Cento anni fa finiva la grande guerra e, con essa, il piu’ grande Impero della storia contemporanea.
Il Circolo del Principe che promuove la cultura in Italia è fondata da 4 amici : Alessio Trentin presidente, Andrea Bonfrate , Marchese Avvocato Emilio Petrini Mandi della Fontanazza e Michelle Kling Hannover .
Hanno scelto Il Circolo del Principe per un evento d’eccezione, un argomento storico ricco di episodi significativi.
Ci saranno relatori di altissimo livello , specializzati sull’argomento e moderati dal nostro presidente per ricordare la storia della famiglia imperiale russa .
Foto da archivio storico
E’ nella sede della Società Geografica a Roma che gli ospiti che prevediamo numerosi e di grande qualità verranno accolti .
FUORISALONE 2017 QUASI UNA STRAMILANO, anzi Stramilanina
Anche quest’anno una meravigliosa avventura per gli occhi, un po’ meno per le gambe che hanno percorso svariati chilometri senza accorgersi, al momento, della lunga passeggiata, ma il giorno dopo si sono sentiti tutti…quei chilometri, ben 6.
Il percorso breve della Stramilanina da 5 km.
Da Paolo Sarpi alla Statale, passando per Microsoft House (il primo edificio italiano progettato da Herzog & De Meuron) Brera, l’Accademia, l’Orto di Leonardo, via Manzoni, piazza della Scala e il Duomo.
Che magnifica passeggiata in compagnia di un’amica e tra un commento e l’altro, una foto e l’altra non ci siamo nemmeno accorte che arrivava sera.
Microsoft House, la biblioteca dove, lassù, sull’ultimo scaffale piccolo piccolo ci stanno solo 3 libri
Una micro cellula di Chalet, c’e’ persino lo spazio per la legna del camino
Giornata meravigliosa per questa avventura
Il Signore con la cartella in mano sembra un ministro di passaggio a Milano. Dopo Microsoft iniziano le prime istallazioni di Brera Design District.
Agape: una vasca da bagno, pezzo unico in pietra naturale. Oltre il prezzo della vasca andrà valutato il rinforzo della soletta per il peso della vasca piena d’acqua!!! Meglio chiedere un preventivo prima d’innamorarsi e volerla a tutti i “costi”.
E’ sparito il piano cottura, va di moda il fornello in ghisa direttamente per terra!!!!
Marmi pregiati ospitano i fuochi. La domanda e’ lecita: ma lo schizzo d’olio, la zucchina che saltata fuori dalla adella? Oddio il marmo!!!
Son belli anche i cortili milanesi. Li scopri solo se butti l’occhio.
E l’istallazione di Cappellini che apre le danze….
‘Dettagli Urbani’, la mostra patrocinata dal Comune di Milano e realizzata da Bellosta Rubinetterie in collaborazione con l’Accademia di Brera che ha permesso a 16 giovani fotografi del Master di Fotografia dell’Accademia di Brera di raccontare, attraverso i propri scatti, il legame formale ed emotivo tra le grandi architetture milanesi e i prodotti simbolo del design Made in Italy.
A presentare i contenuti della mostra, allestita in Largo Treves l’assessore alle Politiche per il Lavoro, Attività produttive, Moda e Design Cristina Tajani con la Direttrice del Master di Fotografia dell’Accademia di Brera, Paola Di Bello, e Maurizio Bellosta, Amministratore Delegato di Bellosta Rubinetterie.
Anche Boffi espone fornelli senza piano di cottura e con le manopole direttamente inserite nel marmo, notare la cura con cui sul fianco la gessatura della pietra viene rispettata come per un abito sartoriale.
I costi? Sono ancora prototipi ma all’incirca € 1500 a mq.
Da architetto donna ho sempre badato tantissimo non solo all’estetica ma anche alla pratica. E’ vero che piani di cottura così cari presuppongono personale di servizio e quindi chi se ne frega di quanto tempo ci vuole a pulirli; ma anche il personale di servizio ha i suoi giorni di riposo e di vacanza e devono conoscere la manutenzione di oggetti così pregiati e anche la casalinga occasionale come lo pulisce questo benedetto fornello?
