’e’ stato il lancio del nuovo orologio Tiffany East West Mini, uno dei primi modelli con il quadrante costruito su un’asse orizzontale invece che verticale.

THE DOT CIRCLE IL NUOVO PREMIO BAGUTTA con TIFFANY&CO.
tiffany east west mini collection

Fu proprio Charles Lewis Tiffany che nel 1853 fece erigere un orologio all’esterno della sede di Tiffany & Co. dando vita al primo di tutti gli orologi pubblici che noi oggi diamo per scontati in ogni territorio urbano. Il richiamo a Dorothy Parker e alla società letteraria dell’Algonquin è un altro omaggio a questa maison american che sostiene un’iniziativa così ambiziosa per un gruppo di ragazzi (la redazione di Lampoon PG) così innamorati, così dedicati alla città di Milano.

Belvedere Vodka Italia ha  offerto i suoi cocktail, partner di tutti gli eventi del magazine The Fashionable Lampoon e della casa editrice Lampoon Publishing House.

The Fashionable Lampoon eTiffany lanciano The DOT Circle , un nuovo premio letterario , celebrato dove ebbe origine lo storico riconoscimento per la narrativa, saggistica e poesia con  IL Premio Bagutta, al quale non si sostituisce.

I Protagonisti di questa  prima edizione di The DOT Circle sono 5 libri: 

  • D’amore si muore ma io noGuido Catalano, Rizzoli,
  • RuggineAnna Luisa Pignatelli, Fazi,
  • Una storia quasi solo d’amorePaolo Di Paolo, Feltrinelli,
  • Costellazione familiare, Rosa Matteucci, Adelphi
  • Mia amata YurikoAntonietta Pastore, Einaudi.

3 giurie hanno decretato The DOT Book 2016  . Alcuni esperti presenti  Natalia Aspesi, Italo Rota e Lina Sotis . I lettori hanno votato attraverso internet o  durante l’evento.

The Dot Circle vuole essere dunque un’occasione glamour e mediatica per sostenere i libri e gli scrittori, soprattutto quelli fuori dal circuito commerciale, facendoli arrivare al grande pubblico. “The DOT Circle è un impegno per portare energia al mondo dei libri e della cultura contemporanea, e al valore che i nuovi romanzi debbono dare alla società “

Al vincitore di The DOT Book 2016 verrà consegnato simbolicamente DOT,  un segnalibro d’argento, firmato da Tiffany, partner dell’iniziativa, che ne ha ispirato anche il nome ma soprattutto riceverà il supporto di un’importate campagna mediatica virale sostenuta da numerosi e “seguitissimi” personaggi dello show biz.

THE DOT CIRCLE IL NUOVO PREMIO BAGUTTA con TIFFANY&CO.
DOT il segnalibro creato per l’occasione da Tiffany

Non manca anche l’aspetto charityThe DOT Circle sostiene infatti l’associazione Quartieri Tranquilli, che dal 2013 si impegna in progetti sociali dedicati alla periferia di Milano.

Rosa Matteucci si e’ aggiudicata, con “Costellazione familiare” (Adelphi) , il concorso The Dot Circle.

Carlo Mazzoni, ideatore di The Dot Circle e direttore di «The Fashionable Lampoon», che ha chiuso la via per l’evento privato (1400 inviti, 500 i partecipanti) ,cenando poi   al glorioso ristorante ci dichiara «facciamo girare l’energia che serve perché la gente torni a interessarsi ai libri, vogliamo cambiare la comunicazione della cultura, »  accogliendo  i suoi ospiti con il jazz del quartetto Four on six e con vodka Belvedere, mentre le luci erano color   Blu Tiffany – partner fondamentale dell’evento.

C’erano i «social influencer» la showgirl Filippa Lagerback a Candela Novembre, ex moglie dell’architetto Fabio. E poi il board di The Dot Circle, da Lina Sotis a Natalia Aspesi. Soddisfatta l’amministratore delegato di Tiffany Italia, Raffaella Banchero:  partner sul territorio di un evento culturale, come oggi piace alla Milano del lusso.