Il marmo o le pietre sono porose e assorbono qualsiasi liquido macchiando la superficie. Un fornello di tale portata non e’ brutto se e’ macchiato, e’ ORRIBILE.
Seguite, quindi, le istruzioni che vi dara’ l’azienda produttrice, altrimenti niente garanzia, ma tenete sempre di scorta una bomboletta di Viava.
Ho in casa dei piani in Beola levigata ma non vetrificata, li mantengo senza macchie da molti anni col trucchetto del Viava sulle macchie che cucinando, inevitabilmente, si fanno.
Lo Show room di Boffi in Via Solferino, 11 e’ un antico palazzo milanese e devo dire che gli allestimenti studiati per il Fuorisalone 2017 erano di gran gusto e ricercati.
Brise soleil per tenere in ordine il bagno e forme a tutto tondo per vasche e lavandini
Cortile interno e ultimo piano con finestre di grande effetto.
Una trama di maglieria per Missoni: Allestimento semplice ma di grandissimo impatto cromatico, grazie anche alla splendida giornata che ha illuminato i colori sgargianti delle pareti. Il “Dopomak” d’alluminio alle colonne ha contribuito a far esplodere tutte le nuance delle tinte.
Ed eccoci all’Appartamento Lago in Brera e “1 metro di libri in ogni casa”
È la gentilezza il leitmotiv degli eventi organizzati da LAGO in occasione del Fuorisalone 2017 coinvolgendo il pubblico proponendo laboratori per bambini, tavole rotonde e consulenze – dal trucco all’hair styling, dallo yoga all’arte dell’origami floreale – a partecipazione gratuita, in collaborazione con esperti dei diversi settori.
Degustazioni gratuite, aperitivi free e colazioni “gentili”. LAGO partecipa al Fuorisalone 2017 sottolineando il rapporto tra cucina e design, valorizzando il desiderio di condividere il cibo e lo spazio con “gentilezza” che è un pensiero in grado di travalicare generi e classi sociali e proprio in questo va ricercato il suo grande potere di generare cambiamento.
L’invito e’ lasciare un post-it con un pensiero gentile.
E la parete dedicata si riempie di foglietti e di scritte….e perché no!
Un groviglio di abiti, borse, scarpe….una montagna di stracci che, francamente, non mi e’ piaciuta, ma tutto sommato il messaggio aveva il suo perché. Davanti alla Pinacoteca, si ergeva una versione maxi dell’iconica poltrona UP5 con il pouf UP6 di Gaetano Pesce realizzata in collaborazione con il centro Artemisia Onlus, il Comune di Milano e con il supporto di Gobbetto Resine e Robertaebasta. La versione gigante della seduta, dalle fattezze femminili, si presentava “sommersa” da indumenti ricoperti di resina, precedentemente utilizzati da donne provenienti da ogni parte del mondo. Un monumento alla donna.
E finalmente la Pinacoteca, curiosa, affascinante, ricca di gente e di istallazioni.
Una bella spiaggia con sabbia vulcanica per un po’ di relax
Nel cuore della “Nuova Barona”, nasce l’headquarter di WallPepper® e Spazio81 in via Zumbini, 33.
Il polo della qualità dell’immagine, immerso in una costellazione di laboratori e botteghe che, con la loro spiccata vocazione culturale, hanno determinato un radicale processo di riqualificazione dello storico quartiere milanese.
1.000 mq di superficie su due livelli, per parlare esclusivamente di perfetta qualità di stampa, che sia la carta da parati firmata WallPepper®
o le riproduzioni grafiche delle più prestigiose collezioni fotografiche elaborate da Spazio81.
La nuova sede è un vero e proprio tempio dell’immagine.
Il successo e’ stato tale da avere avuto la necessita’ di raddoppiare, anzi triplicare lo spazio espositivo grazie “al passaparola” di un servizio ineccepibile
Diego e Alessandro Locatelli fondatori di WallPepper® e Spazio81 hanno concepito questi spazi come un atelier dove produzione e uffici si integrano ad aree espositive e materio teche per offrire ai clienti un’esperienza totale e globale.
Joel Borsa e’ in questi giorni a Napoli e ci racconta attraverso le sue immagini le passeggiate tra i vicoli di questa meravigliosa città.
Questo e’ un bar vicino a piazzetta Nilo, su a Spaccanapoli, allestito in stile tibetano.
Sorbillo, alle 9 di sera. la fila fuori e’ perché non si può prenotare, ieri sera un’amica ha atteso 2 ore ed erano solo due persone….fossero state di più avrebbero aspettato il doppio. deve valerne la pena! in effetti e’ una delle migliori pizze di Napoli.
L’Università stradale di Spaccanapoli: questo signore resta con il sole o con la pioggia a proporre questo gioco a turisti e passanti parodiando le università. Della serie”L’arte di arrangiarsi”.
La finestra di un liutaio vicino a Piazza San Domenico Maggiore.
Via dei Tribunali, parallela a Spaccanapoli, famosa per le pizzerie come Sorbillo, Di Matteo, Il Presidente e molte altre.
Portici di Via dei Tribunali.
Poteva mancare una vetrina così invitante? Questo e’ un alimentari e fornaio. A Napoli ci sono ancora le “Botteghe”, piccoli negozi sotto casa dove si trova di tutto un po’ e non mancano mai il pane e i dolci.
San Gregorio Armeno, la via dei Presepi.
Questa strada collega Spaccanapoli con Via dei Tribunali.
Gli artigiani di presepi, abilissimi nel tradizionale lavoro di costruzione e arricchimento di tantissimi personaggi per i presepi, lavorano tutto l’anno. Ogni personaggio a Napoli ha un significato, ogni figura rappresenta un lavoro. C’e’ anche il vecchio con la gobba che porta fortuna O’ scartellat maschera popolare molto nota nella tradizione napoletana.
Negozietti della zona.
Vico delle Biciclette . E’ un altro collegamento tra Via dei Tribunali e Spaccanapoli.
Via Forcella e la biblioteca dedicata ad Annalisa Durante, uccisa dalla camorra durante un tentato assassinio di un boss locale. Questa e’ una zona famosa per la malavita. Si vendono sigarette di contrabbando ogni 30 metri, 5 postazioni di vendita facendo due passi e pare che sia in aumento rispetto all’anno scorso.
Dolce tipico “Fiocco di Neve” di Poppella, pasticceria del Rione Sanità fatto con ricotta e crema di latte.
“Arte” su Via Duomo con i cartelli stradali. I napoletani si divertono alla grande con i divieti d’accesso, del resto si sa che le regole stradali a Napoli sono decisamente obsolete.
Pendino, ingresso di Via Forcella, appena fuori Spaccanapoli.
Vico del Fico al Purgatorio, o Vicolo di Pulcinella al cui ingresso c’e’ la statua con la famosa maschera napoletana.
Aspettando in stazione…..si canta.
O’ Princepe Piccerillo, la versione locale del “Piccolo Principe”.
EXPO EXPERIENCE 2016 L’ALBERO DELLA VITA, ULTIMISSIMO SPETTACOLO
Sono le 22,45 del 16 ottobre 2016 e assisto all’ultimissimo spettacolo dell’Albero della Vita di questa stagione in posizione privilegiata e decisamente unica, la terrazza di Palazzo Italia gentilmente concessa solo allo staff che ha gestito questi mesi il Padiglione
Bellissima esperienza. Ancora una volta Expo, ancora una volta un’atmosfera indimenticabile e per pochi. Ancora una volta mi sento fortunata di avervi partecipato, di aver rivisto l’area Expo, di non aver dimenticato l’esperienza unica dell’anno scorso e di averne vissuta un’altra, diversa, quest’anno.
Tanta gente e’ tornata, moltissima e’ venuta per la prima volta e nessuno vuole che quest’area venga chiusa, abbattuta, dimenticata.
W EXPERIENCE, che nonostante le difficoltà iniziali, ha mantenuto le promesse fino alla fine chiudendo con due concerti gratuiti fantastici come quello di Antonello Venditti e Gianna Nannini.
Ci rivediamo l’anno prossimo??????????
Patrizia e Joel sul terrazzo di Palazzo Italia per l’ultimo spettacolo dell’Albero della Vita
Intervento di Gianluca Tizi su un passaggio durante la partita di ieri
La parola “giramento” è di uso corrente, nella lingua italiana, soprattutto nelle espressioni “giramento di testa” o (meno comune) “giramento di capo”.