THE DOT CIRCLE IL NUOVO PREMIO BAGUTTA con TIFFANY&CO.
Marco Eugenio di Giandomenico e Philippe Daverio

E mentre il popolo del Fuori Salone celebrava la sua ultima notte di eventi, i membri di The Dot Circle postavano in rete, tutti insieme all’ora X, la foto del libro premiato, dando il via alla danza dei «like» e «retweet». Poi, tutti a cena. Al Bagutta, naturalmente.

 

THE DOT CIRCLE IL NUOVO PREMIO BAGUTTA con TIFFANY&CO.
Costellazione Familiare

 

«Dopo aver creato il cane, Dio si fermò un istante a contemplarlo nelle sue incertezze e nei suoi slanci, annuì e seppe che era cosa buona, che non aveva tralasciato nulla, che non avrebbe potuto farlo meglio»

Copertina: Lucian Freud, Ragazza con foglie (1948). Museum of Modern Art, New York.

 

 

 

 

“Una rosa nel firmamento della letteratura, e  che ci aiuta tutti a far brillare le risorse familiari che possediamo attraverso un percorso originale sempre  ricco di emozioni” commenta Michelle Kling.

notizie su Rosa Matteucci

 

DESIGN WEEK . ASUS Design Center presenta Glow of Life

DESIGN WEEK . ASUS Design Center presenta Glow of Life

Installazioni interattive immergono i visitatori in un coinvolgente spettacolo di luce e colore

DESIGN WEEK . ASUS Design Center presenta Glow of Life

ASUS Design Center, il prestigioso e pluri premiato gruppo di designer di ASUS, presenta l’evento “Glow of Life”. Ispirato al concetto di armonia  del pensiero Zen e alla bellezza  della natura, l’evento mostra la visione di ASUS riguardo alla tecnologia quale prezioso alleato per arricchire la vita di ogni persona, con esperienze digitali coinvolgenti, capaci di vivacizzare la nostra quotidianità.

DESIGN WEEK . ASUS Design Center presenta Glow of Life

Un affascinante e suggestivo percorso condurrà i visitatori ad immergersi in una foresta di incantevoli alberi luminosi con cui potranno interagire mediante l’utilizzo del proprio smartphone, per dare vita ad un vivacissimo spettacolo di luce e colore. I colori e le tonalità si alterneranno ciclicamente tra loro, simbolicamente indica  l’alternanza delle stagioni.

DESIGN WEEK . ASUS Design Center presenta Glow of Life

Gli alberi si animano assorbendo luce ed energia attraverso l’interazione con i visitatori e il flash dei loro smartphone: quando la luce dello smartphone colpirà il sensore luminoso integrato, il colore si diffonderà all’interno del tronco, simulando l’effetto di un albero che assorbe una sorgente d’acqua. Quanto più a lungo la luce verrà irradiata sul sensore, tanto più il colore si sprigionerà lungo l’intera superficie e, contemporaneamente, una proiezione del colore relativo alla stagione rappresentata si diffonderà intorno all’albero, rievocando così l’immagine delle foglie in crescita. Via via che altri visitatori interagiranno con le molteplici sculture dell’installazione, il colore aumenterà di intensità e impatto e la foresta prenderà vita, ricreando armoniosi giochi di luce e colore.

DESIGN WEEK . ASUS Design Center presenta Glow of Life

Dopo l’installazione creativa, gli ospiti incontreranno la zona espositiva, dove la luce domina lo spazio le superfici e i volumi si dilatano. I corpi conici, morbidi e leggeri,  sospesi nell’aria diventano la cornice per ampie superfici circolari che fluttuano  nello spazio raccogliendo le proposte più esclusive dell’Azienda.

Glow of Life – Padiglione Visconti, via Tortona 58
Mar 12 – Dom 17 aprile, h. 10-21

AsusDesignWeek

Fuorisalone.it è un progetto di Studiolabo appartenente a Milano Design Network
Fuorisaloneinfo@fuorisalone.it
t. +39 0236638150

error: Contenuto protetto !!