Ma ieri sera, nella telecronaca diretta di RaiUno dell’incontro di calcio Italia-Spagna, l’amico (lo saluto affettuosamente!) Alberto Zaccheroni l’ha usata, per sottolineare la maestria nel palleggio dei calciatori spagnoli, nell’accezione “giramento di palla”.
Alzi la mano chi non ha pensato male, fra l’altro vedendo gli evidenti effetti che il suddetto “giramento” stava provocando ai disorientati giocatori in maglia azzurra.
Caro Zac, forse un meno fraintendibile “circolazione di palla” sarebbe stato più appropriato: qualche solerte collega RAI accanto a te durante la telecronaca (uno a scelta fra il telecronista Alberto Rimedio, il regista e i cameramen) avrebbe potuto suggerirtelo tramite un semplice biglietto passato sotto il banco, come a scuola.
E invece niente. Evidentemente nessuno se n’è accorto (possibile?) oppure nessuno ti ha voluto bene al punto di evitarti un simpatico “scivolone” degno di Blob.
E non saprei dire, fra le due opzioni, qual è la peggiore.
TRA ANGURIE, MELANZANE E LIQUIRIZIA SPUNTANO LE TORRI DI CITYLIFE
Orti fioriti sotto le torri di Citylife
sabato 24 e domenica 25 saranno aperti ai cittadini dalle 10.30 alle 18.30
Angurie, melanzane, rabarbaro e persino piante di liquirizia accanto a zinnie, echinacee, carciofi, agli e dalie, pomodori, bietole, fragole, menta, girasoli, ma anche aromi e verdure. E ancora lunghi filari di vigne, zucche rampicanti e una coltivazione di piante inconsuete come il topinambur, il ricino, il cardo dei lanaioli o la liquirizia. Nasce l’Orto di City Like tremila metri quadri di terreno coltivato a ortaggi, piante aromatiche e fiori, destinati gratuitamente ai residenti. Grazie a un accordo tra la La Società Citylife e Orticola Lombardia, hanno sottoscritto un accordo da due anni e in quest’area sono stati piantati una settantina tra ortaggi e piante ornamentali. In una delle zone piu’ moderne e recenti di Milano si ritorna alla terra e alle antiche tradizioni contadine….altro che vetro e cemento armato!
Filippo Pizzoni, ideatore del progetto e vicepresidente di Orticola – sostiene che l’intento e’ quello di un’operazione didattica aperta al pubblico ma destinata ai residenti che possono godere di prodotti sotto casa coltivati, più che con l’intenzione di produrre degli ortaggi da mangiare, che per altro vengono consumati dai residenti, per parlare di un orto e quindi fare una operazione didattica.
Un”momento” di quiete in mezzo alla campagna sotto il grattacelo in attesa di nuove destinazioni per la zona . L’amministratore delegato di Citylife, Armando Borghi, ha voluto questo quadrato di frutta, fiori e verdure per mostrare a scuole e cittadini come l’orto può crescere in un contesto urbano”.
Abbiamo gia’ verificato l’Orto Planetario di Expo Experience per capire che cio’ e’ possibile e anche gradevole.
Camminando nell’Orto di CityLife si trovano piante di amaranto, il ricino, le barbabietole pronte per il raccolto ma si nota anche che alcune specie non crescono proprio bene in citta’ . “Una cosa che abbiamo voluto provare a fare è stato piantare l’anguria – ha detto Pizzoni – che comunque preferisce un clima più meridionale del nostro; poi però abbiamo piantato anche dei girasoli che non ci hanno dato neanche un fiore”.
Gestire e coltivare un orto non e’ proprio una passeggiata ma a CityLife lo potremo vedere tutto l’anno e constatare quali piante resistono a Milano e quali no, così se ci venisse voglia di farlo sul balcone e sul terrazzo siamo preparati e meglio sceglieremo i prodotti piu’ resistenti, ben consapevoli che la coltivazione va seguita e che richiede impegno e dedizione.
Devo ammettere che l’Orto Planetario di Expo Experience e’ assai bello e ho potuto vedere con i miei occhi che quanto piantato ha dato in abbondanza variegata i suoi frutti. Solo di pomodori avro’ visto 5 diverse specie, così di melanzane e non solo.
Comunque e’ curiosa questa nuova moda cittadina e merita una visita.
„Nel fine settimana del 24 e 25 settembre gli Orti fioriti resteranno aperti al pubblico dalle 10.30 alle 18.30 per un mercatino e laboratori all’insegna del verde. La zona e’ tra viale Berengario e Piazzale Arduino si potranno acquistare ortaggi, piantine aromatiche e sementi, in piu’ qualche suggerimento di giardinaggio .
Le grandi aiuole compongono un percorso spezzato, quasi labirintico, all’interno delle quali si alternano, secondo la tradizione italiana, coltivazioni orticole e piantagioni ornamentali. A me non dispiacerebbe affatto fare a spesa direttamente nell’orto.
EXPO EXPERIENCE: 7 MINUTI DI PAUSA ESILARANTE A 5 EURO
Pausa breve di 15 minuti e rinunciare alla “merendina”, o alla cena super veloce, una telefonata o una sigaretta per farsi una lunga risata distensiva.
Esilaranti 7 minuti di pausa per 5 € per rotolarsi in una bolla di plastica, rimanere a testa in giu’, non aver energia per ritornare in posizione eretta dalle risate e dalle posizioni buffe con gonna o pantaloni; fare le bolle-scontri o cercare di tirar un calcio ad un pallone e’ davvero impossibile.
Le piu’ coraggiose a provare l’iniziativa due donne e poi raccontarla al pubblico numeroso di Palazzo Italia ricco di piccoli e ragazzi che numerosi vengono a vedere la mostra, l’albero e “City after the City” della Triennale.
Ma forse domani ci saranno anche le mongolfiere oltre alle Bubble????
Il Bubble Football ha poche regole e due obiettivi: divertirsi e fare goal! Esistono delle regole adattabili e personalizzabili in base alle esigenze di chi gioca. Il numero dei giocatori varia a seconda delle dimensioni del campo. Nel Bubble Football la formula più usata è quella del 4 vs 4 – 5 vs 5 – 6 vs 6 sino anche ad arrivare ad un 11 vs 11.
Le dimensioni ideali del campo da gioco sono quelle dei campi da calcetto e/o tennis, le porte possono essere quelle piccole (senza portiere) oppure quelle regolamentari (con portiere anch’esso dotato di bubble ball).
La contesa iniziale del pallone ha lo stessa formula della pallanuoto. La palla viene posizionata al centro del campo, le squadre si trovano allineate nelle proprie aree e al fischio d’inizio si inizia a corre in direzione del pallone dando origine al primo grande mix di scontri.
La possibilità di scontrarsi “corpo a corpo” e di commettere quindi fallo è inesistente, anzi è una prerogativa del gioco per il possesso palla: vuoi la palla? Buttami giù e rubamela se ne sei capace! Gli scontri sono d’obbligo, ma la sfera è progettata per proteggere il giocatore dalla testa fino al bacino compreso attutendo quindi i colpi. L’unica raccomandazione è quella di tenersi ben saldi alle apposite maniglie!
Sono vietati i colpi volontari da dietro e gli scontri lontano dall’azione di gioco.
EXPO EXPERIENCE: COLTO E MANGIATO ALL’ORTO PLANETARIO
“Experience rEstate a Milano”, “City after the City”, le mostre organizzate dalla Triennale di Milano nell’ambito della XXI Esposizione internazionale del design.
Mostre e un orto planetario di tremila metri quadri con ca. 400 specie vegetali provenienti da tutto il mondo, compreso grano e lino.
“È iniziata una stagione importante anche se transitoria in una porzione del sito che ospitò Expo – ha detto l’ad di Arexpo, la società proprietaria dell’area, Giuseppe Bonomi – e la Triennale è una presenza qualificante di questa nuova esperienza”. Le mostre sono state allestite in due padiglioni nell’ex supermercato del futuro e nell’ex auditorium di Expo in mezzo, tra loro, il bellissimo Orto Planetario.
EXPO EXPERIENCE restate a Milano, #eiocivado non e’ Expo e non c’e’ alcun pensiero o paragone ma è un modo per far capire a Milano che e’ uno spazio che si vuole tenere e far vivere. Sono stati fatti degli sforzi notevoli per questo evento che durera’ fino al 16 ottobre e benche’ partito un po’ in sordina all’inizio, durante il mese di agosto il passa parola ha fatto il suo “dovere divulgativo” portando pubblico numeroso tanto che a Palazzo Italia piu’ volte si sono verificate code.
L’organizzazione di The City after the City è stata molto tempestiva nell’iniziare i lavori a metà aprile condotti da Alessandro Traldi, che ha provveduto al completo smantellamento del Future Food District, alla realizzazione dell’orto planetario, alla completa decorazione esterna dei nuovi padiglioni (su progetto di Italo Lupi) e agli allestimenti delle mostre, con i grandi pannelli di sfondo che riprendono la forma delle colline del Padiglione Zero e su cui scorrono poetiche immagini digitali di nuvole (autore Giovanni Chiaramonte) e gli orizzonti marini di Joel Meyerowitz, spoglio e poco rassicurante landscape delle rotte della migrazione verso le città europee.
Le mostre del progetto «City After the City», allestite per la Triennale Design After Design, sono visitabili gratis durante il weekend fino al 16 ottobre.
Le istallazioni comunicano le tensioni dell’oggi e 3000 mq di orto planetario organizzati come un giardino manifestano tutta la filosofia del progetto.
L’ideatore, Pierluigi Nicolin ci racconta: “abbiamo cercato di fare dell’estetica dell’orto l’estetica del giardino”. Questo è un messaggio anche ai luoghi comuni milanesi, italiani, a chi pensa che l’orto è una roba che fa un pensionato lungo la ferrovia, o la casalinga sul balcone. Esiste un movimento mondiale importantissimo sull’orto urbano che pretende di cambiare l’idea della città nell’estetica e non solo produrre in vicinanza. In poche parole, “gli orti urbani sono l’invenzione delle classi povere del giardino».
Urban Orchard, a cura di Maite Garcia Sanchis «L’orto è il sintomo di un nuovo modo di usare gli spazi della città» racconta l’illustratrice. In mostra foto e reperti del primo orto comunitario cittadino, sorto nel 1973 in Bowery Street a Manhattan. L’esposizione illustra anche il Guerrilla gardening, il giardinaggio d’assalto in cui seminare in terreni incolti e aree dismesse è un modo di far rivivere la città.
Le altre mostre sono Landscape Urbanism, curata da Gaia Piccarolo, gigantesche immagini di paesaggi urbani di tutto il mondo che scorrono come luogo di inquietudine, di «oltrepassamento».
C’è poi Expanded Housing, di Matteo Vercelloni, dove il sintomo è manifestato dal design che vuole forzare gli spazi stretti.
Street Art di Nina Bassoli è dedicata all’arte di strada; sono a disposizione del pubblico i poster della Street da portarsi a casa, incorniciare e arredare pareti spoglie. Anche la street art sta prendendo sempre piu’ piede.
People in Motion di Michele Nastasi è dedicata al sintomo più appariscente del nostro tempo: la fatica delle migrazioni.
Ho piu’ volte fatto due passi tra le aiuole dell’orto planetario, affascinata dalle specie di pomodori e melanzane di ogni genere, forma e colore. Tra gli aromi di salvia e rosmarino, maggiorana e origano ordinatamente piantati come un tappeto erboso. O fiori di zucchine in una macchia di colore tra il giallo e l’arancione, bellissimi e rigogliosi pronti per essere “pastellati” e fritti.
L’orto e’ curato e da un giorno all’altro non si trovano piu’ i frutti o le verdure perché vengono raccolti e possono essere venduti al pubblico ma anche utilizzati per preparare insalate e centrifughe fresche al chioschetto di fronte per lo sfizio del “Colto e Mangiato”. Quanti di noi hanno dimenticato o non hanno mai provato a mangiare prodotti appena colti ancora caldi di sole. Al contrario tutti portiamo a casa confezioni di polistirolo accuratamente cellofanato, sigillato e pesato dove frutta e verdura sembrano di plastica, spesso insapore e tutta regolarmente della stessa dimensione….come fatta in serie.
Prima che il tempo diventa autunnale, merita una visita….il tappeto delle fragole e’ in fiore e ancora un po’ acerbo, ma s’intravedono i frutti settembrini ancora non del tutto colorati di rosso.
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